Recensioni

Preparatevi all’avventura con Blades of Time

Chi non ha sognato almeno una volta nella vita, magari da bambino, di essere un cacciatore di tesori? No, qui non si parla del nuovo Tomb Raider, bensì di Blades of Time, l’ultima creazione targata Gajin Entertainment. Gioco d’azione in terza persona, Blades of Time è il seguito spirituale del poco felice X-Blades, titolo che poneva il grosso delle speranze nelle procaci forme della protagonista e in poco altro. Che questo nuovo titolo meriti maggiori attenzioni da parte del pubblico? Scopriamolo assieme.

di: Giorgio "Nadim" Catania

Chi non ha sognato almeno una volta nella vita, magari da bambino, di essere un cacciatore di tesori? Di esplorare terre sconosciute, decifrando mappe misteriose e affrontando mostri terribili in duelli all’ultimo sangue? Ma quello che i più coraggiosi e volenterosi – e sicuramente i più sfacciati – di voi potrebbero aver fatto, probabilmente è stato prendere un metal detector ed essere andati alla spiaggia più vicina in cerca di tappi di bottiglie e catene di metallo da quattro soldi. O magari aver preso la vanga riposta in cantina e aver fatto qualche buca nel giardino, per la gioia della propria madre. O, più probabile, essersi fatti qualche bagno in mare con tanto di maschera, nel tentativo di raggiungere i fondali marini più profondi, aspettandosi di trovare qualche forziere nascosto tra le alghe. E, nella migliore delle ipotesi, chi ha provato a farlo è tornato in superficie con in pugno molta sabbia e qualche conchiglia.
Per fortuna partire alla ricerca di un tesoro nei videogiochi è sicuramente più facile ed emozionante, meno costoso, e di certo regala qualche soddisfazione in più. Specialmente se il protagonista non è un uomo nerboruto dalla barba incolta, bensì una donzella dalle tondeggianti forme e dalla parlantina sciolta. No, qui non si parla del nuovo Tomb Raider, bensì di Blades of Time, l’ultima creazione targata Gajin Entertainment. Gioco d’azione in terza persona, Blades of Time è il seguito spirituale del poco felice X-Blades, titolo che poneva il grosso delle speranze nelle procaci forme della protagonista e in poco altro. Che questo nuovo titolo meriti maggiori attenzioni da parte del pubblico? Scopriamolo assieme.


C’era una volta… Dragonland?!?

Una gilda segretissima, manipolazioni temporali e una misteriosa terra sono gli elementi principali che formano la trama di Blades of Time. Oltre all’immancabile lotta tra il bene e il male, qui chiamati “Ordine” e “Chaos”. Un bel minestrone scaldato, sembrerebbe. E così effettivamente è. Basta già assistere al solo filmato introduttivo per capire quanto questo gioco sia povero di idee a livello narrativo: la protagonista irrompe con un amico all’interno di una sala segreta, che dovrebbe essere ben difesa ma che difatti non lo è, ottiene una sfera magica e si ritrova catapultata in una terra dal nome ridicolo – Dragonland, nemmeno nei fantasy di vent’anni fa gli sceneggiatori avevano così poca fantasia… – con il solo scopo di trovare un tesoro leggendario e tornare a casa. Magari ritrovando l’amico scomparso, per la sua felicità. E ad ogni ora di gioco che passa vengono aggiunti nuovi elementi al tutto, rendendo il plot ancora più insipido e assurdo. Ma ciò che più fa storcere il naso non è tanto la storia, mal raccontata e mal sviluppata, quanto l’atteggiamento con cui Ayumi, la protagonista, affronta tutto ciò. Se si può tollerare il coraggio e la volontà di proseguire in un viaggio pericolosissimo per ritrovare l’amico e tornare a casa, altrettanto non si può fare con la sfacciataggine della nostra eroina, che affronta tutto con una nonchalance senza pari e un’infinità di battute che già dopo pochi minuti stanca, alcune delle quali sono ben più spaventose dei mostri che si dovranno affrontare!
Si potrebbe anche chiudere un occhio su tutto quanto, se almeno il gameplay fosse particolarmente buono, però così non è. Sia chiaro, il titolo si lascia giocare, ma non aspettatevi da questo hack ’n’ slash nemmeno una piccola parte delle qualità che contraddistingue i titoloni del genere. In altre parole, God of War è ad anni luce di distanza…
Al giocatore inizialmente sarà sufficiente premere la maggior parte delle volte due tasti per vincere i combattimenti, entrambi legati agli assalti con la coppia di spade che Ayumi porta sempre con sé. Presto però le cose cominceranno, per fortuna, a complicarsi un po’. Si aggiungerà così al resto dell’equipaggiamento un fucile, necessario per mettere a tacere alcuni nemici volanti e superare semplici ostacoli, e si otterrà la possibilità di evocare vari incantesimi. Procedendo nell’avventura, infatti, si troveranno degli altari che, a prescindere dai nemici uccisi e dalle gesta compiute, doneranno alla protagonista due tra le varie abilità ottenibili: si va da magie elementali offensive a tecniche di potenziamento passive. Nulla di straordinario o originale, ma almeno questo aumenta un po’ la varietà degli scontri visto che per utilizzare tali tecniche bisognerà riempire una barra chiamata “furia”, rendendo il tutto più strategico. E un ulteriore elemento tattico lo si avrà una volta appresa l’abilità di riavvolgere il tempo, creando così dei cloni di Ayumi e potendo attaccare quindi da più direzioni gli avversari. Peccato che il tutto riesca solo in parte, visto che spesso i cloni durante le battaglie non riescono a dare l’aiuto sperato, rendendo tale aggiunta utile quasi esclusivamente durante i semplici enigmi ambientali.
Il risultato finale risulta così debole, con alcune idee buone ma sviluppate in maniera scialba. Nonostante ciò il tutto riesce un po’ a divertire ma, come già detto, non aspettatevi meraviglie. Soprattutto se si pensa che i nemici spesso sono tanti e male animati, rendendo difficile prevedere i loro attacchi e trasformando gli scontri in enormi zuffe caotiche.

