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Recensione Recensione di Resistance: Fall of Man

Recensione di Resistance: Fall of Man di Console Tribe

di: Redazione

Resistance: Fall of Men, titolo che ha accompagnato Playstation
3 sin dal lancio giapponese avvenuto nel Novembre 2006, rappresenta ad
oggi uno dei giochi più interessanti del panorama della next-gen
targata Sony. Resistance è un classico First Person Shooter (FPS) dalla
trama coinvolgente, dotato di buone caratteristiche tecniche e con una
spiccata personalità. Analizziamo i punti salienti di questa produzione
proposta da Insomniac.

Trama

Uno degli elementi più convincenti di questo titolo è sicuramente
l’intreccio delle vicende che costituicono la spina dorsale del gioco.
L’ambientazione del gioco risale al 1951, ma la Storia d’inizio ‘900
non ha seguito il percorso che noi tutti conosciamo: attorno al 1930,
in Russia, viene sviluppato un virus di nuova concezione che resta
latente per anni, decimando alcuni villaggi sperduti nella parte più
orientale dello Stato, per poi mietere vittime nelle città più
popolose. Il contagio resta nascosto per più di una decina d’anni,
mentre in Europa non scoppiano le Guerre Mondiali. Il virus si rivela
in tutta la sua terribile forza nel momento in cui, nel 1949, i
Chimera, le creature mutanti nelle quali il morbo trasforma gli umani
contagiati, iniziano a invadere l’Europa verso Occidente. L’11 Luglio
1951 gli Stati Uniti, restati sino a quel momento estranei alle
vincende europee, decidono per l’intervento armato ed inviano
un’avanguardia di Rangers ultra-specializzati ed armati di tutto punto
per supportare le truppe inglesi, impegnate nella difesa dell’ultimo
baluardo d’umanità rimasto fuori dal controllo dei Chimera,
l’Inghilterra. E’ proprio qui che finisce la narrazione ed iniziano le
avventure del protagonista, il sergente Nathan Hale, appartenente la
primo reggimento degli United States Army Rangers. Il compito appare da
subito improbo: le armi pesanti a disposizione della fanteria umana
sono del tutto inadeguate a fronteggiare la minaccia mutante ed il
protagonista si vedrà ben presto costretto ad apprendere l’utilizzo
degli equipaggiamenti Chimera per sopravvivere. Il filone narrativo,
del quale non vi anticipiamo ulteriori elementi per non rovinare
l’attesa, prosegue seguendo le imprese del sergente Hale ed i tentativi
dell’esercito inglese nell’arginare l’espansione del nemico. Possiamo
sicuramente affermare che la trama è curata e la scelta di affidare il
racconto ad una terza voce risulta particolarmente riuscito e dona un
tocco d’originalità all’intreccio. I continui flash-backs e lo stile
“invecchiato” delle immagini che fanno da contorno alla voce narrante
contribuiscono a ricreare l’atmosfera anni ’50; anche la fitta mole di
documenti d’intelligence battuti a macchina e logorati dal tempo e
dalla guerra, disseminati nei livelli di gioco, garantiscono ulteriore
qualità all’impianto complessivo.

