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Recensione Recensione di Faery: Legends of Avalon

Recensione di Faery: Legends of Avalon di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

C’era un tempo in cui la magia era una realtà quotidiana. Per le terre incantate del regno svolazzavano ovunque creature fantastiche: elfi, draghi, goblin, fate. L’unico limite posto dalla realtà era la fantasia stessa. Nel cuore degli uomini c’era sempre accesa una scintilla, una forza misteriosa che li portava a credere a cose fantastiche. Questa scintilla, purtroppo, è diventata sempre più debole. A poco a poco la magia stava scomparendo e quel misterioso e fantastico regno di magia scompariva inesorabilmente.
Quante volte abbiamo sentito storie simili? Quante volte i nostri cuori si sono accesi pensando a mondi fatati e a emozionanti avventure? Storie così ne abbiamo viste tante e ogni volta ci siamo innamorati di posti e personaggi diversi. Su questa stessa idea nasce Faery: Legends of Avalon che ci metterà nei panni di un potente guerriero il cui unico scopo è salvare Avalon da una triste fine. Saremo in grado di riportare il regno al suo antico splendore?

Un mondo fantastico

Come avrete intuito Faery pesca a piene mani da quella mitologia nord-europea tanto cara a svariati titoli e produzioni. Il primo impatto artistico è difatti molto gradevole. Sin dalle prime battute di gioco riusciremo ad apprezzare numerosi personaggi, tutti caratteristici e ben realizzati. Il giocatore è quindi immerso in un mondo fantastico e affascinante, che nel complesso regala più di una soddisfazione. Girovagando per le diverse location saremo in grado di apprezzare numerosi elementi tipici di queste produzioni, trovandoci così in una sorta di mondo già conosciuto, quasi familiare azzarderemo. La realizzazione artistica prende spunto da queste mitologie non solo per la creazione dei personaggi ma anche per l’intera ambientazione, con un risultato piacevole e in grado di colpire nei punti giusti l’immaginario del giocatore. I problemi, purtroppo, sono più imputabili a un comparto tecnico non troppo ispirato e, soprattutto, poco incisivo. 

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La modellazione poligonale dei personaggi, così come del fondale, è piuttosto scarna e va a vanificare quanto di buono fatto dalla componente artistica. Per l’intera avventura avremo sempre la sensazione di ritrovarci in un mondo spoglio, quasi abbozzato e ancora in fase di costruzione. Gli sviluppatori, infatti, pagano la scelta di aver proposto – quasi interamente in tre dimensioni – numerose ambientazioni. Considerando quindi il peso del gioco e che comunque si tratta di un digital delivery, va da sé che effettuare alcuni tagli e limitazioni sul comparto grafico era lavoro pressoché obbligatorio. Nel complesso il giocatore non deve essere poi troppo critico e apprezzare quel che di buono ha da offrire questa produzione.
Con questi presupposti grafici ed artistici nasce Faery: Legends of Avalon. Come avrete già capito dall’introduzione, per quanto riguarda la trama non ci troviamo di fronte ad un progetto molto innovativo e particolarmente interessante. Se dal punto di vista artistico il gioco è capace di regalare forti emozioni, da quello narrativo questo scade nella banalità più disarmante. Ci troviamo nei panni del solito eroe senza nome, il solito regno magico è inghiottito dalla solita nebbia e, non sarebbe nemmeno il caso di dirlo, l’unico a poter salvare il mondo è il nostro alter-ego. Se questo non bastasse, accanto ad una trama fondamentalmente poco ispirata si aggiunge anche una sceneggiatura poco interessante. I dialoghi raramente riusciranno a coinvolgervi più di tanto e il più delle volte sarete tentati di superarli senza troppo interessarvi della natura del dibattito. Di buono c’è un enorme background di storie, leggende e miti sull’intero regno di Avalon. Il gioco è infatti ricco di tante informazioni e retroscena da scoprire che se non altro hanno il merito di rendere il prodotto più corposo e d’ampio respiro.
Ma tralasciando quanto detto finora, vediamo com’è giocare ad Avalon. Il titolo è un RPG con scontri a turni che non disdegna una componente esplorativa molto marcata. In prima battuta dovremo, tramite un semplice editor, creare il nostro alter-ego. Le possibilità di personalizzazione offrono un giusto mix di variabili, di certo non potremo creare eroi assurdi e particolari ma, nel complesso, questa fase di gioco è risultata soddisfacente. Appena iniziata l’avventura avremo modo di apprezzare la componente più innovativa che Faery ha da offrire: l’esplorazione. Il nostro protagonista è un essere fatato dotato di ali, ragion per cui può volare in ogni punto dello scenario, rendendo l’esplorazione veloce e immediata. Grazie a questa scelta ci ritroveremo in ambientazioni sviluppate tanto in orizzontale quanto in verticale. Esplorare i vari scenari è sicuramente divertente e spenderemo molte ore alla ricerca di forzieri ed elementi nascosti strategicamente nello scenario. Purtroppo anche in questa fase ci sono alcuni difetti non trascurabili. La stessa velocità di esplorazione, unita alla tortuosità dello scenario, fa sì che non sempre sarà facile trovare i punti di nostro interesse, nonostante questi siano appositamente segnalati da fasci luminosi. Qualche volta vi capiterà di sprecare tempo alla ricerca di personaggi e oggetti che in realtà sono situati in zone facilmente accessibili, in definitiva non sempre sarete in grado di raggiungere la locazione desiderata in poco tempo. Per il resto la componente esplorativa appare tutto sommato ben realizzata: tanti personaggi con cui interagire e soprattutto tante sub-quest cui prendere parte. Girovagare per le ambientazioni risulta quindi abbastanza interessante e, come ogni gioco di ruolo che si rispetti, riserverà gradite sorprese ai più stacanovisti.

