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Recensione di Viva Pinata: Trouble in Paradise

Recensione di Viva Pinata: Trouble in Paradise di Console Tribe

di: Redazione
In realtà non esistono molte differenze tra il brand di Gears of War, e
quello di Viva Pinata: nel primo, i designer di Epic danno la
possibilità di confrontarsi con una terribile e minacciosa razza aliena
che vive nel sottosuolo, da sterminare a colpi di fucile e motosega; il
secondo, creato dall’eclettico team di Rare (Banjo Kazooie, Perfect Dark Zero),
chiede al giocatore di attirare animaletti nel proprio giardino, con la
possibilità di distruggerli a colpi di vanga. Curioso non trovate?
Specialmente se consideriamo che Viva Pinata, e il sequel che prenderemo in analisi oggi Viva Pinata: Trouble in Paradise, sono giochi concepiti per tutti, anche per gli utenti della più bassa fascia d’età (la 3+ del sistema europeo PEGI).

In realtà Rare non ha voluto creare un mondo popolato di creature da
distruggere per il puro divertimento sadico, ma piuttosto un universo
nel quale gli animali sono certo vivi, ma bensì composti da leggere
striscioline di carta e ripieni di morbido cioccolato al latte, delle
Pignatte per usare un termine italico poco corrente. In questo seguito,
come nell’originale, il nostro compito sarà quello di creare un
paradisiaco giardino delle delizie dolciarie, vestendo i panni di un
fantasioso e improbabile giardiniere, barra pasticciere e collezionista
di animali.

A distanza di due anni dal lancio del primo capitolo della serie,
andiamo ad analizzare con cura quali novità sono state introdotte, e
cosa possiamo trovare in Trouble in Paradise (d’ora in poi TiP).




Un dolce ritorno



Alcuni di voi forse non conoscono ancora Viva Pinata. Per tutti coloro
che si sono messi a leggere questa recensione, non conoscendo ancora
quello che è uno dei brand maggiori di casa Microsoft, (non isolato dal
resto del mondo mediatico per altro, visto che ha portato alla
realizzazione di una serie televisiva per bambini, oltre che di gadget
e peluches), allora sappiate che non siete di fronte ad un normale e
tradizionale videogame per un pubblico giovane. Viva Pinata non è un
gestionale, anche se contempla molto dal genere in questione, non è un
party game, nemmeno un gioco per famiglie, bensì tutto questo e molto
di più, messo assieme, fuso e appallottolato, per creare uno dei
prodotti più eclettici e rivoluzionari della stagione videoludica di
Xbox.

Ovviamente non si torna da una vacanza a mani vuote, e come per una
cena a casa di amici ci si presenta sempre con una bottiglia di vino o
una torta, anche Rare suonando il campanello porta con sé da casa,
nuove dolcezze e un prelibato dessert.



La più evidente delle new entry, è l’inserimento di nuove pinata in
aggiunta a quelle che già conosciamo e che già ci sono state presentate
nel primo VP. I nuovi animaletti non possono che sacralizzare
l’incredibile e buffo design che il team di Rare ha saputo farci
apprezzare nei due anni a questa parte: disegno caricaturale, forti
contrasti cromatici e movenze ridicole non mancano all’appello.

Il sistema di sfide, che in VP era un semplice palliativo per rendere
un gioco molto statico un po’ più vario, è stato modificato leggermente
per risultare più divertente e completo: le pinate da spedire a pinata
central per le ricompense, dovranno soddisfare requisiti più rigidi e
rigorosi, aumentando così la difficoltà di gioco e di approccio, per
soddisfare l’utente più grandicello o chiunque cercasse un’esperienza
più matura o adulta.



Il multiplayer, assente nel primo capitolo, viene finalmente
implementato in TiP, contemplando sia il gioco su Live che quello in
sistem link. E’ possibile creare un giardino da condividere pienamente
con altri giocatori fino a un massimo di quattro, oltre alla
possibilità di invitare o accogliere altre persone come semplici
spettatori. Purtroppo la nuova modalità in questione delude un po’ le
aspettative del pubblico, apparendo confusionaria e niente di più.




Nuove, succose ambientazioni



Se avete dato un occhio ai vari video o agli screenshot che hanno
presentato il gioco nei mesi precedenti all’uscita, avrete certamente
notato nuove interessanti ambientazioni che danno carattere e spessore
a quel che era un brand già visivamente molto appagante, specialmente
grazie all’incredibiglioso design ambientale e all’aspetto dei
bufferrimi animaletti.

In TiP infatti, possiamo visitare ogni volta che ci viene il desiderio
o lo stimolo di farlo, due nuove ambientazioni, caratterizzare da climi
differenti e naturalmente da un nuovo catalogo zoologico.



Sia il paesaggio desertico che quello artico, rappresentano quando di
meglio abbia realizzato Rare visivamente parlando, dalla nascita degli
studios ad oggi. Nel loro stile a cartone animati ricordano i migliori
film d’animazione digitale come “Ice Age” o “Madagascar”, e riescono a
ricreare delle ambientazioni vive e della grande potenza visiva.