Gameplay ed ambiente

Come già accennato in precedenza, il gioco appartiene al genere degli
sparatutto in prima persona e ricalca le orme tracciate dai titoli più
azzeccati della categoria: armi dotate di fuoco primario e secondario,
mine di varia natura, funzione di zoom per le armi a medio e lungo
raggio, puntatore preciso e funzionale alle varie tipologie di nemici.
La senzazione che si prova non appena si prende in mano questo titolo,
è di assoluta familiarità con il sistema di controllo: le levette
analogiche, con le quali si controllano spostamenti e sguardo del
protagonista, risultano ben calibrati ed anche nelle situazioni di
combattimento più concitate il sistema garantisce assoluta padronanza
delle funzioni. L’unico difetto si riscontra nel cambio d’arma; tale
funzione si attiva con il tasto R2, che introduce in un menu in
trasparenza che reca tutti i modelli disponibili; la scelta si opera
con la levetta analogica destra e le varie armi sono disposte a
raggiera attorno al centro della finestra. La selezione risulta poco
precisa e a volte dovremo fare qualche tentativo per passare all’arma
prescelta. Per il resto, i movimenti del personaggio risultano
piuttosto precisi ed esplorando a fondo le varie mappe non si sono
riscontrati punti particolari nei quali infilarsi e dai quali fosse
impossibile uscire col giocatore irrimediabilmente intrappolato nello
scenario. A proposito dello scenario, per la verità l’interattività non
è spinta a livelli estremi, ma le locazioni risultano ben ricreate e
ricche di dettagli: tavoli, mobili e arredamento di sorta sono
verosimili e distribuiti con una certa logica, anche se non è possibile
distruggere tutto ciò che ci capita a tiro. Una menzione particolare
merita, però, il modello che ricrea la rottura dei vetri delle
finestre. Realizzato con particolare cura, esso simula l’effetto della
penetrazione del proiettile creando crepe realistiche e del tutto
verosimili, che non seguono un modello preimpostato in tutte le
situazioni. Per il resto, i materiali con i quali sono realizzati
edifici, pavimenti, pareti ed oggetti d’arredamento rispondono con
suoni ben campionati e fori di buona fattura ai colpi inferti, sebbene
non siano previsti danni curati quanto quelli per le finestre in vetro.
Il resto dell’ambientazione appare ben rifinito: alberi e vegetazione
in genere sono ricreati con cura, seppure in certi casi saremo presi da
un senso di déjà-vù. Assolutamente d’impatto le ambientazioni degli
ultimi livelli di gioco, che si snodano nel mondo Chimera: le atmosfere
ricordano, per gli amanti del genere fantascientifico, gli antri tetri
dei condotti delle astronavi Alien, con qualche spunto, per quanto
concerne etfetti-luce e le architetture, tratto da Halo. Peraltro
l’idea del contagio alieno e del virus che si propaga attraverso
l’incubazione nel corpo dei malcapitati umani, proviene proprio da
quella tradizione narrativa.

Livelli di gioco

Interessanti e piuttosto vari i livelli di gioco. Come già accennato in
precedenza, l’azione si snoda attraverso Il Regno Unito negli anni ’50,
ma l’invasione Chimera fornisce il pretesto per dislocare parecchie
scene all’interno di cunicoli, strutture aliene assolutamente ben
ricreate e credibili dal punto di vista strutturale. Analizziamo le
peculiarità sostanziali di ognuno dei livelli:

York: il livello iniziale si snoda tra le vie della medesima città;
l’ambientazione è simile ad altre già viste in titoli che fanno capo
alla Seconda Guerra Mondiale.
Grimsby: si inizia ad entrare nel mondo dei Chimera: in questo caso si
scopre un centro di conversione, sede di esperimenti oscuri ed
apparentemente indecifrabili da parte di queste misteriose e temibili
creature.
Manchester: missione di recupero di un convoglio contente un prezioso carico del quale, ovviamente, non vi anticipiamo nulla.
Nottingham: finalmente emergono alcuni particolari sui piani dei
Chimera. L’obbiettivo di questo livello è ripulire dai nemici un tunnel
infestato da oscure presenze.
Cheshire: uno degli ultimi baluardi delle forze armate inglesi di Sua
Maestà, il Comando Nord, è minacciato dai Chimera; all’arrivo di Hale
il peggio ha già avuto luogo e la missione si tramuta in una fuga.
Somerset: continua la fuga, ora si deve attraversare un gola fittamente
edificata dai Chimera. Passaggi su piattaforme e fucile di precisione
sono i caratteri salienti dell’azione.
Bristol: anche il Comando Sud sta per cadere in mano nemica. Riuscirà
Hale a contrastare le orde Chimera sino all’evacuazione completa?
Bracknell: nuovamente in fuga, il protagonista dovrà farsi largo tra i
mutanti per scappare da una torre, la cui utilità verrà rivelata solo
alla fine del gioco.
Londra: Il clima è cambiato, nevica in piena estate nella Londra
militarizzata del 1951. Hale dovrà respingere gli attacchi dei Chimera
affinchè possano sbarcare i rinforzi.
Tamigi: la guerra conosce una nuova fase con l’intervento di massa
delle truppe USA, intanto Hale si introduce nell’edificio principale
dei Chimera.
Torre: livello conclusivo ricco di suspance e dal finale inaspettato ed aperto, sicuramente, ad un seguito del titolo.

