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Recensione Recensione di X-Blades

Recensione di X-Blades di Console Tribe

di: Redazione
Quanti di noi non hanno mai ragionato o discusso dell’avvenenza delle donzelle che affollano il mondo videoludico?

Probabilmente nessuno.

E’ per questo che, spesso, toccando con mano un titolo che presenta
qualcosa di “stuzzicante” ne siamo irrimediabilmente attratti. X-Blades
non fa eccezione a questa regola.



Protagonista d’impatto (a cura di Evil)



Sicuramente vi sarà capitato di disquisire sulla
prosperità di Lara, o sul character design al limite
dell’osè di alcune protagoniste di Soul Calibur o Dead or Alive.

Non c’è quindi da stupirsi che le varie software house,
probabilmente coadiuvate da seri esperti di marketing, continuino a
proporre eroine capaci ma sempre più svestite. Apparendo quasi
inverosimili fanno leva sulle fantasie di tutti i videogamers di sesso
maschile, contribuendo pertanto alle vendite. Questa è stata, e
sempre sarà, l’essenza del “fan service”, fattore largamente
usato nel mondo di anime e manga giapponesi da ormai parecchio tempo e
che sempre più spesso contagia produzioni occidentali in ambito
videoludico. Questo è quello che accade anche in X-Blades (originariamente OniBlades), titolo creato dai ragazzi della casa di sviluppo russa Gaijin Entertainment.



Ayumi, la giovane e sexy protagonista, raccoglie su di sé tutti
i clichè e le abitudini del fan service più estremo:
abiti a dir poco succinti, tratti estetici da indifesa “japan-lolita” e
inquadrature appositamente studiate. Indifesa solo nelle apparenze.

Infatti la bionda fanciulla avrà a disposizione un vero e
proprio arsenale al fine di eliminare tutti coloro che si frapporranno
fra lei ed il suo obiettivo; ed ecco svelato l’ennesimo stratagemma
presente in moltissimi dei titoli che puntano sulla sensualità
delle protagoniste: la finta innocenza. Tutte queste caratteristiche
vanno naturalmente a sposarsi in modo perfetto con lo stile dei
personaggi che pare essere uscito direttamente da una produzione hentai
soft.

La stessa trama appare quasi un pretesto per passare da un
combattimento all’altro, tra una posa sexy e l’altra. La narrazione
è quindi banale e difficilmente riuscirà a coinvolgere il
giocatore, che di fatto risulterà più interessato alle
fattezze della protagonista piuttosto che allo svolgersi della storia.
In breve vedremo Ayumi alla ricerca di manufatti dal potere immenso, il
cui utilizzo è proibito e pericoloso per l’intera
umanità. Questa descrizione apparentemente semplice riesce a
riassumere l’opera quasi per la sua interezza, sfoggiando elementi
visti e rivisti.

La realizzazione è improntata maggiormente sul character design,
tuttavia la trama è apprezzabile nella sua semplicità,
risultando pure poco invasiva e aderente al tema trattato.

Chiaramente solo l’utilizzo di tali espedienti non è abbastanza
per rendere un titolo interessante e giocabile, specialmente per un
hack’n’slash, genere che da sempre punta tantissimo sul gameplay.



Talento sprecato! (a cura di Tyler)



Nonostante le enormi differenze presenti fra giochi di questo genere,
le uniche varianti possibili nella realizzazione del gameplay sono due:
gli sviluppatori possono prediligere uno stile votato al tatticismo
oppure puntare alla pressione frenetica dei tasti.

X-blades è da inserire in questa seconda categoria,
infatti l’intero sistema di gioco vede il giocatore insistere sul
pad senza un minimo di tattica o ragionamento.

Quanto alla fase esplorativa, possiamo dire che difficilmente vi
ritroverete a girovagare in cerca di una destinazione, difatti come
già visto in altri titoli vi imbatterete in ambientazioni dallo
stile semplice e poco dispersivo.

