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Recensione Recensione di BAJA: Edge of Control

Recensione di BAJA: Edge of Control di Console Tribe

di: Redazione
Tutto quello che voglio è competere al limite delle mie capacità. Il
brivido di sbagliare una curva, la voglia di raggiungere il controllo
perfetto del mio veicolo. Tutto quello che voglio è semplicemente
prendere il contatto con una strada creata dalla natura, imperfetta,
viva, vera. Tutto quello che desidero è far mangiare la polvere ai miei
avversari. Tutto questo, la strada, la polvere, lo posso trovare solo a
Baja.





Another one bites the dust



Giudicare un gioco di corse richiede sempre un certo impegno sul piano
del bilanciamento tra simulazione e arcade. Trovare titoli che tendono
totalmente da un lato è quasi impossibile, quindi il lavoro si deve
concentrare su entrambi gli aspetti, cercando di analizzarne il fattore
preponderante a discapito di quelli lasciati in secondo piano.

La prova su strada inizia direttamente dalla modalità carriera, ormai
divenuta un classico in giochi del genere. Tramite il menù, scarno ma
funzionale, acquistiamo il nostro primo veicolo e siamo pronti a
lanciarci nella mischia, sperando di non finire subito impolverati.
Semplicemente guardando la quantità di categorie con cui gareggiare ci
si rende subito conto che giungere primi in tutte le classi richiederà
molto tempo. Ogni categoria ha un discreto numero di campionati a cui è
possibile prendere parte, ogni campionato consisterà in più gare il cui
minimo è di tre competizioni fino ad arrivare a otto. Passato in
rassegna il menù inizia il divertimento vero e proprio, per cui ci
lanciamo direttamente nel primo campionato.

Appena il semaforo verde si accende, scattiamo in avanti, bastano pochi
secondi per renderci conto dell’impronta volutamente simulativa che i
programmatori hanno dato al gioco. Controllare l’auto è davvero
impegnativo, soprattutto per chi in genere non è atto a leziosismi
tecnici, per cui è doveroso spendere qualche giro di rodaggio per avere
maggiore padronanza del veicolo. Una volta imparato a controllare il
nostro bolide le gare non sembreranno troppo ostiche, ma allo stesso
tempo non bisogna aspettarsi intere competizioni passate al comando. La
sensazione maggiore che si prova durante ogni singolo chilometro di
guida è la costante paura di sbagliare una curva, ogni minimo errore
potrebbe essere fatale. Una semplice uscita di strada richiederà non
poche fatiche prima di poter rimetterci in pista, senza considerare gli
eventuali danni subiti. Senza troppo eccedere, i veicoli si
danneggeranno sia nelle componenti estetiche che in quelle funzionali
ma purtroppo la fisica dei danni spesso non sarà totalmente verosimile.
In determinati scontri, anche violenti, l’auto non riporterà
particolari rotture, mentre talvolta anche in seguito ad atterraggi non
perfetti vedremo pezzi dell’auto volare inesorabilmente via.

Terminata la prima serie di sfide ci saranno assegnati dei crediti e
dei punti esperienza. Questa è forse la componente migliore della
modalità carriera. I soldi ottenuti potranno essere spesi per
acquistare nuovi bolidi ma soprattutto per i potenziamenti come quelli
al motore, ai freni, alla frizione e persino agli pneumatici. Per
aumentare il nostro fondo cassa c’è data la possibilità di accettare
sponsor, i cui loghi verranno apposti sulla vettura. Essi se ancora
visibili sulla carenatura a fine gara andranno a incidere direttamente
sui nostri introiti.

Attraverso il garage saremo in grado di apportare le migliorie tecniche
in modo da aumentare le prestazioni della nostra auto. I potenziamenti
sono molti e si dividono per ogni componente del veicolo; chi non è
molto esperto e vuole procedere subito a perfezionarlo potrà farlo
controllando un’apposita barra indicante il limite del nostro
potenziamento. Questo sistema accontenterà tutti i giocatori che
vogliono cimentarsi esclusivamente nelle corse e non perdere tempo a
districarsi in complicati menù. Quasi a fungere da àncora di
salvataggio c’è la funzione tuning, in cui gli appassionati di
simulazione e di motori troveranno un’oasi di divertimento. Le
possibili combinazioni e scelte sono pressoché infinite, ed andranno
anch’esse, seppure in minor parte, ad influenzare le prestazioni del
veicolo.

I punti esperienza invece dovranno essere accumulati per accedere ai
campionati più difficili, quasi una sorta di “patente a punti”, che
aumenterà in maniera direttamente proporzionale ai risultati ottenuti
in gara.

I limiti di questa modalità si fanno sentire col passare del tempo:
completati un certo numero di campionati si avvertirà una sensazione di
monotonia, di un gioco stantìo e poco eterogeneo. Il proseguimento sarà
sempre lo stesso: accumula fondi, acquista un veicolo più potente,
potenzialo, acquistane un altro e così via. La quantità di auto in puri
termini numerici non dovrebbe lasciare deluso il giocatore, eppure
vista la somiglianza tra le vetture ci sembrerà di avere un numero di
macchine semplicemente identico al numero di categorie sotto le quali
sono divise.

Le altre modalità non offrono molto rispetto a quella principale, sia
le gare veloci che il multiplayer difficilmente aumenteranno il
coinvolgimento del giocatore. Da segnalare un tipo di sfida,
affrontabile sia in singolo che in multiplayer, in cui il circuito
prenderà la forma di una vera e propria scalata. Strade ripide e
vertiginose saranno all’ordine del giorno, al fine di regalare un tipo
di ambientazione spettacolare e fuori dagli standard. Discutibile è la
modalità Panorama, attraverso la quale è possibile avere una visione a
tutto tondo dell’ambientazione servendosi di più telecamere piazzate
sapientemente. L’idea non è male, tuttavia risulta difficile da
realizzare perché necessita di tre copie del gioco e tre televisori.