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L’essenza di un gioco di ruolo per molti videogiocatori risiede tutta in un adeguato sistema di combattimento e sviluppo dei personaggi. Per quanto riguarda la crescita del nostro alter-ego, gli sviluppatori hanno pensato a un interessante sistema: associati alle fattezze fisiche del nostro protagonista saranno disponibili alcune magie, potenziamenti e attacchi particolari. In termini pratici, modificando le corna, le ali, le braccia, la coda e qualunque altro aspetto del nostro eroe, saremo in grado di ottenere poteri sempre maggiori. Le modifiche non solo si ripercuoteranno in battaglia ma anche sull’aspetto estetico; potremo quindi avere contemporaneamente un’aura fatata, delle ali da pipistrello e una coda da gatto. In quest’ottica le personalizzazioni e le combinazioni sono molteplici, rendendo lo sviluppo del nostro personaggio tanto semplice quanto interessante.
Stesso discorso non può essere fatto per i combattimenti, non tanto per la meccanica di gioco quanto piuttosto per la difficoltà. Faery prevede un classico sistema a turni in cui è possibile eseguire i comandi in base al numero di slot azioni disponibili. Un po’ come visto in Final Fantasy XIII potremo attaccare, usare pozioni o magie nello stesso turno solo se queste non consumano tutte le nostre barre azioni. Va da sé che comandi più potenti consumano più slot. In questo senso Faery gode di una buona componente strategica e, in linea puramente teorica, dovremo sempre pianificare attentamente le azioni da eseguire. Purtroppo nessuna strategia diventa importante in termini pratici. I nemici, compresi i boss, risulteranno facilmente abbattibili seguendo un semplice schema che ci vede attaccare all’infinito e curarci di tanto in tanto, unica cosa da valutare è se il nemico in questione è più debole agli attacchi magici o a quelli fisici, per il resto potete anche attaccare ripetendo all’infinito la stessa mossa e difficilmente perderete la battaglia. Per questa ragione i combattimenti risultano lenti, noiosi e ampiamente ripetitivi.

Un mondo monotono

Nonostante gli ottimi presupposti, Faery si rivela un titolo non troppo divertente e decisamente monotono. La buona componente esplorativa regala molte soddisfazioni ma è rovinata da difetti tecnici davvero importanti. I combattimenti sono ben strutturati ma, complice un livello di difficoltà davvero ridicolo, risultano noiosi e ripetitivi. La trama non regala forti soddisfazioni ma comunque c’è da apprezzare lo sforzo fatto dagli sviluppatori per rendere l’intera esperienza più interessante e variegata. Un gioco consigliato essenzialmente ai fan del genere e a chi vuole provare un sistema d’esplorazione innovativo.