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Recensione Recensione di Command & Conquer: Tiberium

Recensione di Command & Conquer: Tiberium di Console Tribe

di: Redazione

La maestria di una software house e di un gruppo di realizzatori di
videogames affiatati e pieno di idee si mostra soprattutto
nell’affrontare le situazioni più spinose in termini di progettazione e
realizzazione di titoli concepiti per essere ospitati su altre macchine
differenti dalla console. Electronic Arts ne era consapevole quando ha
reso noto il suo proposito di pubblicare il terzo capitolo di Command
& Conquer su XBOX360. In questo caso inoltre avrebbe avuto puntati
addosso gli occhi di milioni di giocatori che in anni passati, quando
la console di MS non era che un mero presagio, avevano guidato le loro
truppe virtuali negli scenari dei precedenti titoli della serie. La
sfida che si era parata di fronte a EA era dura e difficile: convertire
un titolo pensato per PC e portarlo in un universo tecnologico del
tutto nuovo, in cui mouse e tastiera sono sostituiti da un pad in parte
analogico e in parte digitale. La posta in gioco si è dimostrata alta
fin da subito: era necessario assolutamente non tradire le aspettative
dei giocatori affezionati e contemporaneamente mettere a punto un gioco
che facesse avvicinare agli RTS anche chi non avesse la benché minima
idea dell’esistenza di Command & Conquer.
La domanda che ci poniamo e a cui cercheremo di rispondere è se
Electronic Arts sia riuscita nel suo intento o se invece questo suo
ambizioso progetto si sia rivelato il proverbiale passo più lungo della
gamba.

Come un film…

Una condizione necessaria (ma non sufficiente) a rendere un RTS un
titolo appassionante è la presenza di una trama articolata e ricca di
colpi di scena. Dopo anni e anni, gli sceneggiatori della serie di
C&C sembra non abbiamo perso smalto e anzi hanno ancora idee da
vendere e una gran voglia di raccontarle.
L’ambientazione è quella tipica cyberpunk, in cui la tecnologia
sfrenata si sposa con un deterioramento del tessuto socioeconomico,
portando a scenari apocalittici e distruttivi, con città fatte di
palazzi diroccati e isolati ridotti a cumuli di macerie, alternate a
zone desertiche brulle e desolate. In questo teatro cadente, l’intero
mondo è stato suddiviso in zone: quelle rosse, in cui la vita è solo un
ricordo lontano; quelle gialle abitate solo da disperati e quelle blu,
dove vivono i ricchi e i potenti. Seguiremo le battaglie dei GDI
(Global Defense Initiative) contro la Fratellanza di NOD. Il motivo
dell’ostilità è il possesso e l’utilizzo del Tiberium, minerale
comparso sulla terra, che ha la duplice funzione di dare energia e
contemporaneamente annullare la vita nelle zone circostanti ai suoi
giacimenti, causa della divisione del mondo in zone.
La trama si svolge, un passo alla volta, narrata tra una missione e
l’altra da filmati interpretati da attori veri, tra cui spiccano  nomi
conosciuti come Jennifer Morrison (la dr.ssa Cameron della serie ‘Dr
House’) e Michael Ironside (visto in pellicole come ‘Atto di Forza’ e
‘Starship Troopers’). Gli spezzoni hanno il compito di erudire il
giocatore sugli obiettivi della missione e sulla situazione mondiale,
grazie anche ai frequenti collegamenti con un telegiornale virtuale,
molto immersivi.
Una virata fantascientifica quasi inaspettata sconvolge l’”ordinario”
svolgersi dei fatti, quando fa la sua comparsa il ‘terzo incomodo’
nella figura di una razza aliena, gli Scrin, intimamente legata al
Tiberium.

