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Recensione Recensione di Aliens vs Predator

Recensione di Aliens vs Predator di Console Tribe

di: Giorgio "Nadim" Catania

Finalmente, dopo una lunga attesa, è giunto sulle nostre console un nuovo videogioco con protagoniste le due razze aliene più famose della storia cinematografica: i terribili Alien, contro cui Sigourney Weaver ha combattuto in ben quattro pellicole, e i fortissimi Predator, che hanno sfidato i muscoli dell’austriaco Arnold Schwarzenegger.
È così che si presenta agli occhi dei milioni di fan di tutto il mondo questo Aliens vs Predator, un’ottima possibilità di impersonare ancora una volta una di queste due spaventose creature pronte a darsi lotta l’un l’altra, o interpretare il ruolo di uno dei poveri Marine costretti a vedersela brutta in ogni circostanza. Tre sono perciò le Campagne offline da poter giocare, ognuna delle quali percorre binari paralleli alle altre due, intrecciandosi però con esse in più di un’occasione.
A tutto ciò va aggiunta anche una corposa modalità multiplayer, in cui il giocatore è sempre libero di scegliere la fazione con cui schierarsi, ognuna con le sue caratteristiche uniche e i suoi handicap, oltre che con un’interfaccia differente.
Le premesse sono ottime, scopriamo quindi se il titolo è stato sviluppato dai ragazzi Rebellion con la sufficiente perizia.

Benvenuto nei Marine, Recluta!

Il protagonista principale di questa produzione è sicuramente la sfortunata Recluta, soldato alla sua prima missione ufficiale, che con le proprie azioni influirà indirettamente anche gli eventi delle Campagne dell’Alien e del Predator.
Tutto comincia quando, durante un brusco atterraggio su un pianeta da cui è stato mandato un messaggio di emergenza, controllato dalla corporazione Weyland-Yutani, il nostro eroe perde improvvisamente conoscenza. Al suo risveglio si ritrova pressoché disarmato all’interno di una base priva di corrente e piena di cadaveri, ricevendo ordini via radio da uno dei suoi pochi colleghi superstiti. Insomma, le premesse sono quelle tipiche di queste saghe e, procedendo con la propria missione, il giocatore, oltre ad ottenere sempre più potenti armi fantascientifiche, farà lentamente luce su quello che è successo nei laboratori e nei complessi industriali della società, nonché sulle vere intenzioni di quest’ultima.
Ciò che però distingue le avventure del Marine da quelle dei due alieni, oltre allo stesso dipanarsi della trama, è il gameplay. I controlli sono infatti di quanto più classico si possa trovare in un FPS, e si discostano pesantemente da quelli che dovrete utilizzare nei panni dello Xenomorfo e del cacciatore. Quindi ecco il tasto per sparare e quelli per utilizzare il fuoco secondario o un attacco fisico, accendere e spegnere la torcia, lanciare un bengala e, infine, per usufruire di uno dei tre medikit che potrete portare con voi. Nulla di particolarmente originale, perciò. E anche l’interfaccia grafica è quella tipica degli sparatutto. L’unico elemento che si differenzia da questo genere è il radar che avrete in dotazione, posizionato in basso a sinistra sullo schermo, capace di rilevare i movimenti di nemici e alleati vicini, proprio come quello già visto nella prima pellicola della serie Alien. In più occasioni vi tornerà utile per capire da che direzione provengono gli Xenomorfi, lasciandovi però sempre con il dubbio della loro precisa posizione, visto che percorrerete per buona parte del tempo ambientazioni ben poco illuminate.
E, spendendo qualche parola in più su quest’ultime, bisogna notare come i primi due livelli siano stati sviluppati proprio con l’intento di tenervi in uno stato di ansia, visto che saranno composti perlopiù da stanze buie e sporche di sangue, e le munizioni in dotazione saranno sempre poche. Solo dopo lo stile di gioco passerà da un gameplay simile a quello dei survival horror ad un altro di stampo prettamente action, dimostrando anche una maggior varietà nell’azione di gioco.
I nemici che incontrerete nel corso del vostro viaggio, quasi solo Alien, si dimostreranno degni avversari, capaci di muoversi con furbizia e rapidità, spostandosi da una parete all’altra, saltandovi addosso senza preavviso e cercandovi di sbarrare la strada in caso di fuga. Vi troverete spesso in inferiorità numerica, quindi dovrete imparare ad affrontare gli scontri in maniera intelligente, senza avanzare a testa bassa nella speranza di farla franca.
E così esplorerete le ambientazioni ad una ad una, senza troppe difficoltà, e con un grande senso di soddisfazione per quanto visto, fino ad arrivare alla conclusione della stessa Campagna Marine.
Ma non siate tristi, c’è ancora tanto da giocare!

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Viva la Regina!

