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Recensione Recensione di The Darkness

Recensione di The Darkness di Console Tribe

di: Redazione

The Darkness nasce come fumetto dal genio di tre autori: David Wohl,
Marc Silvestri e Garth Ennis. Nel 1996, distribuito dalla Top Cow Image
Comics viene positivamente accolto dal pubblico. Nel 2002 le vendite
calano di colpo, poi più nulla.

La critica l’ha sempre considerato una delle più importanti opere dark di sempre.



Oggi, Jackie Estacado, il protagonista della serie, torna a far parlare
di se grazie alla Starbreeze Studios; il gioco è distribuito da 2k
Games in multipiattaforma per Xbox 360 e Playstation 3.





Il mio ventunesimo compleanno: la prima volta che morii…



Jackie è un orfano adottato in tenera età da Don Paulie Franchetti,
padrino di una delle più importanti famiglie mafiose italo-americane di
New York City.

I rapporti con lo “Zio” Paulie non sono dei migliori. Il ragazzo ci
racconta che il giorno più felice passato assieme è stato in una
stazione della metropolitana a contare i treni. Questo ci fa capire che
non esiste un legame di amore parentale ma semplicemente interessi
lavorativi. Fin da subito dimostra di saper svolgere bene il suo lavoro
e di essere pronto ad assolvere compiti anche decisamente importanti.

Altro personaggio chiave della vita di Estacado è Jenny Romano, una
ragazza cresciuta assieme a lui nell’orfanotrofio con cui fin da
piccolo ha avuto un rapporto di amicizia e complicità. I due
condividono un forte legame sentimentale.

Durante una missione nella quale era coinvolto Jackie, dei soldi
spariscono e il Boss Franchetti, presumendo la colpevolezza del nipote,
sguinzaglia i suoi uomini contro di lui. Il nostro protagonista si
troverà costretto a scappare dai seguaci dello zio oltre che dalla
polizia.

Durante le mille peripezie, il giovane, scoprirà di essere posseduto da
un demone che gli permette di trasformarsi in una creatura oscura.
Tentacoli dotati di aguzze fauci e poteri maligni saranno armi che
potrà sfruttare contro i propri nemici. Il tutto accade proprio nel
giorno del suo ventunesimo compleanno e questo non è un caso…
Spetterà a voi scoprire il perché…


Non il solito FPS

Non fatevi ingannare dalla visuale in prima persona: The Darkness non è
uno sparatutto puro come ne sono apparsi già tanti sulla nostra
console. Non andrete in giro con il fucile spianato ammazzando chiunque
vi si presenti davanti. La ricerca, che sia di una persona, di un
oggetto o di un luogo è una delle caratteristiche principali del gioco.
Dovrete parlare con parecchia gente per scoprire come portare avanti la
storia, persone fidate o amici di vecchia data vi aiuteranno nei vostri
scopi.

Altra differenza dal solito sparatutto in soggettiva è la tenebra: come
già detto Jackie è posseduto da un demone che, solo col favore del
buio, gli permette di trasformarsi aumentando la propria forza fisica e
la propria resistenza. I tentacoli con le fauci saranno utili alleati
in più parti del gioco. Oltre a essere un’arma micidiale contro i
nemici, potremo utilizzarli (spostando la visuale e il controllo sul
tentacolo stesso) per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili,
esempio passare attraverso una piccola breccia di un muro di cinta per
aprirci un cancello chiuso dalla parte opposta.
L’arsenale “nero” non finisce qui: oltre ad un paio di poteri davvero
devastanti (che non svelerò) un’altra arma micidiale del nostro eroe è
quella di poter evocare i Darklings, piccole creature oscure con
caratteristiche e poteri differenti: il berserk, potente nel corpo a
corpo, il pistolero, dotato di un’enorme machine-gun, il Kamikaze,
suicida esplosivo e l’Eliminaluce, l’elettrico.
Tutto questo non esclude la possibilità di impugnare le pistole e
ridurre i nostri nemici a colabrodo utilizzando il piombo caldo, cosa
fattibile anche nello status di demone.