Gameplay

La vera sfida affrontata dal team di realizzatori di EA è stata quella
di creare un’interfaccia di gioco e un sistema di comandi che
ottimamente si sposasse con il pad della console senza mai far
rimpiangere l’uso del mouse e della tastiera. Con C&C è stato fatto
un lavoro eccellente, grazie a un uso sapiente dei tasti della
periferica. Imparare le varie funzioni dei pulsanti è cosa abbastanza
immediata, grazie alla possibilità di richiamare un menù con la
semplice pressione del tasto dorsale sinistro. Con il D-pad è possibile
scorrere le varie opzioni e da lì velocemente creare edifici, unità e
mezzi di locomozione, con la pressione del tasto A. Con questo metodo,
tutte le operazioni di pianificazione sono velocizzate permettendo al
videogiocatore di organizzare le sue battaglie in maniera immediata e
intuitiva.
Anche la selezione delle singole unità da spostare, schierare e
lanciare all’attacco è molto intuitiva e con pochi veloci passaggi è
possibile creare gruppi, selezionare solo un tipo di unità o aggiungere
singoli individui a un manipolo precedentemente formato. Con il tasto
dorsale destro, inoltre, si possono selezionare con una sola mossa
tutte le unità presenti sullo schermo.
Tutte queste nozioni sono precisamente spiegate nella missione
tutorial, che risulta essere avvincente senza mai annoiare. Una volta
acquisite le basi ci si può lanciare nella campagna in single player.
In questa modalità di gioco all’inizio sarà presente solo la sola
campagna GDI, a cui se ne aggiungeranno altre due nel corso del gioco:
quella dei NOD e degli Scrin. La prima delle due narra le vicende della
campagna GDI dall’altra parte della barricata, mentre nell’ultimo e più
difficile set di missioni prenderemo in mano le truppe degli alieni
sbarcati sulla Terra.
I vari capitoli della storia sono ben strutturati e le missioni
risultano molto varie e ricche e non si limitano a un continuo
accumulare risorse e devastare le base nemica. Infatti ogni missione è
corredata da una serie di obiettivi principali e da un certo numero di
target secondari, che variano dalla conquista di determinati edifici
strategici fino alla costruzione di un particolare complesso o al
completamento del livello usando un solo tipo di unità.
Il gameplay varia anche a seconda della fazione che decidiamo di
comandare. Ognuna di esse ha dei punti di forza e delle debolezze che
bisogna conoscere per padroneggiare a pieno ogni tipo di unità e poter
pianificare strategie degne di questo nome. La razza più difficile da
governare è sicuramente quella degli Scrin, che differiscono dalle
altre due sotto diversi aspetti, fin dall’estrazione e dall’utilizzo
del Tiberium.
In un RTS che si rispetti bisogna far menzione della componente
strategica e del suo peso per completare il gioco in single player.
C&C 3 eccelle vistosamente in questo frangente. Le unità a nostra
disposizione sono tantissime e ognuna è dotata di propri punti di forza
e proprie debolezze, obbligandoci a utilizzarne alcune per determinati
compiti e riservarne altre per scopi diversi. Lo stesso dicasi per i
mezzi a disposizione, presenti in gran numero e in gran varietà, sia
aerei che terrestri. Lo studio del gioco  si deve estendere anche alle
costruzioni degli edifici che è ben congegnato con un sistema di
propedeuticità importante da afferrare per poter disporre subito di
armamenti ad alto potenziale.
Il gioco in singolo contro la CPU risulta essere molto soddisfacente
grazie a un’intelligenza artificiale ben programmata, sempre
all’altezza della situazione. Fin dalle prime battaglie il computer si
rivelerà un avversario temibile, aggressivo, pronto a punire ogni
nostro errore senza lasciarci tregua se non saremo in grado di tenergli
testa.
Per trovare una pecca nel gameplay di C&C 3 bisogna ammettere che
talvolta è un po’ fastidioso trovare un posto dove collocare le nuove
costruzioni: anche se il terreno, a tutti gli effetti, sembra ideale
per mettere in piedi una fabbrica di carri armati, ci verrà invece
notificato il contrario, facendoci perdere del tempo prezioso alla
ricerca del suolo adatto.

Multiplayer

Se la sfida contro la CPU è molto entusiasmate, il divertimento vero e
più genuino emerge solo nelle partite contro avversari umani. Questa
modalità non manca di sorprendere per la cura con cui è stata
realizzata, grazie alla enorme personalizzazione dei match e alle
molteplici modalità di gioco.
I realizzatori di C&C non hanno badato a spese pur di creare
un’esperienza multiplayer (fino a quattro giocatori) quasi
indimenticabile. La varietà delle partite fruibili è enorme. È
possibile scegliere tra Skirmish (la classica tutti contro tutti –
singoli o a squadre); Capture the flag, mutuata dalla migliore
tradizione FPS, in cui bisognerà appunto catturare la bandiera e
riportarla in base; King of the Hill, in cui bisogna conquistare una
zona della mappa e tenerla sotto controllo per un certo lasso di tempo.
Con quest’ultima modalità la componente strategica di C&C rivela la
sua precisione, costringendo il giocatore a padroneggiare sia una
posizione di attacco più sfrenata sia una situazione di difesa
difficile e prolungata.
Un ultimo tipo di gioco presente nella modalità multi giocatore del
titolo EA è Siege, in cui si setta un tempo limite durante il quale è
possibile accumulare risorse, armamenti e soldati restando
asserragliati nella propria base senza poter attaccare. Allo scadere di
questo periodo di quiete, si scatena la tempesta, con le opposte
fazioni che danno inizio alle ostilità cercando di annientarsi a
vicenda.
Le mappe in dotazione sono ben congegnate e in gran numero e conoscerle
a menadito è un attributo imprescindibile per poter affrontare le sfide
online.
La ricchezza e la cura con cui è stato realizzato il gioco in
multiplayer si notano in alcuni dettagli e alcune chicche da maestri.
Una su tutte è la possibilità di utilizzare la LiveVision. La webcam
assume un ruolo cruciale alla fina di un incontro in cui il vincitore
si prende i suoi trenta secondi di celebrità sbeffeggiando l’avversario
e sottoponendolo a ogni sorta di improperi!

