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Recensione Recensione di Need for Speed ProStreet

Recensione di Need for Speed ProStreet di Console Tribe

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Un decennio di corse

Per comprendere meglio quali siano stati i cambiamenti della serie nel tempo non ci rimane che compiere un’indagine retrospettiva fino al lontano 1994. Proprio così, Need For Speed può contare su più di 10 anni di storia e forse il peso della vecchiaia comincia a farsi sentire, traducendosi in un genere che cerca disperatamente di redimersi staccandosi dalle precedenti produzioni. L’obiettivo fondamentale del primo episodio della serie era di creare una vera e propria simulazione automobilistica e per far ciò, la Electronic Arts, lavorò a stretto contatto con una rivista del settore ai fini di conoscere ed implementare una fisica solida, aspetto di vitale importanza per una realizzazione impeccabile del prodotto. Nella seconda edizione del celebre videogioco venne bruscamente abbandonata la precedente connotazione a vantaggio di una vena prettamente arcade che piacque moltissimo ai consumatori. Da allora, dato il successo riscontrato, molti episodi sono stati rilasciati e tra questi non possiamo dimenticare i due Underground, caratterizzati da grandi città esplorabili dove la corsa clandestina è “sovrana incontrastata”; seguono i più recenti Most Wanted e Carbon, i quali ci conducono a Pro Street.

Addio clandestinità

Need For Speed: Pro Street segna indubbiamente una svolta per la serie, vi è infatti un ritorno alla legalità. Correremo in circuiti dislocati in varie parti del mondo, con sponsor, podio e un palco da cui un Deejay provvederà a mettere brani musicali e a commentare la gara per intrattenere il pubblico. Vestiremo i panni di Ryan Cooper, un giovane pilota novellino delle corse, con l’obiettivo di strappare il titolo di “re della strada” a Ryo, classico spaccone che ama prendersi gioco delle persone. Affronteremo pure molti “boss” minori, ognuno dei quali provvisto di particolari doti di guida, che cercheranno di ostacolarci con tutti i mezzi possibili pur di mantenere la loro posizione in classifica. La trama, rispetto ai precedenti capitoli, risulta comunque priva di spessore e non possiede alcuno spunto originale che possa arricchire l’esperienza di gioco. A tutto ciò si unisce una libertà di azione praticamente nulla: a differenza degli altri capitoli non possiamo girovagare per le città con le nostre auto ma dobbiamo scegliere gli eventi cui partecipare tramite un menù stile graffito. Anche se le ambientazioni e le mappe cambiano da competizione a competizione, la meccanica di gioco rimane invariata e ripetitiva.

L’ importanza di dominare

Una volta avviato il gioco, ci troviamo dinanzi ad un breve video introduttivo, il quale ci mostrerà alcune sequenze di gara che il gioco ci riserva; ci basterà premere il tasto start per scendere in pista in una delle diverse modalità che Pro Street ci offre. Si passa dalla semplice gara veloce alla carriera, quest’ultima rappresenta indubbiamente la modalità più estesa e degna di maggiore attenzione per quel che riguarda il gioco offline. Il menù che si mostra ai nostri occhi è impreziosito da sfondi a tema e da un graffiante background sonoro come solo NFS sa fare. A primo impatto la navigazione nei menù potrebbe sembrare addirittura ostica da gestire, complice la moltitudine di opzioni selezionabili, tuttavia una volta padroneggiata, saremo in grado di muoverci con disinvoltura.
Nella modalità Carriera dovremo vincere o dominare vari eventi al fine di arrivare alla sfida conclusiva che ci vede protagonisti contro il già citato Ryo. Ciascun set di gare è ambientato in circuiti reali ed alla luce del sole, niente più clandestinità dunque. Germania, Stati Uniti e Giappone: queste le nazioni che ospiteranno le nostre bollenti sgommate. I diversi “race day”, che di fatto forgiano la struttura della carriera, comprendono quattro diverse specialità di corse: aderenza, derapata, accelerazione e velocità.
Le gare di aderenza costituiscono delle corse convenzionali dove dovremo scontrarci a suon di sportellate contro sette avversari al fine di conquistare il gradino più alto del podio.
Nelle gare di derapata avremo modo di esaltare una particolare tecnica di guida che consiste nel percorrere una curva “driftando”, ovvero procedere in sbandata controllata dosando abilmente l’accelerazione e controsterzando quando necessario.
Le gare di accelerazione sono molto particolari e si svolgono in lunghi rettilinei in cui vince il pilota che taglia per primo il traguardo. Prima della partenza dovremo riscaldare le gomme eseguendo brucianti burnout, in modo da guadagnare maggiore aderenza e quindi maggiore “spunto”. Non sempre vincerà l’auto più veloce, sarà infatti di fondamentale importanza intervenire con fino tempismo sul cambio delle marce, usufruendo persino del tasto della frizione.
Nelle gare di velocità, infine, il vincitore sarà il pilota che avrà registrato la maggiore velocità totale registrata da più checkpoint lungo il tracciato.
Dominare l’evento significa raggiungere una valutazione di fine corsa di tutto rispetto: in ogni gara, infatti, parametri come la posizione conquistata, il tempo impiegato e i danni subiti stabiliranno il nostro punteggio, più sarà marcata la nostra vittoria, più alto sarà il punteggio che ne consegue.
La nostra sete di emergere come nuovi talenti si snoda in varie organizzazioni di gara alle quali potremo accedere solo dopo aver vinto e dominato un numero prestabilito di eventi dettato dalle stesse.

