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Recensione di IL-2 Sturmovik: Birds of Prey

Recensione di IL-2 Sturmovik: Birds of Prey di Console Tribe

di: Redazione
Il-2 Sturmovik e il seguito Fogotten Battles sono
considerati tra i migliori simulatori di volo a sfondo storico tuttora
esistenti. L’unione di battaglie che hanno fatto la storia
dell’occidente con una riproduzione realistica dei velivoli e
dell’esperienza di volo si è dimostrata una formula
vincente ed estremamente godibile. La sua maggiore pecca era costituita
dalla piattafome disponibili che si limitavano esclusivamente al
sistema Microsft Windows. Molti si chidevano se fosse stato
possibile portare questa esperienza anche su console per allargare
sensibilmente il target d’utenza e permettere anche ai meno esperti di
avvicinarsi ad un titolo così specifico. La Gaijin Entertainmen
ha cercato di rispondere a questo quesito, effettuando un porting dal
sapore di sequel dei titoli precedentemente usciti. Indossate il
caschetto, mette su gli occhiali e preparatevi al decollo.




I cieli sopra Berlino



Sin dalle prime battute Il-2 Sturmovik dimostra come il suo obiettivo
sia non solo quello di immergere il giocatore nella seconda guerra
mondiale, ma soprattutto di restituire le emozioni legate alle azioni
eroiche che in quel periodo hanno permesso di combattere la minaccia
tedesca. Dopo un breve filmato di repertorio ci troveremo lanciati
nella battaglia d’Inghilterra, da dove prende le mosse il nostro
viaggio che ci condurrà attraverso diverse zone sensibili
d’Europa. È il 1940 e per circa un anno la RAF (Royal Air Force) inglese si troverà a dover respingere l’incursione della Luftwaffe tedesca. È un punto cruciale per le sorti del Terzo Reich:
qui i tedeschi incasseranno la prima vera sconfitta che
ridimensionerà i loro piani di conquista dell’intero nord
europeo. A seguito di questa vittoria i Gaijin fanno scorrere sotto la
pancia del nostro velivolo una serie di mappe che ci permetteranno di
combattere le battaglie più importanti dell’incursione
alleata contro le potenze dell’asse. Stalingrado, la Sicilia e
infine Berlino ci vedranno alle prese con quaranta aeromodelli del
periodo, resi non solo con estrema precisione storica ma anche con una
quantità di poligoni mai vista prima in altre simulazioni di
volo su console.



Vera protagonista del titolo è sicuramente l’esperienza ad
alta quota resa con un colpo d’occhio davvero mozzafiato. Se a
volo radente case, alberi e terreno mostrano la non eccellente
qualità delle texture ambientali, quando ci troveremo immersi
nei cieli, tra le nuvole fumose oppure persi tra i raggi che
riverberano sulla superficie del mare, tutto il piacere del volo, il
suo fascino e il suo mistero torneranno per scacciare ogni precedente
perplessità. Il paesaggio è ulteriormente arricchito da
una linea d’orizzonte profondissima che ci permetterà di
distinguere a notevole distanza i velivoli nemici ed amici, gli
obiettivi sensibili e nel contempo di godere anche della perfetta
riproduzione delle città e delle loro particolari
caratteristiche (Dover è fedelmente riprodotta, tanto da lasciar
ammirare il suo castello posto su una collina poco fuori dal centro
abitato).



Il buon lavoro svolto sulla componente visiva trova un degno
corrispettivo nel comparto sonoro ed acustico. Le musiche, create
appositamente per la serie da Jeremy Soule, riprendono quelle che
documentari e film storici ci hanno abituato a sentire. Mai troppo
invasiva ma sempre pronta a sottolineare con estrema precisione
l’azione, la colonna sonora è uno dei pezzi forti del
titolo, che aumenterà il piacere delle trasvolate e
spronerà il furore bellico nei momenti più concitati.
Degni di nota sono gli effetti sonori che costituiscono un supporto
fondamentale per l’esperienza di gioco: il fischio degli aerei
che precipitano, il boato ovattato dello schianto e il sibilo
incessante e ripetuto delle mitragliatici danno una vaga idea di come
l’effettistica riempia e completi la spettacolare esperienza
visiva del titolo




From the rookie to the Top Gun



La simulazione di volo ha da sempre tenuto lontano il grosso del
pubblico per le sue difficoltà, per la specificità dei
controlli e per una certa conoscenza di base necessaria anche per
effettuare le manovre più semplici. I Gaijin hanno saltato a
piè pari questa empasse mettendoci a disposizione tre
modalità che in definitiva costituiscono quasi tre sezioni
staccate l’una dall’altra, vista la differenza abissale che le separa:
sistema danni diverso, HUD
diverso, layout tasti diverso e grado di difficoltà diverso.
Potremo scegliere tra modalità arcade, realistica e simulativa.
La prima è votata al quick ‘n’ fun e ha come
target tutti coloro che si sono sempre voluti divertire con un aereo ma
si sono tenuti lontani per la complessità dei controlli. Lo
stick sinistro controllerà picchiata e cabrata, mentre il
destro, oltre a dare potenza al motore, ci permetterà di gestire
il timone per le virate. La quasi totale assenza di fisica ci
permetterà di effettuare manovre ad altro grado di
difficoltà con una certa semplicità. Ogni scontro
diventerà teatro di evoluzioni ed inseguimenti al cardio palma:
davvero impagabile poter abbattere una serie di velivoli della
Luftwaffe dopo una catena di loop, vite orizzontale e manovra Immelman.
L’HUD ci metterà a disposizione un radar per tracciare i
nemici, una lock on per seguirli e una croce di correzione per
segnalarci esattamente dove sparare. L’ultimo è un aiuto
fondamentale per abbattere il bersaglio visto che velocità e
manovre di evasione non porteranno mai a segno quei colpi perfettamente
focalizzati sull’aereo nemico. Lo zoom e la telecamera su
bersaglio, attivabile con grilletto sinistro, ci permetteranno di
essere ulteriormente precisi e di non perdere mai di vista il nostro
bersaglio