La Campagna dell’Alien, la seconda selezionabile nel menù principale del gioco, comincia cronologicamente prima di quella del Marine, e spiega nel dettaglio cosa sia successo inizialmente sul pianeta e su come la razza del protagonista, uno Xenomorfo vissuto in cattività e chiamato Numero 6, abbia preso il sopravvento.
Evitando di dilungarsi sulla trama, per non rovinare la sorpresa con inutili spoiler, meglio passare ad analizzare subito il gameplay che contraddistingue questa modalità. Nei panni dell’agile alieno il giocatore non potrà più permettersi di andare in giro per i livelli con il passo spedito che aveva contraddistinto la campagna del Marine. Anche perché questa volta saranno proprio i soldati i vostri peggiori nemici, capaci di abbattervi con pochi colpi, specialmente alle difficoltà più elevate. Bisognerà quindi muoversi nell’ombra, con un minimo di strategia, attirando gli avversari in posti bui e isolati e terminarli tanto rapidamente quanto silenziosamente. È così che si cominceranno ad utilizzare le mosse finali, attivabili con la pressione di un singolo tasto durante un attacco improvviso o furtivo, in modo da eliminare il Marine di turno con un singolo e coreografico assalto. L’unica pecca di tali mosse è che, nonostante appaghino l’occhio con visuali d’effetto e sbudellamenti vari, fintanto che le eseguirete sarete totalmente vulnerabili al fuoco delle armi di eventuali rivali vicini, magari accortisi della vostra presenza. Qualcuno potrebbe muovere l’obiezione che così è più realistico. È vero però, nonostante questo obblighi ad un approccio stealth ai combattimenti, può risultare un elemento frustrante nel caso di combattimenti in luoghi più affollati, rendendovi la vita sicuramente più difficile contro un gruppo troppo numeroso di nemici. Per fortuna a tali mosse si potranno alternare tramite i tasti dorsali i tipici colpi corpo a corpo, leggeri o pesanti che siano, che risultano molto più versatili, anche se particolarmente meno efficaci.
Altra caratteristica di Numero 6 è quella di poter camminare sui muri e saltare da una sporgenza all’altra delle ambientazioni senza alcuna difficoltà. Questo si rivela particolarmente divertente, permettendovi di realizzare strategie di assalto sempre differenti, e vi fa immedesimare ancora di più nel ruolo di Xenomorfo, grazie ad una visuale distorta simile a quella degli animali che conosciamo. Eppure balzare da una superficie ad un’altra per tempi troppo lunghi potrebbe procurarvi uno spiacevole senso di nausea vista la velocità, tipica degli Alien, con cui tutto ciò avviene. Inoltre talvolta questi spostamenti sono tanto repentini quanto imprecisi, e potrebbe capitarvi di ritrovarvi aggrappati ad una parete anziché ad un’altra, disorientandovi per qualche istante.
Va poi menzionata anche la possibilità di muoversi e nascondersi nei condotti di ventilazione presenti nelle mappe, utili sia per accedere a sezioni segrete sia per studiare imboscate, quella di poter neutralizzare gli apparecchi di illuminazione, rendendovi invisibili agli occhi nemici, e l’opportunità di potersi fiondare sui civili inermi, permettendo ad un diabolico Facehugger di avvicinarsi e infettarli senza disturbo in scene tanto macabre quanto sadicamente appaganti.
Sebbene però questa Campagna sia tra tutte la più originale, forte anche di una trama che per una volta dipinge gli Xenomorfi non come le solite creature assassine ma come gli esseri più maltrattati, è altrettanto vero che è perfino la più breve, e ciò potrebbe far storcere il naso ai veri fan degli Alien.

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Più la preda è difficile da abbattere, maggiore è l’onore che si ottiene!