Analizzando la meccanica di gioco si evince il carattere del modello di guida che ci viene offerto, quest’ultimo risulta essere spiccatamente arcade ma condito allo stesso tempo da elementi simulativi in grado di rendere più profonda l’esperienza di gioco. Rispetto ai precedenti episodi della serie, ad esempio, interverremo con maggiore frequenza sul freno, soprattutto in alcuni tratti di circuiti impegnativi e talvolta tecnici. Nonostante ciò il grado di difficoltà propostoci si attesta su bassi livelli, così come l’intelligenza artificiale degli avversari.
Il sistema di controllo è abbastanza funzionale e svolge degnamente il suo ruolo. Se ciò non dovesse soddisfare le nostre esigenze, Pro Street ci mette a disposizione un intero editor di mappatura tasti. Acceleratore e freno sono assegnati di default ai due grilletti, in modo tale da poter dosare al meglio la pressione di quest’ultimi. Il cambio marce è preciso e sensibile e dona un maggior controllo sulla vettura. Unica pecca la mancata implementazione del SixAxis che indubbiamente avrebbe aggiunto all’esperienza di guida una divertente variante.
Pro Street, oltre a proporci una storia del tutto basata sulle corse all’insegna della legalità, introduce una meritevole innovazione, le autovetture saranno infatti soggette a danneggiamenti che ne comprometteranno, seppur in modo estremamente superficiale, la guidabilità e le prestazioni. A tal proposito la fisica è inadeguata e ciò è dimostrato dalle collisioni e dai danni molto inverosimili che la nostra auto subirà: ci saranno casi in cui vedremo la vettura solamente graffiata e con qualche bozza dopo esserci schiantati a ben 200 km/h! Anche il controllo della macchina di tanto in tanto risulta impreciso e poco bilanciato, capiterà infatti di riuscire a percorrere delle curve strette senza frenare drasticamente, mentre altre volte dovremo quasi arrestare la vettura pur di evitare un violento urto frontale contro un muro. Questi difetti purtroppo minano e pregiudicano l’esperienza di guida, donando all’insieme poca credibilità e coerenza.
I più propensi al genere troveranno il gioco di una facilità disarmante, nelle gare contro la CPU gli avversari si lasceranno sorpassare senza opporre particolare resistenza, facendo perdere al gioco quel tasso di sfida capace di tonificare il fattore longevità.