Armi e mezzi

L’arsenale a disposizione del sergente Hale è in linea con quelli
proposti da altri titoli dello stesso genere. Per quanto riguarda gli
esplosivi si passa dalle più comuni granate ai cosiddetti ricci, ovvero
delle sfere costellate di piccole lance acuminate che, una volta
attivate, si alzano ad un metro d’altezza dal suolo, per poi sprigonare
gli aculei in tutte le direzioni. Particolarmente dannose, sono
superate in potenza ed efficacia solo dalle granate aria-combustibile,
che sprigionano del gas su una vasta area; una volta fatto detonare il
dispositivo, in pochi secondi ogni corpo venga coinvolto dalla nube di
gas viene incenerito. Queste ultime sono particolarmente utili qualora
ci si debba liberare dei nemici di più piccola taglia, che attaccano in
gruppi numerosi. Le armi più comuni che vi troverete ad usare durante
il combattimento sono elencate di seguito. L’elenco è volutamente
incompleto dal momento che altre armi più devastanti vengono svelate
nel corso dell’azione ed acquisirle comporta particolare impegno,
perciò non togliamo completamente il gusto della scoperta. Venendo agli
strumenti di offesa più comuni ricordiamo:

Carabina MA52: arma in dotazione ai Ranger, è piuttosto precisa nel
corto raggio e consente di zoomare la visuale per una maggiore
accuratezza a media distanza. Piuttosto utile la funzione di fuoco
secondario che sprigiona un proiettile esplosivo.
Bullseye: costituisce l’equipaggiamento base dei Chimera, leggemente
più potente della carabina MA52, sostituisce la funzione di fuoco
secondario con un utilissimo tracciante: una volta agganciato al
bersaglio, richiama i poiettili verso di sè, consentendo di sparare al
riparo da minacce.
Rossmore 236: sicuramente l’arma che da maggiori soddisfazioni.
Classico fucile a pompa, si rivela indispensabile nei tunnel più
angusti e rivela doti inaspettate anche in campo aperto. Il fuoco
secondario prevede l’esplosione di due colpi simultanei e non è
infrequente abbattere più di due nemici con lo stesso sparo.
Auger: fucile ad alta penetrazione in grado di attraversare la materia.
Ogni volta che attraversa un corpo ne sfrutta l’energia per aumentare
la potenza del colpo. Ha effetti devastanti quando viene usato per
sferrare attacchi a gruppi di nemici vicini oppure per sorprendere i
medesimi dietro muri e ripari. Il fuoco secondario è sostituito da uno
scudo che protegge per qualche secondo il corpo di chi lo predispone.
L23 Fareye: fucile da cecchino piuttosto preciso, che spara proiettili
alla velocità di 1Km/s. Utile a lungo raggio, aumenta di precisione se
viene sfruttata l’immancabile funzione di “concentrazione massima”
attivabile con L1.
XR-005 Hailstorm: come suggerisce il nome, si tratta di un’arma non
convenzionale di produzione USA. Il fuoco primario sprigiona raggi
subsonici in grado di rimbalzare sulle superfici dure sino a che non
trovano un bersaglio molle; il fuoco secondario lancia una sorta di
torretta che automaticamente bersaglia i nemici con raggi mirati per
qualche secondo. Dato l’elevato potere distruttivo, troverete poche
ricariche lungo i livelli di gioco e sarà facile restare subito a secco
di munizioni.
XR-003 Sapper: arma USA piuttosto originale, essa produce una serie di
bolle esplosive che aderiscono tanto alle superfici quanto ai nemici;
possono essere fatte detonare con il fuoco secondario e sono
particolarmente indicate nel fronteggiare i nemici di più grossa taglia.
L209 LAARK: si tratta di un lanciarazzi piuttosto comune, utile contro
mezzi corazzati e nemici di grandi dimensioni. Anche in questo caso le
ricariche sono merce rara.
Bullseye Mark II: versione potenziata del fucile Chimera già segnalato
precedentemente, che sostituirà nei livelli finali di gioco la versione
base. Prevede proiettili azzurri invece che rossi, differenza cromatica
che evidenzia una diversa natura e potenza dei colpi stessi.

Sono presenti anche mezzi corazzati che verranno utilizzati in alcune
sessioni di gioco, piuttosto circoscritte per la verità. Il loro
utilizzo, indispensabile per affrontare le suddette aree, rende più
varia l’azione e fornisce un diversivo alla continua sparatoria alla
quale ci si rischia di assuefare. Ecco in cosa essi consistono:

M-12 Sabertooth: carro armato leggero USA la cui torretta produce colpi
di mitragliatore calibro 20mm e 50mm così come colpi d’artiglieria
pesante.
Errante: mezzo corazzato Chimera è costituito da una piattaforma
rotante sostenuta da quattro zampe simili a quelle di un ragno. Durante
il gioco dovremo distruggerne alcuni, ma la soddisfazione maggiore è
sicuramente data dalla possibilità di fruirne per sbaragliare le truppe
nemiche in alcuni livelli.
LU-P Lynx: si tratta di un fuoristrada equipaggiato con una torretta
mitragliatrice, piuttosto agile e facile da manovrare, si rivelerà
utile nelle zone montuose infestate da agguerriti nemici.

