Recensioni

Smoke and Sacrifice

di: Simone Cantini

I survival game sono oramai da anni un genere affermato e sdoganato anche in ambito console, con Don’t Starve a rappresentarne uno dei più riusciti ed apprezzati esponenti. Titoli in apparenza semplici, in cui la mera sopravvivenza diviene l’unica molla che ci spinge a proseguire il playthrough, rigorosamente in attesa della fine inevitabile. Capita, però, che qualcuno scelga di spingersi oltre, ibridando queste consolidate meccaniche con altre più propense ad offrire un’esperienza di stampo ruolistico, come nel caso di Smoke and Sacrifice di Solar Sail Games.

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Cuore di mamma

Sachi è una semplice contadina come ve ne sono tante nel suo paese natio, un luogo in cui a garantire protezione dal gelo mortale ci pensa il Sun Tree, un sacro albero custodito e curato da un culto misterioso. La sua vita viene improvvisamente sconvolta quando si ritrova costretta a sacrificare alla pianta il suo unico figlioletto appena nato, in ottemperanza ai doveri sacrificali richiesti per garantire la prosperità delle terre circostanti. La storia di Smoke and Sacrifice prende il via alcuni anni dopo questo luttuoso avvenimento, nel momento in cui un’orda di creature ostili invade il villaggio di Sachi che, una volta in fuga, si ritrova ad attivare il congegno tramite il quale il culto effettua i sacrifici, finendo trasportata in un mondo a lei alieno, perennemente avvolto da una letale nebbia. È qua che inizierà la sua lotta per la sopravvivenza, nel tentativo di tornare a casa e fare luce sul destino del suo amato bambino, che stando ad alcuni abitanti del luogo potrebbe non essere defunto come sembra. La trama di Smoke and Sacrifice, pur essendo in scritta in maniera alquanto grossolana, si poggia su basi quanto mai stuzzicanti, capaci di invogliare la progressione del giocatore e lenire in parte i limiti di un gameplay discretamente confezionato, seppur privo di particolari guizzi, oltre che minato da una certa ripetitività.

A cavallo di due mondi

Smoke and Sacrifice poggia la sua identità su due distinti elementi ludici: uno puramente survival, l’altro di stampo ruolistico. La prima meccanica ci vedrà intenti a raccogliere di volta in volta i materiali richiesti, così da poter proseguire la nostra ricerca. Si inizierà recuperando gli oggetti necessari alla creazione di una rudimentale lanterna, indispensabile per avventurarsi all’interno della nebbia, fino a giungere alla realizzazione di armi ed indumenti utili per avere la meglio sulle minacce (sia viventi che ambientali) di cui la mappa di gioco è costellata. Il sistema su cui tutto si basa è estremamente semplice, oltre che in linea con i più celebri esponenti del genere, pertanto non ci vorrà molto tempo per riuscire a prendere confidenza con i semplici controlli che gestiscono il meccanismo di creazione. La sola raccolta dei componenti, però, potrebbe non essere sufficiente a soddisfare le differenti condizioni, dato che alcune creazioni richiederanno l’impiego di particolari strumenti, siano questi calderoni o banchi da lavoro. Al solito anche l’usura generale non sarà da sottovalutare, a meno di non volersi improvvisamente ritrovare indifesi nelle situazioni più critiche, mentre non è stata fortunatamente introdotta una gestione della fame che, vista la natura ibrida della produzione, avrebbe finito per risultare inutilmente frustrante. Seppur non rivoluzionaria e particolarmente articolata, l’anima survival di Smoke and Sacrifice funziona come ci si aspetterebbe, anche se costringe il giocatore a dover sopportare un marcato backtracking, che per coloro in cerca di un’esperienza più affine al mondo dei giochi di ruolo potrebbe rappresentare un ostacolo da tenere in considerazione. Questi, senza dubbio, troveranno più congeniali le meccaniche ruolistiche, che verteranno attorno all’ottenimento di armi ed equipaggiamenti sempre migliori, oltre che sulla presenza di combattimenti action, per quanto non basati su di un combat system estremamente complesso. In questi frangenti, difatti, potremo semplicemente limitarci ad attaccare o schivare, il tutto in maniera semplice e funzionale, anche se non eccessivamente profonda. Molto interessante, invece, la caratterizzazione ambientale, che potrà beneficiare di un variegato ventaglio di location, un ciclo giorno/notte dinamico e della presenza di biomi credibili e gestiti da comportamenti coerenti ed imprevedibili. Particolare lo stile visivo adottato in Smoke and Sacrifice, la cui natura pittorica richiama alla mente, sia per tratto che per animazione, i vecchi cartoni animati dell’est europeo. Senza infamia e senza lode il comparto audio, invero privo di particolari lodi, mentre il mio consueto pollice verso è rivolto alla totale assenza della lingua italiana.

Smoke and Sacrifice, pur basandosi su versioni semplificate di due distinti schemi ludici, si configura come un’esperienza per certi aspetti originali, anche se priva di qualità peculiari in grado di fare davvero la differenza. Per quanto sgrossate dalle complicazioni più marcate, le anime survival e ruolistica della produzione Solar Sail Games riescono a dare forma ad un’esperienza interessante e sorretta da una trama intrigante (per quanto esposta in modo assai blando), ma che avrebbe necessitato di qualche accorgimento ludico ulteriore per ambire a traguardi ben più lusinghieri.