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Recensione Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack

di: Simone Cantini

Tutte le volte che ho la fortuna ed il piacere di recarmi a Tokyo, c’è un piccolo rituale a cui non posso sottrarmi in alcun modo, e che mi vede dirigermi il prima possibile in una delle numerose sale giochi della metropoli. Passo interi minuti a spulciare i vari cabinati, sempre più enormi e complessi, rimuginando su quale provare, ma alla fine la scelta ricade sempre su quello firmato Namco Bandai, sul quale campeggiano due irresistibili tamburi tipicamente nipponici. Ed è proprio per questo motivo che, difficilmente, mi lascio scappare una delle fortunatamente sempre più frequenti edizioni nostrane della serie, che si è da pochissimi giorni vista rimpolpare dall’arrivo di Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack.

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A tempo nel tempo

Pensare, solo fino a pochi anni fa, di poter mettere le mani sui due giochi contenuti in Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack sarebbe stata una vera e propria utopia. L’accoppiata in questione, difatti, propone altrettante avventure del duo formato da Don e Katsu uscite, in origine, unicamente su 3DS in terra nipponica. Tutto ruota, come sempre, attorno alle canoniche meccaniche della serie firmata Namco Bandai, nella quale saremo chiamati a percuotere a ritmo di musica un tamburo virtuale, stavolta però declinando il tutto all’interno di una cornice ludico/narrativa di stampo jrpg. L’azione ruoterà attorno, indipendentemente dal capitolo che sceglieremo di affrontare, a dei viaggi nel tempo, che il duo di tamburi antropomorfi dovrà compiere per poter scongiurare la fine del mondo, e durante i quali non mancheranno siparietti comici e tanti combattimenti musicali. La scrittura non è certo di elevato spessore, ed è come prevedibile un esilissimo pretesto utile soltanto a mescolare le carte in tavola per quanto riguarda la struttura generale. Non manca anche una piccola dose di fan service trasversale, che servirà per introdurre alcuni personaggi provenienti da produzioni differenti, come Monster Hunter, Phoenix Wright o Yokai Watch, che andranno ad affiancarsi a Cleopatra, Oda Nobunaga e molte altre rivisitazioni di altrettanti personaggi storici. Completate le due campagne, invero un po’ troppo condensate se paragonate ad altri jrpg (per quanto si tratti di una produzione sicuramente atipica), Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack non esaurisce certo tutte le proprie cartucce, dato che potremo sempre accedere alla canonica Taiko Mode, all’interno della quale troveremo ad aspettarci tutte le canzoni del gioco, che potremo affrontare singolarmente secondo i quattro soliti livelli di difficoltà. Peccato soltanto che la modalità in questione non preveda in alcun modo il multiplayer, limitando il tutto al gioco in solitaria.

Il mio regno per un taiko

L’essenza alla base di Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack è quella classica del rhythm game Namco Bandai, che ci presenterà una serie di note rosse e blu che scorreranno sullo schermo, e che corrisponderanno a colpi al centro oppure al bordo del tamburo. Insomma, niente che non si sia già sperimentato nel corso della storia decennale del brand, e a cui onestamente aggiunge davvero poco la cornice jrpg. Durante le due campagne ci troveremo a vagare in piccole mappe, invero alquanto spoglie, in cui gli scontri casuali daranno vita a combattimenti a tempo di musica, durante i quali dovremo applicare le consuete regole del gioco, cercando di dare vita a combo ininterrotte per poter far attaccare i membri del nostro party. Già, perché Don e Katsu non potranno scendere direttamente in battaglia, compito che spetterà ai vari personaggi (e mostri) che potremo reclutare man mano che proseguiremo la storia: questi saranno dotati ognuno di una propria velocità di attacco, oltre che di abilità peculiari, che potremo anche sbloccare facendo aumentare il loro livello. Confesso, però, di aver trovato il tutto molto basilare ed esile, dato che non ho riscontrato particolari differenze tra i vari character presenti nel gioco, vista la piattezza generale degli scontri, che in pratica dipenderanno unicamente dalla nostra abilità ritmica: nessun potere particolare da sfruttare o magie di sorta da lanciare, ma soltanto versioni ridotte delle canzoni che potremo “suonare” nella modalità Taiko, e che hanno gli unici guizzi in occasione degli scontri con i vari boss di fine livello. Abbastanza farraginosa anche la gestione degli equipaggiamenti per Don e Katsu, che potremo acquistare presso alcuni venditori, ma dei quali non scopriremo l’effetto fino a quando non li avremo comperati fisicamente, e considerando che la maggior parte non conferisce alcun bonus attivo, ma si limita a personalizzare esteticamente i nostri taiko antropomorfi, la trovo una scelta alquanto bizzarra. Così come incomprensibile è l’impossibilità di giocare le due campagne per mezzo del Taiko Controller, sia originale Namco Bandai che di terze parti, relegando il tutto all’utilizzo dei pulsanti. Una decisione alquanto bizzarra e che mi auguro venga al più presto risolta da una patch, soprattutto considerando che il tutto funziona alla perfezione se sceglieremo di cimentarci nella Taiko Mode. Misteri della conversione. In linea con le aspettative il comparto estetico della produzione, che presenta il consueto appeal grafico bidimensionale durante la riproduzione dei vari brani, mentre davvero troppo spoglie sono le sezioni esplorative. Fortunatamente a risollevare il tutto troviamo una soundtrack grandiosa che, pur al netto della mancanza dei DLC rilasciati in origine, è in grado di proporre oltre un centinaio di canzoni, estremamente diversificati tra di loro: tra composizioni originali, brani pop, anime e vocaloid c’è davvero l’imbarazzo della scelta e, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati, ci sarà da sudare per riuscire a portare a casa la vittoria.

Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack è un fulmine a ciel sereno per quanto riguarda la presenza occidentale della serie Namco Bandai, visto che propone due esperienze mai uscite al di fuori dei confini di origine. Si tratta di una raccolta alquanto atipica, vista l’ibridazione rhythm game/jrpg, che se è apprezzabile per la volontà di uscire un poco dagli schemi, finisce per non centrare pienamente il bersaglio, vista l’estrema basilarità del combat system che regola le due campagne. Spogliato di questa novità, quello che resta di Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack è il consueto e rodato gameplay che, grazie ad una tracklist quanto mai corposa e variegata, non mancherà di deliziare i fan di Don e Katsu. L’esperimento è più apprezzabile come espressione di un modo di fare tipicamente nipponico, piuttosto che come rivoluzione, ma merita comunque un’occhiata, considerando anche il prezzo più contenuto del solito.