Una volta presa la strada per una delle due località, potremo piazzare
trappole per catturare nuove ed esotiche pinata, come il cammello o il
pinguino giusto per citarne qualcuno. Ovviamente andranno trattate con
cura all’interno del nostro giardino, adattando lo stesso alle pretese
e alla esigenze dei nuovi arrivati.

In realtà catturare un animale è molto semplice e finisce per
trasformarsi in una semplice questione di fortuna. Scegliamo una delle
differenti trappole disponibili a negozio (più è alto il prezzo e
maggiore saranno le possibilità di cattura), la piazziamo in un
qualsiasi punto della mappa, scegliamo l’esca, dopodiché non resta che
attendere l’arrivo dello (s)fortunato di passaggio. Una volta catturata
la pinata, il servizio postale farà tutto il resto, trasferendo
l’animale dal suo luogo d’origine al nostro giardino.



Per quanto sia accattivante l’idea e la possibilità di recarsi in
luoghi differenti a catturar pinata mai viste, resta un importante
vincolo che forse non è stato preso in considerazione dai talentuosi
designer di Rare, ovvero la possibilità di prendere possesso delle
nuove biosfere al fine di creare un giardino totalmente nuovo e dal
paesaggio unico, invece di restare incollati ad un’ambientazione che i
giocatori fedeli conoscono fin troppo bene.

Sono stati implementati nuovi materiali per la creazione del proprio
giardino, in tema con quelli che sono i nuovi animali e i relativi
microclimi, quindi al posto dell’erba potremo avere della sabbia o
della neve: ciò non toglie che un giardino tematico di questo tipo
apparirà come un pugno nell’occhio, in quanto una macchia di neve su
un’isola tropicale non è proprio il massimo del realismo. Nemmeno per
un mondo fatto di cartoni animati.




Un occhio sul paradiso



Una delle novità più grandi introdotte con TiP, o almeno una di quelle
più discusse prima dell’uscita, è la possibilità di inserire pinate nel
proprio giardino con l’uso della webcam Live Vision di Microsoft. La
cosa suonerà certamente un po’ strana, specialmente ai puristi e a chi
ha giocato il primo episodio della serie. Posso infatti affermare, che
questa novità non è niente di più di un cheat, legalizzato in termini
di giocabilità, volgarmente inserito, poco giustificato ma al tempo
stesso molto ben mimetizzato con quello che è l’intero sistema di
gioco. La funzione è stata inserita per i giocatori più piccini o
quelli più pigri, per addomesticare animali altrimenti difficili da
attirare nel proprio nido di caramellosa felicità. Il funzionamento di
questa nuova feature è semplice; prendi la card della pinata
interessata (le si trovano su internet, sul sito ufficiale e non), che
altro non è che una normale fotografia dell’animaletto designato,
corredata di un codice simile alla zebra del barcode. Il sistema legge
e interpreta il codice, quindi inserisce immediatamente e senza troppi
preamboli l’animaletto designato nel proprio giardino, sottraendo il
costo in denaro dalla propria riserva.

Inutile dire che la cosa funziona pochissimo, sia perché si va a
perdere l’unico elemento che rende Viva Pinata un gioco godibile e
interessante, sia perché obbliga all’aquisto di una webcam originale
Microsoft, l’unica ovviamente compatibile con il gioco e con la console.




Una creazione degna del miglior pasticcere



E’ sempre difficile migliorare un titolo che già dimostrava di saper
regalare un comparto tecnico solido e senza paragoni; ma per quanto
incredibile la casa di sviluppo inglese riesce pienamente nell’intento.
Le animazioni sono il fattore che ha risentito maggiormente di questo
upgrade, con movenze delle pinata ancora più variegate e di ottima
fattura. Le texture sono piene e definite, dai colori vivaci, vibranti,
cariche della stessa euforia festaiola che scatenano i teneri animali
in striscioline di carta. Nessuna traccia si aliasing, che è
ottimamente gestito dall’engine grafico, così come il tearing, problema
ancora costante sulla bianca console, che non fa però mai capolino tra
le piante dei nostri giardini.

I menù hanno cambiato veste per innovare anche sul fronte del disegno
grafico, pur mantenendosi in falsa riga uguali a quelli del
predecessore.

Le musiche rievocano quelle del primo VP, ma cambiano un po’ di
sonorità, rese più complesse da una partecipazione strumentale più
corposa.

Parlando sempre in termini tecnici, l’engine è stato alleggerito da
tutte quelle inutili pesantezze che allungavano i tempi di caricamento,
o che procuravano un’insopportabile lag negli attimi di gioco più
concitato, per non parlare dei salvataggi automatici che, come un
camaleonte, si mimetizzano ora alla perfezione durante le lunghe
sessioni di gioco.




Il conto



Se avete i crampi allo stomaco, potrebbe darsi che abbiate mangiato
un’eccessiva quantità di caramelle e dolcetti. La verità è che il
verdetto finale per TiP non è per nulla negativo, ma delude fortemente
le aspettative createsi sin dall’annuncio di questo sequel, in
particolare quelle dei fan e di chi credeva profondamente nell’idea.
L’ultimo prodotto Rare, che vede protagonisti i buffi animali in
cartapesta, sembra essere troppo simile al precedente, nella
giocabilità e nella particolare struttura di gioco, non riuscendo ad
attirare coloro che non erano stati convinti con il primo VP.