E vissero così tutti… felici e contenti?

In Blades of Time poche cose si salvano. La trama non è di certo tra queste, poco ma sicuro. Il doppiaggio in italiano, seppur non sia cattivo, è alternato a dialoghi ridicoli e a battute tristi, nonché a situazioni che appaiono comiche ma che in realtà non lo sono per nulla. Musiche ed effetti sonori di certo non aiutano: le prime sono poco più che un insieme di motivetti che ben presto si dimenticano, i secondi sono rappresentati perlopiù dalle urla di Ayumi e dai versi dei mostri. Anche il comparto grafico subisce una sorte simile a quello audio. Se da un lato vi è un colpo d’occhio di certe ambientazioni davvero buono, una volta che ci si avvicina agli elementi dello scenario si vedranno texture in bassa risoluzione, in alcuni casi peggiori persino di quelle raggiunte nella precedente generazione. Per non parlare dei modelli poligonali dei personaggi che si incontreranno andando avanti nel cammino, siano essi umani o creature fantastiche. Tutto condito da cali di framerate talvolta davvero imbarazzanti.
I combattimenti, come già detto, presentano alcuni elementi sì interessanti, ma perlopiù mal sviluppati o ideati frettolosamente. Alla fine Blades of Time si riduce ad un unico, grande combattimento continuo a base di combo non sempre riuscite, alternato a rapidi ed elementari enigmi e ad un’esplorazione appena accennata. C’è anche un comparto multiplayer, cooperativo e competitivo, ma questo tra tutti è l’elemento peggiore del titolo. I giocatori vengono proiettati in una delle poche mappe presenti, con il solo scopo di distruggere gli avamposti dell’unica squadra avversaria, in un tripudio di scontri caotici e infiniti in cui, oltretutto, le abilità e le magie vengono gestite in maniera pessima essendo sbloccabili solo al respawn dopo aver ucciso decine e decine di nemici. Se a ciò si aggiunge la mancanza pressoché totale di giocatori con cui affrontare questa modalità, si capisce come il tutto si riveli un’aggiunta forzata e, francamente, triste. Insomma, Blades of Time è un titolo la cui valutazione è insufficiente. In fin dei conti alcune semplici – e non del tutto ben implementate – trovate nel gameplay non possono risollevare le sorti di un gioco carente sotto tutti gli altri aspetti. Se volete giocare ad un titolo d’azione che tale sia, cercate altrove. Se le vostre intenzioni fossero invece quelle di ammirare le curve di una bella protagonista… vi conviene aspettare il prossimo Tomb Raider. La nuova Lara Croft sarà più definita e dettagliata di Ayumi, poco ma sicuro.