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Recensione Rainbow Skies

di: Redazione

E alla fine ci siamo arrivati. Dopo un hands on esclusivo ed una altrettanto elitaria intervista con Marcus Pukropski, è giunto davvero il momento di tirare le somme in merito a Rainbow Skies, il GDR tattico sviluppato da SideQuest Studios che da pochissimi giorni è stato distribuito nelle versioni PS3, PS Vita e (ovviamente) PS4. I 5 anni che ci sono voluti per vedere concretizzarsi questa immane fatica sono infine giustificati? Scopriamolo assieme.

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Life on Lunah

Damion è un giovane sbruffone e scapestrato che vive su Arca, un mondo che fluttua nei cieli che sovrastano Lunah. Questo non è altro che un globo che a quanto raccontano le leggende è perennemente avvolto da una letale atmosfera, in grado di uccidere chiunque osi attraversare la sua superficie. La vita di Damion scorre serena tra bevute e zuffe, fin quando le cose finiscono per precipitare (nel vero senso della parola) il giorno del suo esame da domatore di mostri. Tutto ha inizio quando il nostro scavezzacollo causa un guasto al recinto al cui interno sono rinchiuse le creature oggetto del test, finendo per essere scaraventato nel vuoto verso morte certa in compagnia di Layne, il suo esaminatore (nonché migliore amico). Una volta atterrati rovinosamente su Lunah, i due giovani scoprono che le voci relative al pianeta sono decisamente inesatte: quello che credevano un mondo morto è in realtà rigoglioso e brulicante di vita. Ed è a questo punto che entra in scena Ashly, un’apprendista maga che, spaventata dalla comparsa dei due, finisce per scatenare sull’improvvisato terzetto un potente Incantesimo di Vincolo, tramite il quale le esistenze dei giovani finiranno per essere legate tra loro.

Inizia così un viaggio nel tempo e nello spazio, in cerca di un sortilegio in grado di annullare la stregoneria, durante il quale il rapporto tra Damion, Layne ed Ashly si trasformerà in una vera amicizia, che si rivelerà indispensabile per venire a capo del mistero che si cela dietro le dicerie relative a Lunah. Divertente e spensierata, anche se non certo priva di qualche stereotipo, la trama di Rainbow Skies saprà tenervi impegnati per circa una quarantina di ore, in cui momenti comici e lievemente drammatici finiranno per intrecciarsi più e più volte, andando a colmare il vuoto narrativo che caratterizzava il precedente lavoro del team teutonico. Certo, siamo lontani dagli epici e sanguinosi avvenimenti di un Final Fantasy Tactics (tanto per citare il più celebre esponente degli RPG tattici), ma il testo messo in piedi funziona, pur perdendosi talvolta in alcuni dialogo un po’ troppo prolissi. Alla storyline principale fanno da corposo corollario anche una serie ragguardevole di missioni secondarie, in grado di tenervi impegnati per un quantitativo di ore che potrebbe portare il contatore di gioco a superare senza timore le 100 ore. I ragazzi di SideQuest, comunque, hanno deciso di non lesinare gli sforzi, accompagnando il tutto con alcuni minigiochi (pesca e ruota della fortuna), cacce al tesoro e mostri leggendari da sconfiggere, oltre che con un corposo endgame in grado di espandere l’epilogo originale, regalandovi così ancora molto tempo in compagnia dei tre eroi.

Ora tocca a me!

