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Recensione Recensione di The First Templar

Recensione di The First Templar di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Avete presente quando attendete un titolo con ansia? Quando sapete che tra le vostre mani potrebbe esserci il capolavoro dell’anno? Io sì, e so per certo che non è questo il caso. Qualunque redattore, almeno una volta nella vita, ha dovuto – e qualche volta anche voluto – testare un gioco tremendamente brutto. Dall’esterno può sembrare facile, basta scrivere qualche frase sarcastica, qualche commento negativo e il gioco è fatto. In linea generale sono d’accordo con questo ragionamento ma, credetemi, non è così semplice. Paradossalmente valutare un gioco brutto è difficile tanto quanto testare una Killer Application, questo perché, anche nel marasma del pattume videoludico, c’è il titolo semplicemente fatto male e poco ispirato e quello che, volendo dirla tutta, non doveva proprio essere realizzato. Non vorrei dilungarmi troppo e rovinarvi il piacere di leggere l’articolo, quindi sarò breve: questa è la recensione di The First Templar, action sviluppato da Haemimont Games; per chi non conoscesse la software house bulgara, si tratta di una compagnia che perlopiù crea titoli a sfondo storico, come appunto il titolo sopracitato.

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Non so voi ma il filone medioevale mi ha sempre affascinato: cavalieri, templari, castelli, onore, misticismo religioso, guerra; il tutto raccontato in maniera fantasiosa, evocativa, unica. Non sto qui a citarvi le varie opere videoludiche e letteral-cinematografiche, ma sappiate che in giro c’è parecchio materiale interessante da visionare. Quello che bisogna chiedersi è: c’è davvero bisogno di altri titoli simili? Questo non sta a me dirlo, quello che so è che una riproposizione sul tema non l’avrei affatto sdoganata, almeno se non fosse stata così piatta e banale come The First Templar. Con calma, vi spiego. Nel gioco vestiremo inizialmente i panni di questi due cavalieri trasandati: Celian e Roland, più avanti nella storia incontreremo anche un’ulteriore personaggio, stavolta femminile, che – curve escluse – non aggiunge comunque nulla di interessante alla storia. I cavalieri in questione sono alla ricerca del Santo Graal (che novità!) e durante il loro peregrinare, tra un colpo di spada e l’altro, così giusto per ricordare che c’è redenzione e perdono per tutti, s’imbatteranno in varie cospirazioni, clerici corrotti e chi più ne ha più ne metta. Continuo? Ok, se proprio siete masochisti vi dirò che, se la banalità della trama non bastasse, ci sono una marea di dialoghi altrettanto banali che, tra le varie cose, sono anche recitati pessimamente. Ma tant’è che il gioco è comunque un action; ecco il cliché videoludico che si ripete: trama insulsa e azione divertente e frenetica?

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Di solito sono contrario al ripetersi di situazioni tutte uguali, come il cliché sopracitato. Da amante del genere non posso che restare insoddisfatto davanti al perpetuarsi di questo schema, ma – ahimè – stavolta lo rimpiango. Come avete potuto capire, anche sul versante gameplay The First Templar non regala nessuna emozione, negative escluse. Il gioco si presenta come un action abbastanza canonico: due tipi di attacchi, un dash laterale per evitare i colpi, contrattacco e un sistema di difesa. In questo senso, parlando della semplice impostazione, il titolo targato Haemimont Games non è poi così male. Volendo dirla tutta, il sistema di combo – di massima semplicità – è anche divertente. Se a questo aggiungiamo che si può completare l’intera avventura con un amico, potremmo avere tra le mani un gioco incredibile! Magari…
Tralascio il discorso della cooperativa (ma preannuncio che anche lì ce ne sono delle belle) e spiego un attimo come si svolgono le missioni. Ogni capitolo ci trasporta attraverso diversi scenari, discretamente variegati, in cui semplicemente dobbiamo far mattanza dei nemici passando da un checkpoint all’altro, il tutto intervallato da noiosissime scene d’intermezzo. Sul versante esplorazione The First Templar è decisamente povero: sulla mappa posta in alto, verrà sempre, e dico sempre, indicata la direzione da seguire per continuare l’avventura; se durante il percorso trovate delle diramazioni queste vi condurranno o verso obiettivi bonus oppure a zone ricche di power-up e oggetti vari. Non vorrei discutere tanto sulla scelta delle strade secondarie, ma perché indicare sempre e comunque la direzione da seguire? Paura che il giocatore si senta smarrito? Questa scelta mi ha lasciato perplesso anche perché, il level design è così scarno che sarà praticamente impossibile perdersi! Tant’è che il gioco è comunque un action; ecco il cliché videoludico che si ripete: esplorazione semplice ma azione divertente e frenetica?
Lo so, sto diventando ripetitivo anch’io, e sì, lo so, avete già capito che anche per quanto riguarda il combattimento questo gioco non brilla affatto. Vi ho già spiegato grossomodo le azioni che è possibile compiere in battaglia, difatti il titolo poteva anche risultare interessante sotto questo punto di vista, se non fosse per l’esercito nemico addestrato da Topo Gigio e company. Nella mia carriera videoludica ho visto parecchie D.A. (deficienze artificiale) ma quelle di The First Templar non hanno paragone. La stragrande maggioranza dei nemici si limiterà ad aspettare la morte, i più tenaci azzarderanno qualche attacco, mentre quelli che veramente hanno un minimo di spirito di sopravvivenza, aspetteranno che voi infrangiate il loro scudo, per poi diventare delle inermi marionette pronte per essere sacrificate sotto i vostri colpi. In poche parole i nemici che incontreremo nel gioco si comporteranno in maniera molto schematica, lasciandosi colpire senza azzardare il minimo attacco. A dire il vero qualche volta proveranno anche a colpirvi, e vi faranno anche male, ma il fatto è che avrete tanta di quell’energia a disposizione e ci saranno tanti di quei punti in cui ricaricarla, che quasi vi dimenticherete di essere stati colpiti.