Grafica e Sonoro

Il porting di C&C su XBOX360 non è stato un lavoro doloroso per
quel che riguarda l’aspetto artistico. Il solido motore grafico de
gioco fa un ottimo lavoro nel gestire la telecamera, che rotea e zooma
liberamente al semplice movimento della levetta analogica di destra e
si sposta in carrellate precise consensualmente alle sollecitazioni
della levetta di sinistra.
Una nota di encomio spetta ai designer del gioco. L’aspetto
fantascientifico è pienamente sopperito dal mecha-design futuristico e
imponente che caratterizza le unità motorizzate, mentre i soldati umani
sono ben caratterizzati e riconoscibili sul piano del gioco. I
movimenti sono ben ricreati e le truppe si spostano in ordine e con una
certa cognizione di causa, senza imporre al giocatore continui
raddrizzamenti di rotta. Meritano una menzione a parte gli Scrin, con
il loro aspetto così biologicamente alieno, le animazioni altere e
magniloquenti che li descrivono come una razza conquistatrice e
dominatrice.
Gli effetti speciali si sprecano, come c’era da aspettarsi in gioco di
guerra. Effetti di luce e particellari illuminano lo schermo
accompagnati da solide esplosioni dirompenti, missili che svolazzano
per la mappa in cerca del bersaglio… uno spettacolo di morte e
distruzione perfettamente ricreato che non manca di sommergere il
giocatore all’interno dell’avventura.
Purtroppo nelle fasi più concitate delle battaglie, quando decine di
unità popolano il monitor sparando all’impazzata, il gioco soffre di un
piccolo calo di frame-rate, con rallentamenti che però non inficiano
assolutamente l’andamento della partita.
Il comparto audio sottolinea appieno quello che accade sul campo di
battaglia. Lo score è vario con musiche epiche piene di archi fino a
pezzi rock-metal che esplodono in un tripudio di chitarre elettriche
durante i momenti più distruttivi dell’azione.
Gli effetti sonori sono ricercati e precisi e lo stesso si può dire
delle voci dei soldati che rispondono ai vostri comandi. Sul versante
alieno del gioco il sonoro fa lo stesso la sua bella figura, arricchito
da suoni e rumori che non sono di questo mondo.

Longevità

Il terzo capitolo della serie di Command e Conquer si presenta denso e
avvincente. La campagna in single player, grazie alla possibilità di
utilizzare le tre fazioni, impegnerà il giocatore per tante ore di
gioco. Più di trenta missioni sono tante e in ognuna di esse ci sono da
sbloccare obiettivi primari e secondari che vi terranno incollati alla
console per giorni. A tutto questo si aggiunge una sezione multiplayer
ineccepibile, ricchissima di opzioni e modalità di gioco, facendo di
C&C 3 un titolo praticamente immortale.

Conclusioni

Per voler rispondere alla domanda che ci eravamo posti all’inizio, EA
ha semplicemente vinto la sua scommessa, dimostrando che è possibile
realizzare un ottimo RTS e proporlo in una console. Command e Conquer
non è solo un ottimo gioco, appassionante e avvincente, ma anche
l’unico esponente del genere presente su XBOX 360, un titolo che non
dovrebbe mancare nella ludoteca di nessuno.

Pro:

  • Un RTS magnifico realizzato magnificamente
  • Sistema di comandi intuitivo
  • Multiplayer strepitoso e ricco di opzioni

Contro:

  • Sistema di costruzione degli edifici talvolta un po’
    farraginoso
  • Qualche calo di frame rate durante le fasi affollate delle
    battaglie