Per utilizzare i poteri c’è bisogno di oscurità; se non ne trovate,
potete crearla sparando alle luci o, più semplicemente, spegnendole
dagli interruttori. Potrete avvalervi anche dell’aiuto del Darkling
Spegniluci che creerà l’atmosfera adatta ad accogliere il nostro
alter-ego tenebroso.


L’ambientazione

Manhattan non è uno dei posti più rincuoranti, soprattuto di notte, ma
l’avventura si svolge proprio qui: nascosti dalla luce del sole, nei
vicoli bui, tra spacciatori e criminali della peggior specie.
L’ambientazione è molto curata nei dettagli e nei personaggi, dai
ballerini di Break-Dance al matto che preannuncia la fine del mondo,
dai murales (sempre diversi, non si ripetono) che ricoprono quasi tutto
il paesaggio metropolitano ai cartelli che indicano i nomi delle vie,
dai poster perfettamente leggibili ai televisori che trasmettono film e
programmi (che sembrano reali, non vederete delle immagini statiche o
piccole sequenze ripetitive ma sempre scene nuove). Tutto questo come
esempio di quanta cura è stata usata per lo sviluppo di questo gioco.


La grafica

Uno dei punti di forza della grafica è sicuramente il gioco di
luciombre (non poteva non essere così vista la natura del titolo).
Negli ambienti più scuri, dove è impossibile vedere come “essere
umano”, è utile attivare la modalità tenebra: in questo modo
l’atmosfera diventerà mistica e inquietante e e un’aura gialla
delineerà i contorni degli oggetti.

Altre note positive sono il gioco di riflessi sulle superfici
metalliche o sul giubbotto in pelle di Jackie e l’accuratezza delle
espressioni facciali dei personaggi che hanno i tratti somatici ben
delineati. In metropolitana, ad esempio, vi capiterà di trovare la
gente più variegata, dall’avvenente ragazza pesantemente truccata,
all’anziano che mostra i segni dell’età…

Avvicinandoci a un muro, si nota una piccola pecca: la qualità delle
texture non è delle più eccelse. Bisogna dire, però, che è un difetto
che non si nota subito ma va cercato.


L’audio

Le musiche che ci accompagnano durante l’avventura sono suggestive e
sanno mischiarsi a dovere con l’ambiente e la situazione. Il doppiaggio
(il parlato è in inglese, con sottotitoli in italiano) è ben fatto
soprattuto per la voce della tenebra, grottesca e viscida quando ci
parla dall’interno del nostro conscio.

Unico difetto: capita che i movimenti della bocca non siano
perfettamente coordinati con le parole (la cosa è difficile da notare
ma è fastidiosa se ci farete caso).




Longevità



Questo è sicuramente il difetto più grave del gioco: una decina di ore
sono più che sufficienti per portare a termine la storia… aggiungendo
le missioni secondarie arriviamo al massimo ad una dozzina di ore. Il
multiplayer non aiuta di certo essendo ingiocabile perchè poco curato e
pieno di Bug (è attesa una patch da qui a breve).




Conclusioni



The Darkness è sicuramente uno dei titoli più innovativi usciti di
recente; tra i minestroni riscaldati dei soliti fps ecco arrivare un
soggetto completamente nuovo. La scelta è stata coraggiosa e azzeccata.


I produttori della Starbreeze sono riusciti a sfornare qualcosa di nuovo non abbandonando completamente il vecchio stile.

Il gioco è vivamente consigliato a chi ha voglia di un’avventura
avvincente la cui storia è ereditata da uno dei fumetti cult degli anni
’90: violenza senza esclusione di colpi, dove il sangue si paga con il
sangue, dove il potere acceca le persone, dove un’entità non di questo
mondo si impossessa del vostro corpo e voi la sfrutterete contro i
vostri nemici, dove il tutto è celato da un manto di mistero e
segreto…