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Recensione Recensione di WRC 2: FIA World Rally Championship

Recensione di WRC 2: FIA World Rally Championship di Console Tribe

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

Corse su pista, su sterrato, gare di drift, pieghe in moto, fughe dalle forze dell’ordine e gare clandestine: il mondo videoludico ha sempre avuto un occhio di riguardo per le gare di velocità motoristiche, presentando un parco titoli in grado di soddisfare il palato di ogni giocatore. Titoli più o meno realistici si sono alternati con continuità e nuovi franchise dedicati talvolta alle medesime tipologie di auto sono nati nel corso degli anni.
Nel caso della folle e fangosa disciplina dei rally è lecito credere che pressochè qualunque videogiocatore conosca titoli come Colin McRae Rally e Sega Rally e nonostante il cambio di nome del primo e il calo di popolarità del secondo, per gli amanti dei traversi su qualunque superficie stradale la scelta è sempre stata piuttosto obbligata, almeno fino a quando, nel 2010, i bravi sviluppatori italiani di Milestone, (saliti agli onori della cronaca per gli ottimi titoli dedicati al mondiale SBK) dopo aver ottenuto la licenza ufficiale del WRC, decisero di cimentarsi nella realizzazione di un gioco dedicato a quel mondo delle gare motoristiche. Il primo tentativo fu un successo a metà: se dal punto di vista dell’esperienza guidata WRC: FIA World Rally Championship fu apprezzato da molti giocatori, nonostante alcuni miglioramenti fossero ancora necessari, per quanto riguardava i comparti più tecnici del gioco (come la grafica) i difetti erano numerosi e spesso fastidiosi. Questi errori, pur non impedendo agli appassionati di godere del titolo, ne minarono fortemente le valutazioni da parte della critica specializzata.
Ad un anno di distanza e forti della rinnovata licenza ufficiale, i ragazzi di Milestone non si sono arresi e hanno presentato il nuovo WRC 2.
Saranno riusciti a smussare un lavoro ancora acerbo ma denso di potenzialità?

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Non saltare sul dosso!

Come abbiamo precedentemente detto, la giocabilità del primo WRC era stata giudicata ampiamente soddisfacente da moltissimi acquirenti, nonostante in alcuni casi le auto tendessero fin troppo a scatenare effetti pendolo non motivati e apparissero, in generale, fin troppo leggere nelle loro dinamiche di movimento. Il punto forte su cui oggettivamente puntava il predecessore era la differenziazione fra i vari terreni, in grado di modificare radicalmente il comportamento della vettura, costringendo, come nella realtà, a variare stile di guida in funzione dell’aderenza e delle asperità del fondo stradale.
Questo nuovo lavoro di Milestone mantiene innegabilmente quest’ultimo pregio, affinandone alcune parti, come i passaggi nelle pozze d’acqua (adesso tremendamente pericolosi). Le lievi mancanze precedentemente citate sono state quasi totalmente spazzate via, con comportamento dei mezzi realistici e credibili (niente più perdite di controllo inspiegabili) e macchine finalmente più pesanti e meno portate al cappottamento istantaneo. Rimangono purtroppo alcuni difetti, forse dovuti alla costruzione dei tracciati, che spesso, inspiegabilmente, durante un leggero taglio delle curve faranno saltare la nostra auto in aria come se avesse fatto scattare una mina anticarro. Sappiamo che nelle vere corse su sterrato i cappottamenti sono all’ordine del giorno, ma vedendo i vari video risultano sempre motivati dalla presenza di rocce o altri ostacoli, mentre in WRC 2, in alcuni casi, pare che appena fuori dalla traiettoria siano posizionati alcuni trampolini invisibili. Al di là di questo fastidioso difetto, l’esperienza di guida è di tutto rispetto e migliora quanto già provato nel titolo precedente.
Una piacevole sorpresa è stata verificare quanto le modifiche e le regolazioni effettuabili (forse fin troppe) incidano realmente sul comportamento della vettura, (anche con lievissimi cambiamenti) anche se quasi sempre agire sulle componenti dell’auto porterà a un peggioramento della guidabilità. Il nostro consiglio è quindi quello di smanettare solamente sulle voci più conosciute, come altezza da terra, rigidità degli ammortizzatori e lunghezza dei rapporti (a meno che non siate veri meccanici del WRC).