Nel complesso il gameplay riserva molte soddisfazioni se affrontato in
carriera, notevole è la quantità di campionati cui prendere parte e la
longevità è forse l’aspetto maggiormente curato di tutto il titolo.




Polvere negli occhi


Spesso è facile giudicare esclusivamente dall’impatto estetico, ma
quando si tratta di videogame il comparto grafico deve essere ideato
per creare un connubio perfetto tra l’esperienza di gioco e quella
visiva. In questo caso la grafica non aiuta di certo a coinvolgere il
giocatore, anzi in quest’ottica allontana il giocatore da un’immersione
completa e più piacevole. Le auto si salvano appena, per il resto
l’intero reparto visivo ed uditivo sono mal sviluppati. Partendo dalle
ambientazioni ci si accorge subito che qualcosa non va: i paesaggi,
tutti a perdita d’occhio, appaiono notevolmente vuoti e trascurati. I
pochi dettagli che si intravedono sono trascurati dal punto di vista
estetico, quasi a sembrare un lavoro incompleto. La cura riservata al
terreno non ne risolleva molto le sorti, tuttavia le lande aride
desolate in alcuni frangenti riescono a sembrare verosimili. Le auto
sfoggiano un numero discreto di poligoni, e si aggiudicano il premio
per l’aspetto più curato per quel che riguarda la grafica. Nel
complesso però sono nettamente inferiori alla stragrande maggioranza
dei titoli in circolazione. Soprattutto quando si cerca di apprezzarne
la fluidità, visto che spesso e malvolentieri ci sarà un evidente calo
di frame-rate per non parlare dell’aliasing onnipresente.

L’introduzione del gioco è accompagnata da un pezzo rock di notevole
impatto, ci si aspetterebbe la stessa intensità per tutte le gare e per
i menù. Attese disilluse da un sonoro quasi impalpabile, vi ritroverete
a pensare di aver sbagliato qualche impostazione, che l’audio del
vostro televisore sia a basso volume. Solo alcuni pezzi riusciranno a
creare una certa atmosfera adrenalinica, tuttavia è difficile non
notare la scarsità degli effetti sonori davvero poco realistici.
Improponibile è il motivetto di chitarra che vi accompagnerà durante la
permanenza nel menù, anche in questo caso si poteva certamente fare di
meglio.

Nel totale un lavoro da rivedere, sia per la troppa semplicità di
alcuni dettagli sia per un level design davvero trascurato, peccato
perché il lavoro svolto per curare gameplay è di buon livello.
Guardando lo schermo è come se si avesse la polvere negli occhi, della
serie meglio non guardare.







Circuito Planetario



Sfidare avversari umani è molto più complesso e regala molte più
soddisfazioni. Per chiunque voglia competere con sfidanti veri Baja
mette a disposizione una buona componente online. In termini di
longevità però, nulla è paragonabile in questo titolo alla modalità
carriera, infatti, le sfide via rete regaleranno solo un discreto
numero di ore di gioco in più. La problematica principale è che i premi
in palio sono pressoché inesistenti, nessun campionato da vincere o
auto da sbloccare. Sarebbe stato gradito una sorta di duello dove
mettere in palio le proprie vetture modificate, sia per aumentare il
tasso di difficoltà che la voglia di competere. In Baja quindi
troveremo un multiplayer online studiato senza troppo strafare, partite
classificate e amichevoli con la possibilità di modificare moltissime
opzioni. La quantità di impostazioni può causare tuttavia un
indesiderato effetto in quanto potrà risultare difficile trovare la
competizione desiderata. Durante la gara solo di rado sarà presente un
calo di frame rate dovuto a qualche sporadico evento di lag. In ogni
caso giocare in rete è divertente, ma offre ben poco rispetto alla
carriera ed il più delle volte desidererete cimentarvi online solo
quando avrete già vinto tutto quello che c’è da vincere in single
player. Insomma una struttura solida e ben studiata ma che alla fine
risulta essere semplicemente accessoria.





Polvere alla polvere cenere alla cenere



Terminata questa esperienza in tutte le sue vesti, è ora di spegnere la
console e riflettere sulle sensazioni provate. Baja regala piacevoli
ore di gioco, esclusivamente grazie alla modalità carriera, sarà
divertente cercare di conquistare ogni possibile trofeo. Tuttavia, la
struttura di gioco potrà risultare stancante dopo un po’ di tempo, per
cui non è detto che la longevità del titolo sia un fattore totalmente
positivo.

Peccato per la pessima realizzazione tecnica, si ha la sensazione di
una scarsa coordinazione tra i programmatori dei diversi settori del
gioco e finisce per mortificare il divertimento e la passione con cui
si affrontano le competizioni.

Per tutti quelli che non si accontentano di battere il computer è
presente il multiplayer sia online che in split screen, per cui
aggiungerete altre ore di gioco ad un prodotto che già da solo durerà
abbastanza, forse troppo. Ad ogni modo, nel complesso un titolo che
richiede perfezione e appaga durante la guida, ma a conti fatti qualche
fuori pista durante la realizzazione c’è stato.


PRO

  • Molto longevo;
  • tante modifiche possibili.

CONTRO

  • Comparto tecnico mediocre;
  • a tratti monotono.