A smorzare la ripetitività della modalità carriera ci pensa l’ormai consueto tuning. In Pro Street, potremo apportare alla nostra auto sia elaborazioni delle parti meccaniche sia elaborazioni estetiche. L’elaborazione meccanica ci consente di installare varie parti motore ufficiali sostituendo i pezzi originali. Possiamo poi configurare un assetto personalizzato, eseguendo ad esempio la registrazione del cambio, la regolazione delle sospensioni, delle molle e altro ancora.
L’elaborazione estetica prevede l’applicazione di vinili e l’autosculpt, ovvero la modellazione della carrozzeria. I vinili a nostra disposizione sono davvero tanti e sono suddivisi per categorie: strisce, tribali, fiamme, animali, personaggi, motti, scritte, e molto altro. Basta poco tempo per dare vita ad un’auto unica e singolare e se vorremo, persino bizzarra. Servendoci dell’autosculpt potremo migliorare l’aerodinamica della nostra auto intervenendo sui paraurti, sugli alettoni, sulle prese d’aria e sulle minigonne, incrementandone di conseguenza la velocità di punta.
Le modifiche meccaniche ed estetiche possono essere salvate sotto il nome di “blueprint”, ovverosia il progetto tecnico di ogni singola autovettura.

Scintille a bordo pista

La modalità multiplayer si presenta ricca di opzioni e ci consente di creare un intero evento di gara personalizzandolo con le sfide che più ci aggradano e definendo pure eventuali limitazioni sulle auto che vi potranno accedere. Attraverso l’opzione partita veloce potremo scegliere se unirci a una partita non ufficiale o a una partita classificata.
Appena entrati in una lobby, la schermata che ci si presenta è identica a quella in singolo e si differenzia soltanto per un box nel quale sono contenuti i nomi dei diversi partecipanti di cui potremo leggere le relative statistiche di gara e l’utilizzo delle cuffie.
Avere a che fare con avversari umani mitiga la noia e talvolta favorisce persino il divertimento. Già da subito avremo a disposizione l’intero parco auto del gioco e purtroppo ciò non rappresenta un incentivo a portare a termine la modalità single player.
Chi non dispone di una connessione a banda larga, potrà contare sull’ottimo multiplayer locale che prevede funzionalità del tutto simili a quelle fruibili online, ovvero la creazione personalizzata di un evento di gara e le relative sfide.

Pochi cavalli sotto il cofano

Se volete mostrare le potenzialità della vostra PlayStation 3, Need For Speed: Pro Street, non è il gioco che fa per voi. Pur presentando una grafica di tutto rispetto non riesce decisamente a colpire nel segno. I circuiti risultano scarni, privi di dettaglio e con un fastidioso effetto pop-up. L’esagerato utilizzo dell’effetto blur assume nel gioco una duplice funzione: rendere al meglio la sensazione di velocità ed eliminare l’aliasing fungendo da potentissimo filtro AA, ma purtroppo fallisce miseramente il secondo obiettivo. I modelli poligonali non si discostano molto da quelli già visti precedentemente in Carbon e la palette cromatica utilizzata risulta artificiosa. Ad invalidare ancor più il comparto tecnico c’è anche qualche leggero calo di frame rate più evidente rispetto alla versione per 360 del gioco.
Il sonoro invece è ben curato, come da tradizione EA. Le musiche sono state scelte accuratamente da vari generi tra cui rock e rap e cambiano secondo lo stile della gara e delle ambientazioni. Ottimo è il doppiaggio in italiano e molto coinvolgente la voce del DJ che commenta le fasi concitate di gara. Ben fatti son anche gli effetti sonori delle auto: durante il cambio delle marce il calo del numero di giri è stato riprodotto molto fedelmente. Anche nelle frenate possiamo notare quel criterio di verosimiglianza che caratterizza tutta la serie. In definitiva se la grafica è solamente discreta, il sonoro denota un’ottima realizzazione caratterizzata da un lungo e duro lavoro dei ragazzi di EA.

Ritenta, sarai più fortunato

Need For Speed: Pro Street in ultima analisi si è rivelato un gioco solamente discreto, minato da un gameplay ripetitivo e a tratti noioso. EA ha indubbiamente apportato alcune migliorie al titolo rispetto a quanto mostrato da Carbon, ma è molto lontana dai fasti delle vecchie produzioni. Il videogioco ha quindi deluso le aspettative mostrando un comparto tecnico acerbo e privo di spessore. L’acquisto rimane comunque consigliato agli amanti del genere e soprattutto della serie.

PRO

  • Elaborazione delle auto
  • Ottima colonna sonora
  • Parco auto

CONTRO

  • IA dei nemici scadente
  • Comparto tecnico altalenante
  • Gameplay ripetitivo