La struttura ludica di Rainbow Skies, come detto in apertura, è quella di un RPG tattico, calata all’interno di un mondo di gioco estremamente vasto che, da un certo punto dell’avventura, potremo percorrere a nostro piacimento. Il fulcro di tutto, comunque, sarà rappresentato dai combattimenti, i quali seguiranno il classico schema basato su turni e caselle. Ogni membro del nostro party avrà a disposizione un determinato numero di azioni per ciascuna fase, che potremo spendere muovendoci, attaccando, utilizzando le skill o difendendoci. Risicate in partenza, le varie possibilità si andranno ad ampliare man mano che avanzeremo di livello, situazione che andrà a modificare qualunque peculiarità dei nostri eroi, siano queste caratteristiche legate alle statistiche del personaggio in questione, valori di armi, equipaggiamenti o abilità. Come se non bastasse, ciascun oggetto in nostro possesso potrà essere migliorato più e più volte tramite i vari fabbri presenti nella world map, impiegando i numerosi materiali che potremo recuperare dagli avversari o direttamente nel mondo di gioco. Le possibilità di personalizzazione sono praticamente infinite, in virtù anche dello sterminato numero di item che sarà possibile acquistare dai mercanti. Avere a propria disposizione l’equipaggiamento migliore, unito ad una buona dose di strategia, saranno elementi in grado di fare la differenza durane i vari scontri, la cui durata media non sarà mai troppo eccessiva (boss esclusi), anche se una maggiore velocità di alcune situazioni avrebbe sicuramente giovato al ritmo. Interessante, qualora ci si sentisse troppo potenti (oppure troppo deboli) la possibilità di sbloccare fino a 5 livelli distinti di difficoltà, che potremo variare anche a partita in corso, così da avere sempre il controllo sul tasso di sfida proposto.

Gotta train’em all!

A fornirci un supporto ulteriore in battaglia, vista anche la mole di avversari che ci verrà riversata sovente sullo schermo, arriva anche una riuscitissima feature di Rainbow Skies, ovvero la possibilità di espandere il nostro party per mezzo di mostri allevabili. Una volta conosciuto un certo personaggio, difatti, sarà possibile far schiudere le uova di mostro che di tanto in tanto recupereremo dal campo di battaglia. Le creature ottenute potranno essere quindi aggiunte alla nostra formazione di lotta, oppure lasciate in allenamento dal domatore di mostri, per essere recuperate una volta formate a dovere. I mostri domabili sono moltissimi, ognuno dotato di peculiari abilità da sbloccare, oltre che in grado di essere equipaggiati e potenziati come i tre eroi principali. Catturarli tutti, qualora la smania collezionistica dovesse prepotentemente bussare alla nostra porta, sarà un compito davvero titanico, a tutto beneficio del counter delle ore. Tra le feature più interessanti di Rainbow Skies, ragionando per una volta con il rude borsello, vi è anche il supporto al cross-buy (oltre che al cross-save), che ci permetterà quindi di poter usufruire del gioco su qualunque console Sony una volta perfezionato l’acquisto. Da lodare, trattandosi di una produzione sviluppata da un team davvero ristretto (oltre che caratterizzata da una mole di testo notevole), la volontà di proporre l’intero gioco localizzato in italiano, una vera rarità quando si tratta di giochi simili anche quando si parla di team e publisher decisamente più famosi. Sulla bontà della traduzione, però, evitiamo di sbilanciarci in giudizi, visto che essendo stata curata dal nostro The_WLF non vorremmo essere troppo di parte, ma da quello che abbiamo potuto constatare c’è davvero poco di cui lamentarsi. Piacevole il comparto tecnico, forte di una grafica colorata ed estremamente pulita, oltre che di uno stile super deformed che ben si sposa con i toni della narrazione. Gradevole anche l’accompagnamento sonoro, capace di alternare momenti orchestrali interessanti a partiture più elettriche e ritmate.

Rainbow Skies si è fatto desiderare davvero a lungo, ma dopo aver portato con successo a termine l’avventura di Damion, Layne ed Ashly possiamo dire che l’attesa è stata ampiamente ripagata. I ragazzi di SideQuest Studios, difatti, sono riusciti a confezionare un RPG tattico solido e divertente, oltre che estremamente longevo. Pur essendo modellato sui classici del genere, il team è riuscito ad accompagnare il tutto con alcune trovate indovinate, che riescono a garantire a Rainbow Skies il suo meritato posto al sole. Se poi consideriamo che il tutto è tradotto una volta tanto nella nostra lingua, e che a ciò si aggiunge il benvenuto cross-buy, non possiamo fare altro che consigliarvi di lanciarvi anche voi nella scoperta di Lunah: chissà che non finiate per rimanere sorpresi come Damion e Layne.