Con la modalità realistica le cose iniziano a complicarsi. Non
solo la croce di correzione viene eliminata, portandoci a dover
compensare ad occhio gli spostamenti del nemico per colpirlo, ma viene
anche inserita una buona componente fisica e con essa uno dei maggiori
nemici del pilota, lo stallo. Le manovre diventano sempre più
complicate e il velivolo inizia a sentire il peso dell’aria. Gli
inseguimenti diventeranno sempre più ragionati, dovendoci
preoccupare anche del nostro aereo e dei danni subiti. Quando le ali
iniziano a mostrare i fori dei colpi o bordi sfrangiati dalle
mitragliatrici e l’abitacolo è oscurato dal fumo dei
nemici abbattuti, allora tenere in aria il nostro aereo sarà un
impresa da non sottovalutare. Il massimo grado di
quest’esperienza si raggiunge con la difficoltà simulativa
che porta a livelli estremi il calcolo fisico. Eliminate la classica
visuale in coda all’aereo,ora ci troveremo bloccati nell’
abitacolo, tra i quadranti del cockpit
e i vetri sporchi come unico spiraglio sul mondo esterno. Il velivolo
è scosso dalle correnti d’aria, un tremore continuo che
lascia intendere la forza della sferza dei venti. Ogni soffio è
una preghiera, volta a contiuare il miracolo del volo; ogni alito
è un’imprecazione contro i costanti aggiustamenti di rotta.
Tenere in volo l’aereo è una sfida che riscrive completamente
l’esperienza arcade. L’HUD perde tutti i fronzoli (niente lock
on, niente radar e nessuna correzione dei colpi)per lasciare spazio
alle sole informazioni vitali. Occhi ed orecchie diventeranno le nostre
armi più letali negli inseguimenti, che molto spesso si
trasformeranno in lunghe ma eccitanti sessioni di
“nascondino” nei cieli, combattute all’ultima
manovra. Tutto diventerà più difficile, più
ragionato ed anche l’uso di razzi e bombe richiederà una
certa dimestichezza e attenzione per colpire gli obiettivi. Se prima
non abbiamo sentito la necessità di chiedere aiuto al nostro
stormo, questo è il momento nel quale scopriremo
l’utilizzo del d-pad come una risorsa fondamentale. Attraverso i
tasti direzionali potremo dare una serie di istruzioni ai nostri
gregari che ingaggeranno i nemici oppure si limiteranno a coprirci le
spalle. È sicuramente una modalità non votata a tutti,ma
in grado di restituire ottime sensazioni agli appassionati che
troveranno pane per i loro denti.




How to save the world



Dove l’innovazione si fa sentire di meno è sicuramente
nella scelta e nella gestione delle missioni che tutto sommato si
rifanno al modello classico. Saremo chiamati ad ingaggiare battaglia
con gli stormi nemici, oppure a distruggere una serie di obiettivi
sensibili attraverso l’utilizzo di razzi e bombe. In sostanza le
due categorie aria-aria e terra-aria vengono sfruttate a fondo per un
esperienza di gioco completa. La presenza di missione notturne o in
condizioni metrologiche proibitive concorrono ad aumentare la
diversificazione del titolo. L’I.A
dei nemici è abbastanza buona ed in grado di effettuare manovre
di evasione davvero complesse, aumentando sensibilmente il livello di
sfida e la soddisfazione nel abbatterla. Da segnalare la piacevole
introduzione, tra gli obiettivi secondaria di ogni missione,
dell’atterraggio in aeroporto:



I Gaijin ci mettono a disposizione una serie di modalità che
impreziosiscono il titolo. Non solo è disponibile una
modalità addestramento che ci porterà ad un volo libero
sulle mappe o ad esercitarci in alcuni obiettivi utili ad imparare
manovre e tattiche per la campagna, ma è anche presente un
solido comparto mutliplayer. Quattro le modalità: Attacco,
Combattimento ravvicinato, battaglia a squadre, conquista campi di
aviazione. Tutte ovviamente selezionabili in base al livello di
difficoltà che più ci si addice e corredate da un netcode
stabile e pulito nel quale non abbiamo avuto nessuna esperienza di lag
o di disconnessioni.




Landing



Ritornati nell’hangar da questo viaggio, possiamo aggiungere solo
che la longevità non esaltante della campagna è la pecca
maggiore del titolo che in definitiva si attesta su livelli molto alti.
La presenza delle tre modalità lo apre ad un pubblico ampissimo,
anche a chi è solo in cerca di qualche ora di divertimento. La
presenza di mappe accurate, di un comparto tecnico eccellente e di una
riproduzione fedele dei modelli d’epoca valgono sicuramente
l’acquisto del titolo. Quindi, riprendiamo casco ed occhialoni e
lanciamoci senza paura sui cieli del Terzo Reich.