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Recensione Recensione di Supremacy MMA

Recensione di Supremacy MMA di Console Tribe

di: Simone "PulpGuy88" Bravi

Il mondo delle Mixed Martial Arts è un mondo duro, fatto di sangue e sudore, di sacrificio e rispetto. A portarci nell’ottagono per la prima volta ci ha pensato Yuke’s con lo straordinario UFC Undisputed, seguita poi dal coraggioso EA Sports MMA, due giochi molto diversi ma che rispecchiavano in pieno lo spirito di questa disciplina. 505 Games punta invece tutto sulla brutalità e l’immediatezza in un titolo che vuole rompere letteralmente gli schemi: Supremacy MMA.

Sbaglio o siamo in 2D?

Il primo impatto con il fighting system di Supremacy MMA non è certo dei migliori. La natura spiccatamente arcade che caratterizza il titolo lascerebbe trasparire immediatezza ed accessibilità, ma è un’impressione che verrà smentita in pochi secondi, a partire dal semplice movimento del fighter: di base il nostro personaggio potrà muoversi soltanto avanti o indietro, proprio come accade in un picchiaduro a due dimensioni. Per eseguire dei movimenti laterali occorrerà tenere premuto il dorsale sinistro insieme al movimento dell’analogico ma questo espediente si rivela da subito scomodo ed assolutamente incomprensibile, relegando di fatti ogni spostamento a sole quattro direzioni. È solo la punta dell’iceberg, purtroppo. Si nota anche come non si sia puntato affatto al realismo, dotando ogni combattente di una barra di energia che una volta svuotata decreterà la fine dell’incontro (di fatto non ci sono né round né limiti di tempo nei match), sempre come nei picchiaduro 2D… anzi, questi ultimi almeno hanno limiti di tempo e round.

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Sotto il vestito niente

Con UFC Undisputed abbiamo avuto un esempio di autentica maestria nel proporre un sistema di striking e di lotta a terra tanto complicato quanto meravigliosamente supportato da uno schema di comandi a dir poco perfetto. Supremacy MMA ha invece imboccato in pieno la strada totalmente opposta. Stando alla lista delle combo, consultabile dall’apposito menu, ci sono decine e decine di attacchi da sferrare, peccato che il tutto si riduca alla combinazione di soli due tasti provocando in breve tempo un furioso button mashing nel tentativo di realizzare una qualsiasi combo, combo che sono tutte tremendamente scriptate e che la pessima risposta dei comandi contribuisce a far apparire ancora più difficili da realizzare. Non meno disastroso il sistema di parata, attuabile col solo movimento dell’analogico destro ma che si rivela totalmente inutile in quanto per bloccare la maggior parte degli attacchi occorrerà premere con tempismo il tasto indicato a schermo in una serie di istantanei ed irritanti “mini” quick time events che vanno a soppiantare un sistema di schivata rapida che sarebbe stato molto più appropriato. Presente un inutile tasto dedicato alle fake moves, ovvero le finte, che non aggiunge di fatto nulla alla profondità del combat system, rivelandosi gran parte delle volte insignificante nel suo utilizzo.
Il sistema di contromosse è altrettanto mediocre, e corrisponde alla pressione di un singolo tasto dopo aver effettuato correttamente una parata (operazione quasi sempre di una difficoltà sconcertante). Conclude la fiera dell’inutilità una sorta di “super colpo” attivabile con la pressione prolungata del trigger sinistro, analogamente a quanto visto con i focus attack di Street Fighter IV, operazione che richiederà tanti di quei secondi da rendere questa offensiva impraticabile visto che per tutto il tempo di preparazione il nostro fighter sarà vulnerabile agli attacchi avversari. Preferiamo poi sorvolare sull’assoluta imprecisione delle hitbox che renderanno ancor più casuale la portata degli attacchi e la quantità di danni inflitti e subiti. L’astrusità dei comandi renderà difficoltose anche azioni basilari come eseguire un pugno, un low kick o un semplice jab visto che il gameplay è strettamente legato all’esecuzione delle sole combo.

