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Recensione PaRappa the Rapper Remastered

di: Simone Cantini

Il mio incontro con il bizzarro gioco di Masaya Matsuura fu quanto mai casuale: capitato chissà come nella mia PS1 grazie al solito amico warezzone, lo strampalato cagnetto dall’animo rap non tardò poi molto a far breccia nel mio cuore. Sarà che i rhythm game mi sono sempre piaciuti, o forse perché Bust a Groove rappresenta uno dei ricordi più felici della mia convivenza universitaria, fatto sta che quel surreale mondo bidimensionale (ed il suo inconfondibile groove) finirono per entrarmi diabolicamente sottopelle. E per questo, dopo poco più di venti anni dal suo debutto sulla scena, mi sono accostato a PaRappa the Rapper Remastered con estremo entusiasmo.

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I gotta believe!

A dire il vero con PaRappa ci eravamo già piacevolmente rivisti in queste ultime due decadi, prima su PS2 (grazie al secondo episodio), poi in maniera più fugace su PS3 e Vita (PlayStation All-Stars Battle Royale), ma i ricordi più piacevoli restano indissolubilmente legati a quel nostro primo, fortuito, incontro. Ed il tempo, nonostante il titolo in questione si chiami PaRappa the Rapper Remastered, sembra non essere passato affatto. Il riabbracciare questo vecchio amico, difatti, è inaugurato da una non certo piacevole riproposizione della sequenza introduttiva, rigorosamente in bassa risoluzione e quindi in tutto e per tutto identica alla sua versione PS1. Non proprio un ottimo biglietto da visita, considerando che tutte le simpaticissime cinematiche del gioco godono della medesima “cura” realizzativa. Decisamente un passo falso se scegli di fregiarti dell’appellativo Remastered all’interno del titolo. Le cose, fortunatamente, cambiano non appena il gioco entra nel vivo dell’azione ed è qua che lo stile unico ed inconfondibile di Rodney Greenblat riesce a dimostrarsi ancora dannatamente attuale: il passaggio al Full HD, difatti, dona all’impatto estetico di PaRappa the Rapper Remastered uno slancio palpabile, facendo passare in secondo piano la pochezza complessiva di un prodotto pensato per girare su di un hardware datato 1994. Sarà il character design assolutamente fuori di testa, il martellante flow ipnotico delle tracce musicali, oppure il gameplay apparentemente semplice ma anche dannatamente ostico da padroneggiare al meglio, ma PaRappa the Rapper Remastered sembra quasi un titolo pensato e confezionato solo pochi mesi fa. Peccato, per, che, addentrandosi nel già citato sentiero delle rimasterizzazioni, riproporre quasi in copia carbone l’esperienza già vissuta può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Questo remaster, difatti, non fa nulla per esulare l’esborso richiesto dai confini della mera nostalgia: non bastano alcune tracce remixate opzionali e la possibilità di trasformare il pad in metronomo, grazie alla vibrazione, per rendere il tutto un prodotto imprescindibile. Personalmente avrei preferito spendere qualche Euro in più per avere un pacchetto completo, magari con l’inclusione di PaRappa the Rapper 2 ed Um Jammer Lammy. Anche perché se non si è maniaci della perfezione, completare nella sua interezza PaRappa the Rapper Remastered non porterà via che un’oretta scarsa.

Did you check the toilet on the left?

Come già scritto il comparto grafico di PaRappa the Rapper Remastered è caratterizzato da alti e bassi quanto mai marcati. La scelta di riproporre fedelmente le varie cutscene, senza apportare il benché minimo ammodernamento, stride davvero con l’eccellente resa visiva delle parti giocate, mai come oggi così ben definite e colorate. Ottimo il comparto audio, forte di tracce finalmente non compresse e capaci di evidenziare ancor di più l’eccellente lavoro compositivo: basterà ascoltare solo una volta ogni singolo brano per ritrovarselo subdolamente installato nel cervello, giusto per canticchiarlo random nei momenti più impensati per i mesi a venire.

La nostalgia è capace di far breccia anche nel più arido degli animi, spingendo le persone a compiere gesti quanto mai avventati. E Sony ne è ben consapevole, visto che ha scelto di proporre un PaRappa the Rapper Remastered davvero tirato al risparmio. Può bastare un mezzo lifting grafico per investire i 14,99 Euro richiesti, soprattutto se in casa possediamo ancora la nostra brava copia originale? Può essere sufficiente una manciata di remix per spingerci a premere il pulsante Acquista? La risposta, come sempre in questi casi, è racchiusa saldamente dentro ai vostri cuori. Quello che è sicuro è che il buon PaRappa avrebbe meritato ben altri onori nel ventennale (più 1) del suo debutto.