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Recensione Trials of the Blood Dragon

di: Federico Lelli

Trials, il gioco di moto di RedLinx, lo dovreste conoscere un po’ tutti, sarebbe proprio un peccato il contrario; mentre Blood Dragon, l’espansione standalone di FarCry 3 figlia dell’immaginario anni ’80, è forse passata un po’ più in sordina anche se ha avuto il suo discreto successo. La cosa positiva è che si tratta di due proprietà in mano a Ubisoft che un giorno probabilmente ha detto: “ma sì, adesso baciatevi”. Il figlio di questa unione è proprio Trials of the Blood Dragon un titolo che è un po’ il Trials di RedLinx immerso nel mondo retrofuturistico di Blood Dragon e il risultato è, inspiegabilmente, una discreta bomba.

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Moto, BMX, Draghi e Laser

I ragazzi di RedLinx non hanno mai avuto tutte le rotelle a posto, già i vecchi Trials lo dimostravano ampiamente, dargli la libertà di sfruttare il mondo di Blood Dragon li ha completamente disinibiti mettendo le basi per una trama decisamente delirante: i nostri eroi sono Roxane e Slayter Colt, i gemelli figli del Rex “Power” Colt che distruggeva tutto nel precedente Blood Dragon. I due ragazzi, migliorati ciberneticamente come il padre, sono dei Cyber Commando impiegati dall’esercito USA per debellare la minaccia comunista dei vietnamiti.

Trials of the Blood Dragon è infatti un Trials atipico proprio perché molto più story-driven degli altri: la trama, presentata come se si trattasse di un cartone della domenica mattina registrato dal videoregistratore (con tanto di disturbi video e tagli in ritardo delle pubblicità) collega tra loro tutti i capitoli e giustifica da sola tutto il pacchetto stand-alone.

RedLinx è stata molto attenta a prendersi gioco di tutti i topoi classici dell’immaginario anni ’80 di cui fa uso restituendo una sagace parodia che strizza sempre l’occhio al giocatore: basti pensare che i checkpoint sono delle bandiere del vietnam che al nostro passaggio vengono tramutate in bandiere a stelle e strisce.

Il titolo si conferma atipico anche nel gameplay: anche se iniziamo con il classico percorso in moto con i suoi salti e ostacoli da evitare ben presto avremo tra le mani un mitra laser e un rampino per agganciarci mentre saltiamo, fino ad arrivare a comandare mezzi decisamente atipici come un carrarmato a otto ruote o un carrello da miniera. La novità più grande però riguarda le sezioni a piedi, esclusive di questo capitolo, dove possiamo muoverci liberamente avanti e indietro e fare fuori i nemici che ci si presentano.

La parola d’ordine per Trials of the Blood Dragon sembra essere infatti varietà: le sei diverse ambientazioni, ispirate a film e stili classici del periodo, fanno di tutto per farci immergere in un mondo ipersaturo e pieno di riferimenti che probabilmente solo gli over 30 potranno capire pienamente; varietà anche nello stile di gioco visto che a volte ci alterneremo ad usare i due protagonisti, impegnati nella stessa missione ma con due obiettivi differenti.

Non è tutto rose e fiori però: le fasi platform anche se nascono da un’idea interessante hanno dei controlli strani e la fisica dei due personaggi sembra un po’ strana, probabilmente perché adattata al motore di gioco a partire dalla fisica usata per le moto. Allo stesso modo molte delle modalità accessorie sono una buona parentesi ma risultano troppo poco approfondite o create appositamente per farci lanciare moccoli, come le insopportabili fasi con l’incontrollabile jetpack.

A proposito di moccoli, una delle prerogative della serie Trials è sempre stata l’elevata difficoltà che in questo caso non è esattamente ai massimi livelli: fatta eccezione per alcuni momenti più ostici e senza volersi soffermare troppo sul punteggio finale del livello (stabilito in base al tempo e alle morti) riuscirete a vedere il finale in un tempo che va dalle 3 alle 4 ore senza grandi problemi.

Finito tutto potete anche disinstallarlo perché non sono previsti multiplayer, modalità aggiuntive e soprattutto nessun editor di piste. Forse siamo stati abituati troppo bene da RedLinx in passato ma l’ultima modalità ci sarebbe sicuramente piaciuta molto, soprattutto viste tutte le possibilità di gioco che offre questo spin-off.

Nato dietro al concetto di fare i giochi arcade come una volta, dove tutto è possibile, Trials of the Blood Dragon offre ad un prezzo di 15 euro un prodotto divertente, con una storia fuori di testa e magari non riuscitissimo in tutti gli esperimenti che prova ma pieno di varietà. Un’ottima introduzione al mondo di Trials per i neofiti vista la difficoltà meno ostica e un buon terreno anche per i vecchi fan (anche se magari potrebbero storcere un po’ il naso nelle sezioni a piedi).