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Recensione The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited

Sei mesi sono passati dall’approdo di The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, la versione completa e priva del canone mensile, arrivata lo scorso gennaio su PC e Mac. Finalmente, anche i possessori di console Xbox One e PS4 potranno mettere le mani sulla nuova avventura di casa Bethesda.
Sarà valsa la pena aspettare?

di: Marco Licandro

Sei mesi sono passati dall’approdo di The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, la versione completa e priva del canone mensile, arrivata lo scorso gennaio su PC e Mac. Finalmente, anche i possessori di console Xbox One e PS4 potranno mettere le mani sulla nuova avventura di casa Bethesda.
Sarà valsa la pena aspettare?

Da PC a Console

The Elder Scrolls si sa far riconoscere. La prima sensazione che proveremo lanciando il titolo sarà decisamente familiare. Saranno le splendide musiche del maestro Jeremy Soule a farci entrare immediatamente nell’atmosfera epica e meravigliosa del gioco, o sarà l’ambientazione tipica che abbiamo imparato ad amare.
Qualunque sia la ragione, la prima sensazione che avrete sarà questo caldo abbraccio, tipico di quel gioco che è riuscito a distruggere la vita sociale di milioni di giocatori.
Creiamo quindi il nostro personaggio (due ore spese per quanto riguarda l’estetica, una e mezza per la scelta del nome) e siamo pronti per iniziare.
The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited è una robusta conversione del fratello maggiore su computer casalingo, ma c’è dell’altro. Si nota il lavoro di Bethesda nel rendere l’esperienza fruibile su console, cambiando intelligentemente l’interfaccia, che diventa praticamente identica a quella già sperimentata su Skyrim, eliminando così ogni tipo di spaesamento iniziale.
La grafica è sostanzialmente quella di un PC settato a risoluzione medio/alta, garantendo ottime visuali, effetti, e soprattutto una fluidità di gioco notevole, che, per molti utenti PC non proprio al passo con i tempi, vale da sola l’intero prezzo del prodotto.
L’interfaccia di gioco è molto più pulita che su PC. Mancano infatti molte icone, spostate o rimosse per garantire un’esperienza più immersiva. La chat su schermo è completamente sostituita dal party online, scelta che potrebbe far storcere il naso a molti, ma è comunque una scelta comprensibile.
Il tutto sembra essere studiato a tavolino per conquistare i giocatori che hanno già buttato le loro 300 ore di gioco su Skyrim per 360 e PS3, tanto più che, giocato in prima persona, The Elder Scrolls Online sembra essere in tutto e per tutto un singleplayer offline.

Esplorazione e Progressione

Come ogni MMORPG che si rispetti, l’esplorazione è parte integrante dell’esperienza, e Tamriel non mancherà di stupirvi. Potremo infatti cavalcare tra le varie regioni caratterizzate da un level design splendido, fatto di paesaggi naturali vasti, e città dallo stile caratteristico, nonché numerosi sentieri e una stratificazione delle città a più livelli, il tutto con un’utilissima navigazione che ci mostrerà direzione ed altezza del nostro obiettivo.
Nonostante ciò, il gioco non eccelle in quanto animazioni, fattore che comunque non stupirà chiunque sia abituato ai titoli Bethesda, non proprio al top per quanto riguarda il realismo fisico e facciale, ma che comunque riesce a comunicare efficacemente e permette una totale immersione da parte del giocatore.
Il sistema di combattimento è abbastanza vario, e di facile comprensione. La componente online potrebbe mettere in difficoltà chi predilige sempre e comunque la visuale in prima persona, a vantaggio di una visuale in terza che permette di tener d’occhio i nemici che ci attaccano lateralmente o alle spalle. Proprio per quanto riguarda la scelta della visuale, non vi è infatti un vero e proprio manuale. Ci sono giocatori che, su PC, collegavano il prototipo dell’Oculus Rift, il casco di realtà virtuale acquistato in tempi non lontani da Facebook, godendo così di un’esperienza in prima persona perfetta, e chi invece non riesce proprio a far meno di un controllo totale del personaggio e dell’ambiente circostante sfruttando invece la visuale in terza. Questa scelta spetterà a voi e a nessun altro.
Il sistema di crescita del personaggio funzionerà a livelli, aumentando man mano che acquisteremo punti esperienza, come vuole la tradizione. L’unica differenza sarà l’utilizzo delle abilità, che andranno invece ad aumentare con l’utilizzo delle stesse.
Complicato l’aspetto del crafting, per lo più per quanto riguarda la reperibilità e la ricerca delle risorse richieste, ma che una volta imparato a gestire si dimostrerà assolutamente efficace.

La componente online

Qui arriva la nota dolente. Tamriel è splendida, e finalmente abbordabile, ora più che mai vista l’abolizione del canone mensile (non considerando ovviamente quello obbligatorio per il Live ed il PS Plus). Tuttavia, The Elder Scrolls ha davvero poco di online, riducendosi a mostrare qualche personaggio saltellante qua e la, un sistema di grouping goffo, ed in generale non riuscendo davvero a fornire una perfetta esperienza multiplayer.
La parte frustrante sono alcune missioni, palesemente caparbie, se non impossibili, da affrontare in singolo, persino stupide se affrontate in party. I PNG scovati per le mappe di gioco ci garantiranno continue missioni e premi da ottenere in caso di riuscita delle stesse, ma anche per questo la componente online è praticamente inesistente.
The Elder Scrolls Online sembra, triste a dirlo, un normale singleplayer cammuffato da MMO. A rafforzare questa convinzione la mancanza di missioni giornaliere, che rallentano a dismisura il tanto amato/odiato grinding, tipico comunque della tipologia di gioco.
Come se non bastasse, una connessione non proprio eccellente, ma semplicemente buona, potrebbe portare a forte lag in-game, nonché code di minimo 30 secondi per semplicemente poter accedere al mondo di gioco.

Conclusione

The Elder Scrolls Online fallisce le aspettative nel generare un mondo vasto e vivo su cui perdersi online. La componente single player potrebbe non bastare a spingere i giocatori di Skyrim verso un titolo che comunque richiede Live e Plus attivi, mentre quella online non basta a convincere i propri amici a farsi strada lungo i dungeon per via di una mancanza di un vero e proprio grindr, e di eventi costanti.
Nonostante ciò, per gli amanti della serie è un passo forzato. Un atto di fede verso un mondo di gioco che abbiamo imparato ad amare col tempo e col sudore. Lo stesso non vale per i nuovi giocatori, che potrebbero invece attendere tempi migliori, sperando in una Bethesda che sappia innovare ed ascoltare i propri fan, aggiungendo quel qualcosa che potrebbe far compiere al titolo quel salto di qualità che merita.