Per quasi tutta la durata del gioco gli scenari proseguiranno secondo
lo schema classico: avanza, combatti, avanza, combatti. Non dobbiamo
quindi aspettarci enigmi o puzzle ambientali: l’intero scenario
di gioco è in funzione del combattimento, tuttavia presenta un
cospicuo numero di elementi distruttibili per raccogliere punti e
oggetti nascosti.

Durante le fasi di combattimento Ayumi appare ancora più
“piacevole”, sensazione che dovrebbe essere supportata adeguatamente
dall’esperienza giocata.

Tornando al già citato sistema di combattimento, quest’ultimo
prevede l’uso di spade, pistole e di un gran numero di incantesimi.
Elementi ormai divenuti classici, infatti l’innovazione (da qualche
anno a questa parte) in titoli appartenenti a tale genere, non risiede
nell’introdurre nuovi strumenti al servizio del giocatore, ma
piuttosto nel mescolare in maniera adeguata le componenti già
usate per creare nuove situazioni di gioco. Sotto questo aspetto il
gameplay mostra le prime avvisaglie di un lavoro approssimativo
semplicemente usando le combo: le due spade di Ayumi, pur lanciandosi
in movimenti sinuosi, si limitano semplicemente a ripetere
all’infinito serie di colpi standard.

La quasi totalità degli hack‘n’slash prevede attacchi
limitati, ma è opportuno che agli assalti base ne siano aggiunti
di accessori in modo da variare l’offensiva, specie alla vista del
giocatore. Variabilità invece assente in X-Blades, dove vedrete
sprecata ogni minima idea e sarete costretti al tanto odiato “button
mashing”. La situazione non migliora affatto se prendiamo in
considerazione l’uso delle pistole: è palese come queste due
armi non si fondano con l’intera struttura di gioco eccetto in rari
episodi perlopiù forzati.

Diverso invece è il lavoro riservato alle magie, difatti oltre
che per la quantità, riescono a distinguersi per come si
mescolano con altri attacchi, rendendo gli incantesimi un elemento di
gioco ben riuscito.

Oltre a poter richiamare questi attacchi dal menu, è possibile
associare quattro magie ai tasti del pad, in modo da usarle con
facilità inserendole all’interno delle vostre combo, che
rappresentano forse l’unico elemento ragionato del gameplay.

Nel complesso la giocabilità risulta discreta, senza troppe pretese; X-Blades
si mostra come un titolo senza importanti pregi né difetti
troppo evidenti. I combattimenti, pur non essendo particolarmente
impegnativi e soddisfacenti, filano via senza troppe difficoltà,
risultando immediati ed intuitivi.

Parlando di longevità, invece, si ha una piacevole sorpresa: le
avventure di Ayumi si distinguono per la durata decisamente superiore
rispetto ai titoli dello stesso genere. Inoltre se prendiamo in
considerazione i livelli di difficoltà e gli extra sbloccabili,
l’impressione sulla durata del gioco è senz’altro positiva,
anche se in parte incrinata dai difetti poco sopra menzionati.



Non voglio diventare cieco ( a cura di Evil)



Uno dei problemi maggiori di molte piccole software house indipendenti
è rappresentato dal budget, che di fatto condiziona direttamente
la realizzazione tecnica del titolo.

X-Blades purtroppo non riesce a superare tale ostacolo e si snoda lungo una catena di alti e bassi.

Il sistema di illuminazione è sicuramente di impatto, con un
utilizzo in pompa magna di HDR senza però perdere una certa
coerenza di applicazione.

Il design delle aree, pur essendo notevole, pecca di
ripetitività, aspetto su cui può aver inciso in modo
pesante il vile denaro a disposizione dei “Gaijin”. Probabilmente gli
sviluppatori appena hanno trovato un modello soddisfacente lo hanno
riproposto con leggere modifiche in tutto il gioco.

Lo stesso difetto affligge le texture, che risultano sì ben
realizzate, ma riproposte troppo spesso e in modo simile alla loro
precedente apparizione.