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Oltre a tutte queste regolazioni, al fine di rendere la guida più adatta al vostro stile e alle vostre capacità, avrete a disposizione una serie di aiuti come controllo della trazione e della stabilità, alcuni realmente esistenti nelle loro dinamiche, mentre altri un pelo fantascientifici nel loro comportamento, ma in grado di rendere il titolo giocabile anche ai più negati al volante. Tutti questi settaggi, uniti a diversi livelli di simulazione (per quanto riguarda danni e penalizzazioni) saranno chiaramente utilizzabili in ognuna delle modalità inserite dagli sviluppatori. Il punto cardine di WRC 2 è ovviamente la Road to WRC, modalità che seguirà la nostra crescita come piloti dalle categorie minori fino al titolo mondiale. Durante la nostra carriera sarà presente una parte manageriale per quanto riguarda la gestione della nostra scuderia, in cui saremo chiamati a scegliere nuovi sponsor e a reclutare nuovi meccanici e altre figure professionali, al fine di perfezionare ogni aspetto del nostro team. Ovviamente le offerte degli sponsor e la disponibilità di upgrade meccanici e stilistici varieranno ed aumenteranno con le nostre vittorie e con l’avvicinarsi del coronamento del sogno di ogni pilota in erba. Road to WRC appare fin da subito come una modalità completissima, complice anche l’inserimento, fra le gare presenti in calendario, dei Super Special Stage, che come nel vero mondiale Rally spesso concludono una trasferta in un paese. Purtroppo, nonostante la ottima mole e varietà di gare, questa modalità è resa un po’ troppo noiosa e piatta da alcune scelte poco comprensibili. L’evolversi della carriera sarà infatti limitato al semplice susseguirsi di gare senza alcun intermezzo video, ne per quanto riguarda alcuni eventi particolari (come i cambi di categoria), ne per presentarci la successiva tappa del mondiale (cosa a cui, seppur in versione “quadrettosa” eravamo abituati fin dai primi Colin McRae rally).
Nonostante la modalità appena trattata faccia da padrona, l’esperienza offline non si esaurisce con essa e non mancano le classiche gare o i rally singoli e i campionati, tutte affrontabili anche in multiplayer (locale) fino a 4 giocatori, seppur in alternanza e con i tempi di percorrenza a stabilire il vincitore. L’online aumenta decisamente il numero di partecipanti, portandoli fino a 15. Anche in questo caso però, in puro stile rally non vi saranno sportellate o testa a testa reali, data l’assenza di contatti e collisioni e ancora una volta sarà il cronometro a stabilire chi sprofonderà nel fango o chi indosserà la corona di alloro.
L’unico parziale strappo a queste regole sarà rappresentato dagli special stage affrontabili online, che permetteranno a due giocatori di sfidarsi contemporaneamente, sebbene su corsie separate. Non manca inoltre una modalità di apprendimento denominata scuola di rally nella quale al giocatore verranno proposte prove via via più complesse, al fine di migliorare le proprie capacità di guida e limare decimi o secondi apprendendo il corretto metodo di approccio alle differenti tipologie di curve e di manto stradale.

!==PB==!
Attenzione…tratto pericoloso!

