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Recensione Patapon Remastered

di: Marco Licandro

Giunge in versione Remastered, in esclusiva PS4, Patapon. Per chi non lo conoscesse, il gioco uscì nel lontano 2008 sulla portatile Sony, PSP, e nella sua semplicità riuscì ad attirare le attenzioni del pubblico internazionale. Patapon è sostanzialmente un rhythm game tattico, dove il giocatore, nei panni di un dio, dovrà guidare questo popolo di guerrieri antropomorfi nella strada verso la vittoria.

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La questione Remastered

Abbiamo visto diversi remastered sin dalla scorsa generazione. L’hardware cambia nel corso degli anni, e l’occhio si abitua gradualmente all’aspetto grafico, alzando l’asticella dei nostri standard qualitativi. Per questo motivo, nonostante molti siano a proprio agio nel riprendere in mano vecchie console e relativi giochi, alla maggioranza non dispiace rigiocare un titolo amato o perso ai tempi con una grafica rinnovata. Alcuni si prestano molto bene, e sebbene non aggiungano nulla al gameplay, l’antialiasing, le textures in alta definizione, e la risoluzione in Full HD, riescono comunque a dare quella sensazione di novità che ci serviva per riprendere o iniziare quel particolare titolo. Giochi di fine generazione come ICO, The Last of Us, ma soprattutto il recente Final Fantasy XII uscito due generazioni prima, hanno riportato all’attenzione del pubblico titoli che normalmente vengono abbandonati nel giro di uno o due anni. Ma nel caso di Patapon, la situazione è un po’ diversa. Il titolo è uscito su Playstation Portable, che per farvi meglio capire era il competitor del primo Nintendo DS. La risoluzione era non solo molto bassa, ma anche il formato dello schermo era completamente diverso, con un titolo pensato per essere giocato su un piccolo monitor a pochi centimetri dal viso. Anche suoni e musiche ovviamente erano in bassa qualità, e per questo un remastered su PS4 è incredibilmente ben visto, anche per vedere cosa gli sviluppatori sono riusciti a fare, rinnovare, riorchestrare. Ebbene, nulla di tutto questo è stato fatto.

Pataflop?

L’incredulità inizia sin dalla prima schermata di inizio, con titoli e scritte grandi, enormi, gigantesche, alle quali non siamo né abituati né possiamo sentirne il bisogno su televisioni che ormai si aggirano in media sulle 40”. Il passaggio da 480×272 a 1920×1080 non è roba da poco, ma se come proporzioni non è stato fatto nulla, il video introduttivo (che attenzione, fa da tutorial) ci lascia perplessi, riproponendo lo stesso video della PSP stretchato a tutto schermo, con pixels estremamente visibili e qualità audio veramente mediocre.

Perlomeno il gameplay in sé presenta invece modelli 2D vettoriali, che tradotto significa visuali chiare e pulite, senza pixels e al pieno della risoluzione dello schermo, ma che nulla aggiungono a quanto visto su PSP, e che, soprattutto, sia meglio di quanto visto su portatile. Lo studio addetto a questo remastered ha fatto, come si suol dire, il compitino, portando appunto il titolo su PS4, ma senza realmente curare l’aspetto visivo o quanto meno migliorarlo. Avendolo citato prima, Square-Enix ha deciso di riorchestrare la colonna sonora di Final Fantasy XII proprio per dare quell’ondata di freschezza al titolo, oltre che per la gioia dei fan, nonostante questa non fosse comunque l’elemento portante del gameplay. Cosa che invece accade in Patapon, dove le canzoni sono quelle che ascolterete a ripetizione, sulle quali premerete i pulsanti a tempo, secondo una logica battagliera basata su attacchi e difesa. Come se questo non bastasse, nel mondo tecnologico attuale – fatto di decine di marche diverse di TV e centinaia di modelli diversi, anch’essi collegati poi ad impianti audio differenti – la questione sincronia dell’audio è fondamentale in un rhythm game, ed è per questo che sin dalla scorsa generazione i titoli ritmici – come può esserlo Guitar Hero – offrono una sezione per sincronizzare audio e video affinché il gioco sia il più fedele possibile al pensiero originale, e soprattutto il giocatore non venga penalizzato nell’essere troppo preciso, semmai il contrario. Patapon non offre nulla di tutto ciò, forzando il giocatore a capire quale sia il lag tra audio e video, e adeguando la pressione dei tasti di conseguenza, in maniera totalmente innaturale che influisce pesantemente sulla giocabilità.

Questione di princìpi

Patapon è ed è stato un titolo senzazionale e divertente, che offre svago, divertimento, e diverse opzioni per customizzare le proprie armate, crearne di nuove, ed equipaggiarle al meglio. I numerosi livelli offrono anche sfida e spesso bisogna rifare un livello più volte prima di trovare la strategia vincente. Ciononostante, oggi non stiamo recensendo il gioco in sé, quanto il suo remastered, ed il giudizio finale non è assolutamente dei migliori per quanto visto fino ad ora. Essenzialmente è comunque un titolo valido e giocabile, nonché ancora divertente, che consigliamo a chi non ha potuto provarlo ai tempi di PSP, ma che sconsigliamo invece a chi ha già vissuto l’esperienza originale.