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Ad affossare definitivamente la fruibilità del gioco ci pensa il poverissimo sistema di lotta al tappeto. Clinch e proiezioni saranno eseguiti col medesimo tasto, una volta a terra la desolazione la farà da padrona: le sottomissioni sono gestite da semplici movimenti verticali dell’analogico sinistro con cui eseguiremo giusto due o tre transizioni, la parata andrà effettuata sempre con l’impossibile tempismo del quick time event e le percussioni con i soliti due tasti. Il tutto risulta talmente sconclusionato e confusionario da lasciare il giocatore spaesato nel tentativo di capire quali tasti premere per eseguire anche l’azione più basilare. Premendo poi il tasto adibito attiveremo l’avvilente azione di sottomissione, che richiederà un forsennato movimento degli analogici tanto per essere eseguita quanto per essere sventata, risultando oltretutto inutile in entrambi i casi visto che anche mandando in porto la manovra non vinceremo l’incontro ma infliggeremo soltanto ulteriore danno all’avversario, che si ripercuoterà sulla sua barra d’energia.
L’unica idea interessante di un gameplay fallimentare sotto ogni aspetto è la modalità “picco di adrenalina”, attivabile tramite la pressione simultanea dei due dorsali, che farà entrare il fighter in una sorta di “concentration mode” in cui il tempo è rallentato e la potenza dei colpi è aumentata. Per andare sul sicuro il team di sviluppo ha pensato bene di rendere insignificante anche questa trovata, visto che la barra dell’adrenalina si ricarica troppo velocemente permettendone un uso smodato e per giunta aleatorio dato che il tutto non si rivela né utile né divertente a causa del “bullet time” troppo marcato e di tutti i problemi di gameplay sopracitati.

!==PB==!
Tanti volti, tante carriere (tutte molto anonime)

Prima di analizzare la modalità carriera è doveroso spendere due parole sull’incomprensibile struttura del tutorial di gioco. In un tutorial normale cosa accade? C’è il nostro fighter che deve compiere le azioni indicate a schermo contro un avversario immobile, per prendere dimestichezza col sistema di controllo. In Supremacy MMA invece tutto questo sembrava troppo semplice da realizzare e soprattutto eccessivamente godibile. Ecco quindi che dobbiamo affrontare sì un tutorial che ci dice molto dettagliatamente le mosse da eseguire, ma il nostro avversario non ce ne darà modo visto che ci attaccherà immediatamente impedendoci praticamente l’esecuzione di qualsivoglia mossa. Il tutto mentre il tutorial continua a dispensare consigli e mosse da eseguire, ignorando completamente la nostra condizione.
Giungiamo dunque alla modalità “Storie di MMA”, ovvero la carriera. Potremo scegliere inizialmente tra 10 atleti, tutti personaggi di fantasia, che praticheranno la maggior parte delle discipline normalmente presenti nel circuito delle arti marziali miste: kickboxing, ju jitsu brasiliano, judo, boxe, muay thai e molte altre. Ogni lottatore avrà un background narrativo personalizzato, raccontato attraverso cutscene in stile fumetto abbastanza interessanti, ma il totale anonimato in cui vivono le loro storie, unitamente alla maniera stereotipata con cui ogni personaggio è caratterizzato, renderà ogni storia una buona occasione per skippare i filmati e passare al match successivo.
Una volta iniziata la carriera ci renderemo subito conto della sua struttura chiusa e castrante. Non ci sono allenamenti, non c’è gestione del lottatore, non c’è nulla. Il tutto consiste in una sequela di match con un solo risultato disponibile: la vittoria. Se infatti perderemo saremo costretti a ripetere l’incontro finché non avremo la meglio sul nostro avversario, ricevendo alla fine dei punti esperienza che sbloccheranno solamente accessori ed indumenti. Ciò che però lascia davvero basiti è la chiusura concettuale del gameplay: ogni lottatore avrà un suo stile caratteristico, con mosse peculiari e tecniche altrettanto rappresentative del suo genere di arte marziale. Al giocatore però non è dato valicare certi limiti ma è praticamente costretto a seguire uno stile di lotta sempre uguale, legato indissolubilmente allo stile del fighter rinchiudendolo in uno schema di incontri che alla fine risulteranno tutti dannatamente simili tra loro. In tutto sono presenti 10 fighter e due lottatrici di sesso femminile, innovazione questa per videogiochi del genere.