La lacuna più grande nel comparto grafico è però
la solita: personaggi principali realizzati benissimo ma avversari a
dir poco trascurati, specie per quanto riguarda le animazioni dei
nemici, infime anche come numero di poligoni utilizzati.

X-Blades, a differenza di altri titoli dello stesso genere,
offre un’ottima gestione della telecamera, pertanto la visuale risulta
facilmente controllabile e non disturba mai, salvo rari casi di
accerchiamento.

Non si può quindi affermare che non ci sia stato impegno in
questo comparto visivo: le scene d’intermezzo realizzate in
cell-shading si pongono al vertice della categoria per qualità e
riescono nello scopo di presentare la trama in modo intrigante,
nonostante la relativa semplicità.

Insomma, tra alti e bassi, il gioco in questione non eccelle
particolarmente, tuttavia si salva da un fallimento che invece ha
colpito altri titoli ben più blasonati.

L’unica cosa che si poteva evitare era forse il tentativo di abbagliare
l’utenza con l’utilizzo sfrenato di HDR, cercando di nascondere agli
occhi più vigili alcune mancanze dovute al risicato budget; non
che ci sia nulla di male nel provare a mascherare i difetti, ma
quantomeno è necessario riuscire nel proprio intento.



Vorrei sentirti gridare di piacere! (a cura di Tyler)



Il comparto audio di X-Blades risulta in linea con gli
standard dell’intera produzione, quindi apparentemente limitato per
questioni monetarie. Gli effetti audio sono discreti ed aiutano a
creare quel clima di fantasia che contraddistingue il gioco. Il
doppiaggio pur se italiano (una rarità) è purtroppo
altalenante, con voci talvolta adatte e altre incredibilmente fuori
luogo. Il lip-synch che segue le voci è di scarso livello e
potrete spesso vedere le labbra muoversi e non udire nulla o viceversa,
un difetto che sarebbe stato facilmente risolvibile.

La colonna sonora è di buona fattura sia per quantità che
per qualità delle tracce; il problema è che alcune,
spesso le più belle, sono inadatte all’ambientazione e alle
situazioni del gioco, dando l’impressione di essere state inserite da
qualcuno che non aveva assolutamente idea del gioco che stava creando.

Insomma, l’ennesimo lavoro approssimativo che in questa produzione avrebbe potuto facilmente sollevare la media.



Inserire una monetina per continuare ad osservare dalla tenda (a cura di entrambi)



Ci piacerebbe continuare a ricordare le fattezze di Ayumi per lungo
tempo, facendo chiacchiere da bar e confrontando il suo lato B con
quelli reali, ma come ogni cosa fatta seriamente, anche una recensione
deve arrivare ad una valutazione che, spiace dirlo, in questo caso non
è buona come la protagonista.

Il character design è sicuramente la cosa meglio riuscita e non
possiamo negare che alcune scelte al limite dell’hentai siano anche
piacevoli alla vista e non certo disprezzabili. Quello che abbiamo
davanti, però, non è un dvd da comprare in edicola di
nascosto e coperti di vergogna ma un videogioco, e come tale non
possiamo esimerci dal condannare alcune grossolane imperfezioni.

Gameplay, sonoro e grafica: praticamente tutti gli aspetti importanti
di qualsivoglia titolo sono segnati da macchie indelebili, sintomo di
una noncuranza o disattenzione da parte dei ragazzi della Gaijin.

Si sarebbe potuto chiudere un occhio se i difetti fossero stati
più misurati ma la loro diffusione incontrollata è indice
di scarsa serietà, assolutamente intollerabile specialmente per
l’utenza che il gioco lo paga fior di quattrini.

A chi consigliare quindi questo titolo? A tutti e a nessuno, in pratica.

Se siete disposti a passare sopra ai difetti, allora potreste passare
parecchie ore ad ammirare il posteriore di Ayumi, e addirittura a
sbloccare i vari extra presenti in X-Blades.

Se invece odiate quando le software house vi prendono in giro, passate oltre senza indugi.