Tornando alle parti iniziali della recensione ricorderete sicuramente come l’aspetto meno riuscito del vecchio gioco fosse il comparto grafico, incapace di rendere giustizia alle tappe più suggestive del mondiale rally e poco convincente anche per quanto riguardava la modellazione delle vetture. In questo senso i ragazzi di Milestone hanno provato a seguire le critiche che gli erano state mosse e a correggere i propri errori. Nonostante l’impegno profuso, però, pare che la strada sia stata tutto fuorché facile. Se le auto sono innegabilmente più fedeli alle controparti reali e i circuiti più ricchi di vegetazione e particolari, la resa visiva totale non è nemmeno lontanamente accettabile: case a bordo pista, alberi e terreno paiono appena abbozzati e colorati senza alcuna tridimensionalità, coperti con texture imbarazzanti e mal realizzate, difetti questi visibili anche in movimento e non solo durante un “parcheggio”. Il colpo di grazia è però la realizzazione delle alture e montagne che attraverseremo, paragonabili a singoli blocchi di roccia senza alcuna modellazione credibile e cosparsi di evidenti scalettature. Volendo rigirare ulteriormente il coltello nella piaga, il pubblico, da sempre protagonista di ogni rally, è degno di quanto visto in alcuni titoli della precedente generazione di console, tale è lo scarsissimo livello realizzativo.

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Dal punto di vista grafico, quindi, gli sforzi compiuti dagli sviluppatori risultano ampiamente insufficienti e talvolta, complice anche la migliorata realizzazione delle auto e la contrapposizione col basso livello delle ambientazioni, pare quasi di trovarsi di fronte ad un generale passo indietro. La quasi totale assenza di cali di frame rate è una ben magra consolazione e alla luce dello scarso impatto visivo è una caratteristica quasi doverosa. Per quanto riguarda il comparto sonoro vi è poco da dire, le semplici musiche che si sentono durante la navigazione tra i menù sono sicuramente un po’ irritanti, ma ci accompagnano per così poco tempo da risultare tralasciabili. I rombi dei motori e gli scoppiettii generati dal rilascio del gas paiono piuttosto credibili e ben realizzati e anche gli effetti sonori dedicati alle collisioni presentano una varietà di buon livello.
Per quanto riguarda invece la voce del navigatore, questa fornisce informazioni precise e puntuali, anche se talvolta, in seguito a una collisione (anche leggera), perde troppo tempo a redarguirci sulla nostra guida, tralasciando le indicazioni relative a svariate curve, cosa che raramente accade nella realtà, con navigatori che passano ad imprecare contro il pilota anche alcuni chilometri dopo l’incidente, durante un tratto della tappa meno impegnativo e importante.

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Siamo in ritardo…accelera!

I ragazzi di Milestone, una delle rare software house italiane, tornano quindi con un gioco dedicato al mondiale rally, ma paiono aver imparato dai propri sbagli solo in parte.
Non sappiamo se l’impossibilità di fare un definitivo salto in avanti per quanto riguarda il comparto visivo sia imputabile ad una mancanza di fondi e alla conseguente impossibilità di comprare o sviluppare un motore grafico valido; resta però il fatto che ad oggi, da un titolo che si fregia di una licenza tanto importante e che ha in passato ricevuto critiche simili, non è accettabile non notare significativi miglioramenti. La parte guidata del titolo si mantiene certamente sugli ottimi livelli del predecessore, ma alcuni inspiegabili cappottamenti risultano alla lunga frustranti e riconducibili a veri e propri errori durante la creazione dei tracciati. La speranza di tutti noi, legata a un pelo di orgoglio nazionale, è che Milestone si rifaccia, sfornando in futuro un titolo dedicato ai rally con una qualità paragonabile alla serie SBK, risolvendo finalmente quegli errori che in due uscite sono rimasti pressochè i medesimi. Allo stato attuale delle cose WRC 2: FIA World Rally Championship potrebbe piacere solo ai patiti della disciplina, a patto che siano disposti a chiudere entrambi gli occhi sulla pessima resa visiva e su repentini errori non imputabili alla propria guida.
Per tutti gli altri vale forse la pena guardare altrove o attendere un deciso ridimensionamento del prezzo.