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E non è ancora finita! E’ stata una gioia – decisamente passeggera – scoprire che The First Templar possiede un sistema di sviluppo complesso e corposo. Accedendo al menù ho potuto notare una schermata di potenziamento a forma di croce, in cui, usando i punti esperienza accumulati, è possibile migliorare le caratteristiche del protagonista. Il problema è che, essendo il gioco incredibilmente facile, diventando più forti, The First Templar passa da facile a… non riesco nemmeno a trovare le parole per descriverlo, ma ci siamo capiti. Fatto sta che il gameplay risultata incredibilmente noioso, senza nessuna sfida per il giocatore; la vera sfida è stata per me, se permettete.
Di solito dedico un paragrafo apposito alla modalità multiplayer. Questa volta ho scelto di unire tutto al gameplay, non perché non voglia dare importanza al comparto, ma semplicemente perché questo rappresenta un paradosso videoludico. Inizio col dire che da un punto di vista tecnico, netcode e facilità di trovare una partita, The First Templar risulta eccellente. Essendo un titolo che punta tutto sulla cooperativa – almeno credo sia stata questa l’intenzione degli sviluppatori – era di vitale importanza che il prodotto risultasse stabile e di facile fruizione. Mi fa quasi strano a scriverlo, ma qui si deve fare un complimento ai ragazzi di Haemimont Games. Prima di continuare v’invito a fare un ragionamento. Di solito qualsiasi titolo affrontato in cooperativa con un amico diventa più appassionante: ci sono più nemici, si chiacchiera… insomma, ci si diverte! E qui viene il paradosso di The First Templar. Il gioco in cooperativa è ancora più noioso! Sì, avete letto bene, non sto scherzando, se nel single player The First Templar è facilissimo, in cooperativa diventa… ancora non trovo le parole, ma tanto ci siamo capiti di nuovo. Con l’aiuto di un compagno i nemici saranno ancora più facili da battere; la storia, invece, diventa ancora più noiosa. Strano a dirlo, ma il gioco in cooperativa peggiora sotto tutti punti di vista.

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C:Documents and SettingsRedazioneThe First TemplarTecnica.docx

Come dicevo, The First Templar è un titolo di carattere medievale. A tal proposito il lavoro svolto non è male, gli sviluppatori hanno ricreato discretamente questa tipologia di ambientazioni, con scenari credibili e personaggi ben inseriti nel contesto. Purtroppo l’idea alla base non è bastata. Da un punto di vista tecnico, ho visto pochi titoli next-gen così tremendamente simili a giochi della passata generazione: scenari poveri, texture in bassa risoluzione, colori spenti; ovunque il mio occhio si posi finisce per guardare elementi grafici pessimi. E, non per essere cattivo, ma il gioco in movimento è ancora peggio. Le animazioni sembrano essere state prese da un reparto di traumatologia, con personaggi legnosi e impacciati ad ogni movimento di pad. Stesso discorso vale per le scene d’intermezzo, in cui i protagonisti mostrano un livello recitativo degno delle peggiori opere scolastiche. L’audio continua sulla falsariga della veste grafica: campionature evitabili, doppiaggio sempre fuori sincrono e motivetti decisamente inaccettabili.

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E siamo giunti alla fine. Come si suol dire in questi casi, è un lavoro sporco ma qualcuno lo doveva pur fare! The First Templar è un titolo decisamente mediocre, con qualche buona idea alla base, ma espressa senza la minima voglia o ingegno creativo. Oltre a non presentare nessun tipo di innovazione per il genere, non riesce nemmeno a ricalcare quelli che sono i punti saldi. Un totale fallimento. In un mercato così avido e con videogiocatori attenti a cosa comprare, trovo strano che si sia voluto puntare su un prodotto simile. Visto che nessun aspetto di The First Templar riesce a coinvolgere il giocatore, forse era quasi meglio rivedere il prodotto in fase di realizzazione e puntare su altro. Probabilmente gli sviluppatori hanno pensato che la possibilità di terminare l’avventura con un amico ne avrebbe giustificato l’acquisto. In ogni caso, inutile fare molte considerazioni a riguardo, posso solo dire che The First Templar è un gioco… ancora non trovo le parole, ma ci siamo capiti.