Ultimo ma non meno importante protagonista da poter controllare nel titolo Rebellion è un pericolosissimo Predator, appena diventato Cacciatore d’Elite.
Alla ricerca di un gruppo di novizi in pericolo, il giocatore verrà sempre più a contatto tanto con gli Alien, i peggiori nemici di questa razza, quanto con gli umani, prede predilette, fino a scontrarsi direttamente con un nemico assai più temibile.
A seconda dell’avversario che ci si troverà di fronte, si potranno e dovranno utilizzare strategie differenti per poter sopravvivere. Se gli Xenomorfi risultano infatti particolarmente ostici nei combattimenti corpo a corpo, costringendovi ad utilizzare parate e attacchi fisici di ogni natura, i Marine si riveleranno letali sulla distanza, obbligandovi ad adottare strategie prettamente stealth. Quale scusa migliore per gli sviluppatori quindi per implementare un terzo gameplay dalla natura differente dai due precedenti?
Ecco perciò che l’interfaccia grafica cambierà ulteriormente da quella del Marine e dello Xenomorfo, così come l’equipaggiamento in dotazione, che vi permetterà di utilizzare attrezzature tecnologiche di ogni tipo, che spazieranno dai visori termici ad un sistema di invisibilità, da potenti cannoni a impulsi a letali mine di prossimità. Insomma, buona parte delle armi viste nei film della serie Predator saranno utilizzabili anche in questo videogioco, aumentando non solo la varietà del titolo stesso, ma permettendovi di utilizzare tattiche ogni volta differenti, a seconda del luogo in cui vi troviate e del numero di nemici da dover affrontare.
Meglio fare un esempio per rendere l’idea delle possibilità strategiche. Quando giungerete in una spaziosa palude, e a distanza scorgerete un gruppo di tre Marine, potrete sia aspettare pazientemente che i bersagli si separino per poi avvicinarvi a loro con qualche preciso e rapido salto ed eliminarli silenziosamente ad uno ad uno, con mosse finali simili a quelle degli Alien, oppure potrete utilizzare un sistema di riproduzione vocale umana per attirarne uno in un angolo della mappa, magari proprio dove avete piazzato una mina, e fare fuori gli altri con pochi colpi del cannone in dotazione.
Insomma, le possibilità sono tante, e starà a voi decidere come comportarvi in ogni occasione, l’importante è non scordarsi che la vostra barra vitale è estremamente corta, e che pochi colpi basteranno a stendervi al tappeto.
Ultima menzione degna davvero di nota è, come accennato sopra, la possibilità di spiccare dei lunghi balzi verso pressoché qualsiasi direzione, elemento che vi permetterà di raggiungere zone sopraelevate utili per avere una panoramica delle aree che visiterete e che vi farà raggiungere anche qualche area segreta, oltre a consentirvi rapide fughe e spettacolari assalti.

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Tre razze, una sola arena!

Insomma, come avrete capito le tre Campagne che compongono la modalità offline del gioco sono particolarmente varie, capaci di alternare tre gameplay totalmente differenti ed avvicinarsi ai gusti di tutti quanti. Analizziamo però adesso il tutto in un’ottica generale, rilevando i pro e i contro di tali modalità.
Prima di tutto, si può muovere una critica sulla trama: per comprendere appieno la storia che fa da sfondo al titolo, bisogna giocare per forza prima nei panni del Marine, poi in quelli dell’Alien e solo alla fine in quelli del Predator. Perché, se si cambiasse quest’ordine, si rischierebbe di perdere alcuni passaggi a dir poco essenziali per capire cosa stia succedendo durante le vostre avventure. Giusto per rendervi l’idea, vi basti pensare che per comprendere il finale della Campagna dello Xenomorfo sarebbe pressoché indispensabile aver prima completato quella del soldato, mentre per afferrare completamente cosa avvenga in quella del cacciatore sarebbe altamente consigliato essersi giocato le due precedenti. Ma così come questo dettaglio può rivelarsi un punto negativo del titolo, e altresì vero che mano a mano che si completa ognuna delle tre storie si ha un quadro generale della trama sempre più preciso e completo.
L’Intelligenza Artificiale dei nemici è certamente ottima per quanto riguarda gli Alien, i nemici più comuni, e i Predator, che nella Campagne umana e Xenomorfa fanno la loro apparizione come boss più che come normali avversari, mentre per quanto riguarda i soldati in qualche caso incespica, rivelandosi talvolta carente. Certo, il numero di nemici che vanno affrontati in battaglia nei panni dell’Alien e del Predator è sempre grande, e compensa un po’ questa lacuna, ma in talune situazioni le reazioni dei Marine appaiono fin troppo lente.
Da un punto di vista puramente grafico non ci si può lamentare: le varie ambientazioni sono tutte molto curate, in special modo quelle claustrofobiche e buie tipiche della Campagna Marine, che godono di effetti di luce particolarmente riusciti. Così come ben riuscite sono le animazioni degli alieni, specialmente quelle dell’agilissimo Alien, che si muove proprio come visto nei film, mentre appaiono un po’ meno dettagliate quelle proprie dei soldati, che soffrono di qualche fastidiosa penetrazione poligonale.
Le texture in linea generale sono dettagliate e, sebbene qualcuna stoni per la bassa risoluzione, sono perlopiù di buona qualità. Insomma, il comparto grafico certamente non si distingue da quello degli FPS che affollano il mercato e a cui siamo abituati, ma nonostante ciò è piacevole e curato.
A questo si accosta un sonoro di tutto rispetto, forte degli effetti sonori originali degli alieni, presi direttamente dalle pellicole cinematografiche, e di un doppiaggio di buon livello, ricco di citazioni e di battute azzeccate, che nella Campagna del Marine accompagneranno il giocatore per buona parte del tempo. Le musiche inoltre sono ispirate, e bene si accostano all’atmosfera tipica del titolo.
Per quanto riguarda la longevità, si può dire che i ragazzi di Rebellion hanno fatto un buon lavoro, visto che le tre Campagne offrono una varietà d’azione degna di nota, e terranno impegnate il giocatore per una quindicina abbondante di ore.
A queste va inoltre accostata la modalità Sopravvivenza, che la si può affrontare tanto offline quanto online con degli amici, e che vi vede nei panni di un Marine intento a sopravvivere ad ondate di assalti da parte di famelici Alien, e tutte le altre online di stampo competitivo.