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Le modalità a corredo dell’anonima carriera sono “Scalata alla Sopravvivenza”, un vero e proprio plagio ai danni di Mortal Kombat (con tanto di torre), “Torneo”, una classica competizione a eliminazione diretta, e “Battle Royale”, in cui dovremo battere quanti più avversari possibile con la stessa barra di energia. Ciò che caratterizza queste poche modalità è però l’ennesimo abbaglio preso dagli sviluppatori: se infatti incapperemo in una sconfitta non avremo modo di affrontare nuovamente il combattimento o cambiare lottatore, ma verremo immediatamente catapultati al menu principale, riavviando da capo l’intera modalità. Una scelta davvero allucinante.
Ciò che però irrita maggiormente, oltre alla ripidissima (ma oseremmo dire insormontabile) curva d’apprendimento, è la punitiva I.A. nemica: ogni nostro errore verrà punito con incredibile tempismo, al contrario i nostri avversari commetteranno rarissimamente errori sfruttabili a nostro vantaggio, rendendo il gameplay ancor più noioso e frustrante e costringendoci ad abbandonare dopo pochi MINUTI il gioco in questione.

Fumo negli occhi

Nemmeno tecnicamente Supremacy MMA riesce a strappare una sufficienza. I modelli poligonali dei fighter sono poverissimi di dettagli e le animazioni totalmente irreali e approssimative in molti frangenti. Deprecabile perfino il frame rate che subisce veri e propri crolli durante gli incontri che contribuiranno a svilire ancor di più il terrificante gameplay che caratterizza il titolo. Le texture appaiono piatte e slavate mentre gli elementi di contorno come le arene ed il pubblico sguazzano nell’anonimato più totale. L’unico effetto su cui puntava forte il titolo, le menomazioni facciali, i tagli e le ferite, sono rese in maniera volgare e di pessimo gusto, risultando da subito fastidiose. Versante sonoro caratterizzato da un buon campionamento degli effetti e da un discreto doppiaggio delle cutscene mentre la godibile colonna sonora heavy metal è onnipresente, anche nei match, alla lunga veramente irritante.

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Anche il multiplayer?

Presente anche un poverissimo comparto multigiocatore composto dalla classica partita veloce e classificata. I match si svolgono in totale balia del lag ed i problemi di frame rate contribuiscono a rendere il titolo praticamente ingiocabile tanto in rete quanto in single player, anzi, decisamente in misura maggiore nel primo caso. La lentezza del matchmaking non farà altro che farvi desistere ancor più velocemente dal trovare altre povere anime che abbiano acquistato questo gioco.

K.O. tecnico

Supremacy MMA è uno di quei giochi che non vorremmo mai recensire: oltre ad essere un titolo pessimo sotto ogni punto di vista rappresenta un vero e proprio insulto verso le MMA, un mondo sì violento e a volte brutale ma fatto di principi umani e sportivi basati sul rispetto, l’agonismo e la sportività. Nel titolo 505 Games non c’è niente di tutto questo, soltanto una sequela di mosse illegali e litri su litri di sangue che non hanno nulla a che vedere con questo mondo. La sigla MMA non dovrebbe nemmeno comparire su un titolo del genere, vista l’assoluta superficialità con cui gli sviluppatori hanno messo su questo obbrobrio contraddistinto soltanto da difetti macroscopici e violenza ostinata e gratuita.
Un gioco fastidioso, sia tecnicamente che concettualmente, da evitare come la peste. Indegno.