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Recensione Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence – Ascension

di: Simone Cantini

Non sarà di certo il genere più rappresentato su console, ma di sicuro il mondo degli strategici ha dimostrato di poter convivere con successo anche nell’ecosistema ludico orfano di mouse e tastiera. Tra le sorprese che durante lo scorso anno hanno confermato la bontà di questo assunto spicca, senza dubbio, una storica saga Koei Tecmo, pronta a ribadire la sua leadership anche in questa fine di 2016 grazie a Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence – Ascension.

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C’era una volta in Giappone

Al pari del suo predecessore e dei numerosi e ben più vetusti eredi di questa longeva dinastia videoludica, anche Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence – Ascension affonda il suo setting all’interno dell’epoca Sengoku. Periodo di grandi cambiamenti per il popolo nipponico, questo lasso storico, compreso tra il 1478 e il 1605, vide nell’Oda Nobunaga che da il titolo al gioco uno dei suoi più importanti condottieri, il responsabile della parziale riunificazione del frammentato territorio dell’arcipelago. È in questo clima di lotte per il potere e avvicendamenti dinastici che ci troveremo a vestire i panni di un daimyō, il cui compito sarà quello di far progredire il piccolo villaggio iniziale ed assoggettare e annettere i territori vicini. Una volta scelto il nostro condottiero tra quelli disponibili, ovviamente differenti per caratteristiche, ci troveremo invischiati in una serie di sin troppo tediosi tutorial, la cui natura puramente testuale rende davvero difficile per i neofiti approcciarsi in maniera quanto mai serena e costruttiva a Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence – Ascension. La stessa narrativa, anche essa statica e strutturata tramite pregevoli, per quanto prive di mordente, illustrazioni, di sicuro non aiuta a calarsi all’interno di un periodo storico comunque affascinante e ricco di risvolti talvolta davvero imprevedibili: privarsi della giusta immersione potrebbe finire ben presto con il rendere sin troppo meccaniche le azioni da compiere, finendo con il causare una prematura perdita di interesse nei confronti di un titolo i cui profondi risvolti strategici meriterebbero di essere sviscerati e appresi con maggiore attenzione.

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Le fatiche dell’imperatore

La struttura ludica di Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence – Ascension si suddivide fondamentalmente in due distinte fasi: durante l’iniziale consiglio, in cui il tempo sarà congelato, verremo messi al corrente della situazione dei nostri possedimenti e ci verranno illustrate le problematiche da risolvere. Terminata questa fase di pianificazione sarà il momento di rimboccarsi letteralmente le maniche ed operare attivamente sul territorio, edificando le strutture richieste, tessendo relazioni diplomatiche con i signorotti confinanti, oppure scendendo in battaglia, il tutto in tempo reale (seppur sia possibile attivare la pausa in qualsiasi momento). È in simili situazioni che il gameplay del titolo cambia in maniera percettibile, permettendoci di affrontare gli scontri tra forze armate in due differenti maniere: nel primo caso potremo semi passivamente assistere all’incedere delle nostre truppe, modificando al volo la strategia di approccio e il movimento, mentre nel secondo avremo la possibilità di scendere direttamente sul campo di battaglia impersonando il generale posto al comando del manipolo di guerrieri. Interessante notare come i vari scontri, al di là dell’obiettivo principale, presentino anche delle condizioni secondarie che, se soddisfatte, potrebbero mutare lo svolgimento delle mischie. Appare, dunque, evidente come Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence – Ascension proponga un ventaglio di soluzioni strategiche davvero complesso e stratificato, capace di soddisfare ampiamente tutti i veterani della serie, ma anche coloro che cercano un titolo impegnativo e che, soprattutto, siano disposti a scendere a patti con una soglia di ingresso non certo permissiva.

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La storia si ripete

Rispetto al precedente capitolo non si riscontrano evidenti migliorie per quanto concerne il comparto tecnico della produzione Koei: l’impatto grafico è all’insegna del minimalismo, per quanto pulita e definita possa essere la grafica. Calzante il comparto audio, anche se privo di guizzi memorabili in grado di solleticare più del dovuto le orecchie dei player. Ottime notizie, invece, per quanto riguarda il fattore longevità che, grazie anche alla numerose variabili con cui è possibile modificare le partite, l’editor di generali e di scenari, è in grado di garantire centinaia di ore di divertimento. A patto, come detto ampiamente in precedenza, di superare lo scoglio costituito dall’assenza di una qualsiasi forma di localizzazione che esuli dalla lingua inglese, elemento che potrebbe scoraggiare tutti coloro che sono poco propensi a subire una notevole mole di testi, per quanto  fondamentali siano per apprendere le meccaniche basi del titolo.

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Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence – Ascension si dimostra in tutto e per tutto un degno erede della saga inaugurate oltre tre decenni fa da Koei, pur non presentando elementi distintivi sostanziali in grado di elevarlo da quanto visto soltanto dodici mesi fa. Il mio consiglio, soprattutto se avete già messo le vostre mani sull’episodio precedente, è quello di valutarne l’acquisto, tenendo bene in mente che il rischio di trovarvi al cospetto di una rivista copia carbone di quanto già giocato è molto forte. Se invece siete tra coloro che bramano dalla voglia di cimentarsi in un’impresa simulativa impegnativa, ma contemporaneamente appagante, sentitevi pure liberi di aumentare il voto che vedete qua sotto di una decina di punti.