Recensioni

Smashbox Arena

di: Simone Cantini

Se puoi schivare una chiave inglese, puoi schivare una palla!” Effettivamente questa citazione da Dodgball (Palle al Balzo dalle nostre parti) ben si sposa con quella che è l’essenza di Smashbox Arena, peculiare titolo prevalentemente multiplayer da poco sbarcato su PSVR. Sì, perché pur non presentando all’interno del suo inventario pesanti attrezzature idrauliche, sostituite comunque in maniera più che egregia da differenti armamentari, i momenti salienti della palla avvelenata sono ben riprodotti all’interno della produzione BigBox VR.

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Beam me up, Scotty!

Solo poche righe fa mi sono premurato di identificare Smashbox Arena come titolo fortemente votato all’esperienza multigiocatore, e nonostante la presenza di un velleitario story mode non posso fare altro che confermare le mie parole. Già perché la sezione che esula dalla connessione di rete non rappresenta altro che un blando allenamento, in grado unicamente di preparare il giocatore alle fatiche delle competizioni online. La campagna, difatti, non farà altro che calarci all’interno di alcuni match contro un gruppo di bot, di modo da riproporre in locale la struttura delle varie partite. Suddivisi in due squadre composte ciascuna da tre giocatori, scopo ultimo sarà quello di portare a casa cinque round e per farlo dovremo di volta in volta eliminare i membri del team avversario: una volta colpiti saremo out fino al termine del round successivo, pertanto appare chiaro come ognuna di queste sessioni veda vincitrice la squadra al cui interno sarà rimasto in-game almeno un partecipante. Per riuscire nell’intento dovremo colpire gli avversari con una delle palle che saranno disseminate lungo le varie arene, e che potremo raccogliere per mezzo di due pistole aspiranti (una per mano), gestite tramite il PlayStation Move. A patto di averne una libera, queste potranno essere utilizzate anche per muoversi all’interno degli stage, in una maniera alquanto improbabile per uno shooter competitivo, ma che dopo un po’ di pratica finirà per risultare tutto sommato funzionale: ognuna delle due pistole potrà sparare una sorta di segnalatore, il quale permetterà al player di teletrasportarsi nel punto di atterraggio. Si tratta di una soluzione obbligata, vista l’assenza di pulsanti dedicati al movimento all’interno dei Move, invero non proprio immediata da padroneggiare, ma che dopo un po’ di doverosa pratica permetterà di spostarsi in maniera decisamente agevole sul terreno di gioco. L’unico appunto, in questo senso, può essere mosso alla scelta di abbinare ai pulsanti frontali del controller destro la possibilità di ruotare in tale direzione, con lo stesso che accade in maniera analoga con quello sinistro: sarebbe stato sicuramente più intuitivo relegare tali possibilità all’interno del singolo Move, dato che spesso si rischia di fare confusione. Anche qua, fortunatamente, la pratica sarà la nostra migliore alleata.

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Che palle (di gomma)!

Ad aiutarci a portare a casa la vittoria in questa particolare competizione, oltre alle suddette palle, ci penserà una serie di gadget in grado di aumentare il nostro potenziale offensivo: sfere di fuoco, enormi macigni, razzi e mirini telescopici potranno agevolmente coadiuvare l’indirizzamento dell’inerzia del match. Qualora, poi, dovesse esaurirsi il tempo a disposizione, ecco che in una determinata zona dell’arena comparirà una salva di missili teleguidati da far detonare, in grado di colpire in maniera automatica dopo una manciata ulteriore di secondi gli avversari rimasti in gioco. Sarà inoltre possibile, a patto di avere una palla in nostro possesso, parare e respingere i colpi avversari, oppure, se dotati di sufficiente tempismo, potremo acchiappare al volo i proiettili indirizzati verso di noi, così da rispedirli al mittente. Veloci e capaci di esaurirsi in una manciata di minuti, i match di Smashbox Arena sono caratterizzati (a dispetto delle apparenze) di un notevole dinamismo, a cui sia accompagna con un pizzico di benvenuta strategia. A latitare è invece il senso di progressione generale, dato che ad eccezione di qualche skin per il nostro avatar ed alcuni badge in grado di identificare il nostro rango, la produzione BigBox VR si limita a proporre in maniera costante il medesimo schema ludico, senza che vi sia alcuna variazione di sorta. Le speranze per quanto concerne un guizzo di varietà in più sono, pertanto, tutte riposte in futuri aggiornamenti, magari accompagnati da qualche modalità accessoria. Anche il versante tecnico non si presenta proprio in forma smagliante, dato che il quadro proposto è alquanto spartano e non troppo rifinito, al pari dell’accompagnamento audio, decisamente trascurabile.

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A prima vista non si scommetterebbe un soldo bucato su Smashbox Arena, ma una volta presa la giusta confidenza con il suo particolare sistema di controllo, e metabolizzate le sue meccaniche, il titolo BigBox VR potrebbe riservare più di una piacevole sorpresa. Pur al netto di un’offerta invero alquanto povera in termini di varietà, il gameplay si è rivelato ben dosato e divertente, anche se alla lunga l’assenza di una qualsiasi variazione sul tema rischia di farsi seriamente sentire (visto anche il prezzo, al solito, tarato un po’ troppo verso l’alto). Come spesso accade per le produzioni VR si tratta di una scommessa che, magari in seguito ad un eventuale successo, potrebbe vedere ampliata la propria offerta che, per quanto già piacevole e riuscita, meriterebbe qualche guizzo in più per spiccare in maniera nitida all’interno della libreria di PSVR.