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L’infezione si diffonde…

Per quanto riguarda il comparto multiplayer online, si può dire che la Rebellion abbia fatto un lavoro a metà, o quasi.
Partiamo con ordine però. Una volta entrati nel menù online, il giocatore può decidere di invitare alcuni amici nel proprio gruppo per poi fare tutti assieme delle partite classificate, per ottenere esperienza, salire di grado e sbloccare nuove skin per ognuna delle razze, oppure per divertirsi in qualche partita amichevole, liberi dallo stress della competizione più serrata.
Una volta impostate tutte le opzioni a proprio piacimento, si entra così in una sala pre-partita, pronti a decidere quando iniziare nella modalità amichevole, o in attesa che altri giocatori si uniscano al match nelle partite classificate.
Sebbene per quanto concerne le prime il gioco non faccia alcun capriccio e si lasci giocare senza troppi problemi, in quelle classificate iniziano i veri problemi. Tutti legati, per farla breve, ad un matchmaking piuttosto mal strutturato, che talvolta costringe ad attese di interi minuti nella speranza di trovare un altro giocatore pronto a partecipare al massacro, pena un inizio ritardato dello stesso.
E una volta che la pazienza viene premiata e la sfida comincia, bisogna sempre sperare che l’host non abbandoni il gruppo o non cada, altrimenti tutto si blocca e si viene trascinati nuovamente al menù principale, anche se a pochi secondi dal termine dell’incontro.
Quindi, al momento attuale, la situazione non è delle più rosee, ma la speranza in una patch “guaritrice” è tanta. Anche perché, escluso questo problema riguardante il matchmaking e l’interruzione sporadica delle partite, quando il tutto funziona lo fa anche perfettamente. Zero lag, una grafica che pure online fa la sua figura, combattimenti divertenti e, soprattutto, razze sufficientemente bilanciate. Infatti, se nei precedenti Aliens vs Predator gli umani risultavano la specie più debole e i Predator quella oltremodo più potente, adesso la storia è cambiata, con Marine per nulla indifesi, forti di armi potenti, Alien in grado di compensare la loro minor forza con un’agilità senza eguali e cacciatori armati di tutto punto ma con poca resistenza.
Insomma, se si chiude un occhio sui difetti, l’online risulta completo!
Inoltre le modalità inoltre spaziano dai semplici e soliti Deathmatch, proposti in ogni salsa, ai noti Dominio, in cui conquistare e mantenere il controllo di determinate aree della mappa, a quelle più originali quali Infestazione, in cui un giocatore nei panni di un Alien deve uccidere i Marine e “trasformarli” in Xenomorfi, e [I]Caccia Predator[I], in cui i giocatori sono tutti Marine alla ricerca di colui che veste i panni del Predator, pronti a rubargli il ruolo una volta ucciso. Viene proposta quindi sufficiente varietà per riempire ore ed ore con divertimento a base di headshot, mosse finali e scontri corpo a corpo, ovviamente sfruttando tutte le caratteristiche delle tre razze presenti nelle Campagne offline, capaci di donare ad ogni round tanta azione quanta strategia, necessaria per vincere.
Se solo tutto questo funzionasse come dovrebbe…

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Feriti ma sopravvissuti!

Aliens vs Predator è un gioco bello e divertente, capace di donare ai numerosi fan tre Campagne tanto varie quanto violente, forti ognuna di un gameplay unico e originale, e numerose modalità multiplayer ben studiate.
Il tutto condito da una grafica e un sonoro di rispetto, oltre che da un’infinità di citazioni tratte dalle pellicole fantascientifiche, che strapperanno più di un sorriso.
Le pecche sono poche, principalmente una modalità online che fa un po’ troppo i capricci e una longevità delle singole storie non entusiasmante, ognuna della durata di cinque o sei ore circa, che si affiancano ad un controllo dell’Alien che poteva essere più curato e meno caotico.
In ogni caso, tutti gli appassionati di tali saghe non rimarranno minimamente delusi dall’acquisto di tale titolo, ricco com’è di fascino e carisma. Per tutti gli altri questo Aliens vs Predator rimane una valida e originale alternativa agli altri FPS presenti sul mercato.

Infine un consiglio a tutti coloro che decidessero di prenderlo… fate attenzione: “escono dalle fottute pareti!”