Chimera

Esiste una fitta schiera di nemici differenti per tipologia e stato
evolutivo. Per riassumere brevemente la gerarchia dei Chimera, possiamo
partire dal veicolo del contagio, gli Striscianti, ovvero delle sorte
di locuste che entrano nel corpo degli umani dalla bocca provocando uno
stato comatoso. Al risveglio, dopo un lungo processo di conversione
all’interno di bozzoli incubati in centrali appositamente create nel
sottosuolo, gli esseri assumono diverse forme e ,coseguentemente,
differenti funzioni. Il tratto comune a tutti i mutanti è l’elevata
velocità del processo metabolico, che determina una sfrenata ricerca di
mezzi di sostentamento e la necessità di tenere entro limiti
accettabili la temperatura corporea. Di qui, tutti i Chimera mutanti
sono equipaggiati con una sorta di zaino che contiene un refrigeratore.
Allo stesso tempo, però, tutto ciò assicura ottime capacità
rigenerative agli stessi. Questo tratto sarà essenziale per consentire
la sopravvivenza dell’unico umano che ha superato indenne il contagio,
guardacaso il nostro Hale. Parlando dei mutanti, si parte dagli
Sgherri, veri e propri zombie disarmati, atti ai lavori più umili e di
fatica; sono impiegati come schiavi nelle centrali di conversione e
possono essere eliminati con un colpo inferto col calcio dell’arma. Gli
Ibridi, presenti in varie forme, costituiscono la fanteria Chimera
assieme a Zombie, Ibridi Evoluti e Teste d’acciaio; Ululanti,
Saltatori, Rotatori, Vedovizzatori sono creature più simili ad animali
e per questo ancor più pericolose ed imprevedibili; Titani e Grigioni
sono, invece, nemici di grossa taglia. Gli Angeli, infine, sono le
figure più misteriose e pare checontrollino tutte le altre creature con
capacità telepatiche. Insomma, non manca varietà tra le fila dei nemici
e ciò fa sì che il giocatore debba ingegnarsi continuamente per avere
la meglio sui pericoli che si trova via via a dover fronteggiare. Le
tecniche di combattimento vengono suggerite dal tipo di avversario, ma
non è detto che la via per avere successo sia unica. Ottima l’IA dei
Chimera, che garantisce profondità al titolo e ne costituisce uno dei
punti di maggior merito. Si tenga in conto, inoltre, che tra i molti
obiettivi fissati nel gioco per ottenere punti vi sono particolari
premi per coloro che sconfiggono avversari temibili con tecniche
originali ed efficaci. Perciò il consiglio è di provare tutte le armi a
fondo per sviluppare il prima possibile abilità da sfruttare
soprattutto nelle sessioni Multiplayer e nel raggiungimento di
contenuti extra.

Modalità di gioco

Le modalità di gioco presenti sono la classica campagna giocatorie
singolo e cooperativa, nonchè il Multiplayer online ed offline e la
possibilità di selezionare singolarmente i livelli di gioco.
Particolarmente curata è la sezione di gioco in rete: praticamente
esente da problemi di lag, supporta arene ricche di nemici ed il
divertimento è assoluto. Per quanto riguarda l’off-line, il multiplayer
prevede sino a 4 giocatori in split-screen.

Conclusioni

Il gioco è ricco di qualità interessanti, ben realizzato e con una
storia di spessore. Insomma gli sviluppatori non hanno voluto strafare,
ma il livello raggiunto da questo titolo della prima ora è sicuramente
adeguato alla qualità richiesta da tutte le categorie di giocatori.
Sicuramente non siamo ai livelli grafici di Gears of War, non siamo di
fronte ad una longevità eccessiva, ma la giocabilità, che è la
caratteristica saliente per qualsiasi produzione, è assolutamente ben
calibrata e garantisce ore di gioco intense. La trama è coinvolgente,
ben studiata e corredata da intermezzi dall’effetto antico azzeccati e
mai preponderanti rispetto all’azione. Insomma, al momento attuale
Resistance: Fall of Men costituisce sicuramente un must per tutti gli
amanti degli FPS e dei giochi d’azione in generale.