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Recensione Q.U.B.E. 2

di: Simone Cantini

Il variegato universo dei puzzle game può senza ombra di dubbio essere suddiviso, almeno in tempi recenti, in due grandi tronconi: pre e post Portal. È difatti innegabile come il capolavoro firmato Valve abbia rappresentato, in seguito alla sua uscita, uno spartiacque fondamentale, capace di influenzare in modo assai consistente le produzioni a lui successive. E tra coloro che hanno tratto ispirazione da questo importantissimo titolo troviamo i ragazzi di Toxic Games, che tornano oggi a titillare i nostri neuroni con Q.U.B.E. 2.

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Solida” realtà

La narrazione, vera e propria novità che caratterizza la struttura di Q.U.B.E. 2, si apre su di un pianeta sconosciuto, sulla cui superficie rossastra spazzata da una tempesta incessante troviamo ad arrancare una spossata e spaesata Amelia Cross, la scienziata protagonista dell’avventura. Si tratta solo di pochi fugaci attimi, prima che la nostra improvvisata eroina finisca per perdere i sensi, salvo poi ritrovarsi imprigionata all’interno di una misteriosa struttura. È qua che la voce di Emma, sua apparente collega, la incita a non arrendersi e a rintracciare una non meglio precisata fonte energetica, unico appiglio in grado di alimentare la tenue fiamma della speranza di salvezza. Bastano solo pochi passi per ritrovarsi immersi in un’architettura interamente composta da strani cubi, elementi attorno a cui (come si può facilmente intuire dal nome) ruoterà l’intero gameplay di Q.U.B.E. 2. Amelia sarà, difatti, dotata di un paio di particolari guanti, in grado di assorbire il potere albergato in quelli che sembrano tecnologici altari: questi le conferiranno la possibilità di manipolare la materia, attraverso l’utilizzo di alcune fonti energetiche colorate. Le varie stanze in cui è suddiviso l’ambiente saranno caratterizzate dalla presenza di alcuni riquadri, che sarà possibile illuminare della tonalità prescelta, ognuna delle quali le permetterà di sfruttare differenti opzioni manipolatorie: se opteremo per il blu daremo vita ad una sorta di trampolino, in grado di farci spiccare balzi ragguardevoli; l’arancio ci consentirà di estrudere una sorta di parallelepipedo, utile per creare improvvisate passerelle; il colore verde farà invece fuoriuscire un cubo. Questi tre poteri costituiscono soltanto la dotazione iniziale di Amelia, ma proseguendo nel gioco entreremo in possesso di un’ulteriore capacità, oltre a dover combinare e sfruttare alcune particolari strutture di cui le stanze saranno caratterizzate: tra potenti ventilatori, piattaforme ruotanti, olio e lanciafiamme, Q.U.B.E. 2 sarà in grado di mettere sul piatto una grande quantità di soluzioni ludiche estremamente interessanti, che si andranno a dipanare sotto gli occhi del giocatore in maniera graduale ed ottimamente cadenzata. Uno dei punti di forza della produzione, difatti, è rappresentato dal ritmo con cui le novità ci vengono man mano proposte, elemento che rende la progressione sempre intrigante, grazie anche ad una trama che, pur rimanendo un elemento marginale in termini puramente ludici, incuriosisce quanto basta per spingerci a proseguire con interesse. Gli enigmi di Q.U.B.E. 2, ovvero le varie stanze in cui il gioco è suddiviso, sono strutturati in modo molto intelligente, capaci come sono di introdurre gradualmente il giocatore alle varie situazioni logiche. La stessa difficoltà, per quanto questa sia estremamente soggettiva quando parliamo di puzzle game, è ben dosata, evitando i picchi di frustrazione che molto spesso finiscono per affliggere simili produzioni. L’unico difetto riscontrabile è costituito da una certa ripetitività delle azioni, dato che arrivati ad un certo punto potrà capitare di ritrovarsi ad affrontare situazioni regolate da meccanismi già visti, e che finiscono per rendere meno stimolante la sfida. Per quanto concerne la longevità complessiva, anche in questo frangente è difficile fornire un dato oggettivo, visto come simile valore venga influenzato dalla capacità di lettura delle varie situazioni che ha ogni singolo giocatore. Se siete avvezzi al genere, comunque, difficilmente Q.U.B.E. 2 finirà per tenervi impegnati per più di 6-7 ore.

Minimalismo riuscito

Trattandosi di una produzione non certo sorretta da un faraonico budget, difficilmente Q.U.B.E. 2 può essere annoverato come un titolo in grado di sbalordire gli occhi. Ciò nonostante, grazie anche all’impiego dell’Unreal Engine, la presentazione grafica è quanto mai pulita ed in linea con le tematiche prodotte. Certo, gli asset sono ridotti ai minimi termini (in fondo parliamo semplicemente di un ammasso di cubi), ma riescono comunque a veicolare in maniera convincente una sensazione di smarrimento e claustrofobia. Ridotto ai minimi termini anche il comparto sonoro, che si limita ad alcuni brevi intermezzi musicali, mentre convince il doppiaggio in inglese (sottotitolato nella medesima lingua).

Q.U.B.E. 2 migliora in maniera convincente quanto già tracciato nel precedente capitolo, ampliando il gameplay ed affiancandolo ad una narrativa che, per quanto marginale ai fini puramente ludici, riesce a fornire uno stimolo accessorio al proseguimento dell’avventura. Gli enigmi sono vari e stimolati, oltre che ben dosati, anche se permane alla lunga una certa ripetitività degli schermi risolutori. Al di là di questa piccola critica, però, Q.U.B.E. 2 si configura come un interessante e stimolante puzzle game, che non possiamo fare a meno di consigliare a tutti coloro che muoiono dalla voglia di spremere un poco le proprie meningi.