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Recensione NieR Replicant ver.1.22474487139

di: Simone Cantini

Con il NieR originale ci siamo sfiorati più volte nel corso degli anni, complice un prezzo crollato in pochissimo tempo, e che più volte mi aveva stuzzicato a procedere all’acquisto. Poi però, viste anche le recensioni dell’epoca non proprio entusiaste, ed il consueto e titanico backlog da smaltire, la tentazione finì per rimanere tale. Fu necessaria la folgorazione avvenuta con quel capolavoro di Automata a ravvivare le braci di quel desiderio mai sopito, ma proprio per il successo riscosso da quel fortunato sequel, le quotazioni della produzione datata 2010 avevano finito per schizzare alle stelle. La pazienza, però, almeno in un periodo in cui le idee nel mercato videoludico sembrano scarseggiare sempre più, è stata una preziosa alleata, visto che a poco più di 4 anni dalla release firmata Platinum Games, possiamo tornare a goderci (tra l’altro in forma decisamente migliore) il capostipite della saga, grazie a NieR Replicant ver.1.22474487139.

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Tra passato e futuro

L’anno è il 2053 e la Terra è oramai una landa desolata, spazzata da una tempesta di neve che pare infinita. All’interno di un edificio in rovina, due giovani, fratello e sorella, lottano per la sopravvivenza, con il ragazzo che cerca in ogni modo di proteggere la ragazzina malata da un’orda di creature chiamate Ombre. Una lotta che pare infinita e che si conclude, almeno a quanto ci è dato sapere, in modo tragico. La scena cambia bruscamente, e ci ritroviamo catapultati 1412 anni nel futuro, in un tempo che sembra aver dimenticato la devastazione che fu, ma che pare avere un legame molto stretto con quel passato remoto: il protagonista (di cui potremo liberamente scegliere il nome) è un ragazzo che si ritrova ad assistere anche esso la sorellina malata, Yonah. Il mondo in cui ci troviamo adesso sembra aver donato nuovamente una parvenza di civiltà alla razza umana, anche se la minaccia delle Ombre continua a flagellare il pianeta. E sarà proprio per trovare una cura per il male di Yonah che inizieremo a dare la caccia al Signore delle Ombre, in un’avventura che ci porterà ad unire le forze con la misteriosa Kainè, lo sventurato Emil e, soprattutto, Grimore Weiis, un ciarliero libro dotato di incredibili poteri. Dilungarsi troppo su quella che è la trama di NieR Replicant ver.1.22474487139 è quanto mai superfluo, dato che toglierebbe soltanto il piacere di scoprire poco a poco la storia che ci vuole raccontare, seppur con la lentezza ed i controsensi palesi che caratterizzano la produzione diretta da Yoko Taro. Una scrittura che, pur partendo da premesse quanto mai scontate e banali per un action rpg nipponico, saprà sorprendere ed emozionare tutti i giocatori che avranno la pazienza necessaria per scendere a compromessi con il particolare stile del game designer, che non si fa problemi a prendere più e più volte in giro il giocatore, quasi come se volesse sfiancarlo e mettere così alla prova la sua voglia di sviscerare il racconto. Ed al di là delle storture della produzione, difatti, sarà il tessuto narrativo a ricoprire un ruolo di spicco nell’economia generale del titolo, grazie ad un insieme di elementi e trame mai banali, in cui si toccano i temi più disparati, mai del tutto scontati come si potrebbe essere portati a pensare. Il mondo tratteggiato da NieR Replicant ver.1.22474487139 è crudele e spietato, e nonostante l’apparente normalità di alcuni momenti, non sembra esserci posto per la felicità. Vincitori e vinti, difatti, non potranno mai trovare la pace tanto bramata, ed il dolore e la sofferenza saranno sempre in agguato dietro ad ogni angolo, pronti a mettere in discussione qualsiasi azione compiuta: chi è il vero mostro? Una domanda che mi ha attanagliato per tutto il tempo (e le run) trascorse in compagnia del mio quartetto di gioco, e che ha visto cambiare la mia risposta e le mie prospettive ad ogni passo compiuto. Per comprendere tutto pienamente, però, sarà necessario rigiocare il titolo almeno due volte (5 se proprio si vuole sviscerare ogni singolo elemento), con le run successive alla prima che, aprendosi all’incirca a metà del percorso originale, metteranno in scena dialoghi, cutscene e piccole porzioni di gameplay inedite, indispensabili per avere la visione completa del drammatico affresco che Taro ha scelto di dipingere per noi.

Questione di ritmo

Le recensioni dell’epoca furono decisamente poco morbide con il gameplay del titolo originale, invero alquanto ingessato, ed almeno sotto questo punto di vista il lavoro svolto con NieR Replicant ver.1.22474487139 è riuscito a raddrizzare in parte queste criticità. Il merito è sicuramente da riconoscere a Takahisa Taura di Platinum Games, responsabile del restyling del combat system della produzione, ora simile in tutto e per tutto a quello apprezzato in Automata. Il nostro protagonista potrà adesso schivare e combattere in maniera decisamente più reattiva, così da dare vita a scontri ancora più spettacolari e frenetici, anche se talvolta sin troppo caotici. Oltre all’arma corpo a corpo, selezionabile tra tre classi differenti (spade, spade a due mani e lance), avremo a disposizione schivata e parata, a cui si aggiungono un incantesimo ranged ed una serie di ulteriori magie, delle quali ne potremo equipaggiare una alla volta. Peculiare, inoltre, sarà la possibilità di recuperare dai corpi dei nemici caduti alcune Parole, che se equipaggiate ci garantiranno dei perk passivi. Non di soli combattimenti vivrà però NieR Replicant ver.1.22474487139, dato che il marchio di fabbrica di Taro è sempre stato quello di stravolgere la struttura ludica delle proprie creature. Ecco, pertanto, che anche in questo caso l’azione deborderà all’interno dei confini del platform, degli on rail shooter, degli hack’n slash isometrici, dei bullet hell o dei puzzle game, non risparmiandosi anche un’incursione nel mondo delle avventure testuali. I problemi, pertanto, sono da riscontrare nel modo in cui simili sezioni sono collegate tra di loro, situazione che non sempre si configura in maniera ottimale e su cui, per forza di cose, la revisione dell’originale non è potuta intervenire: le criticità principali sono da ritrovare principalmente in un backtracking sin troppo invadente e superfluo, che ci porterà a trascorrere una buona dose di tempo a fare semplicemente avanti ed indietro tra due location, magari soltanto per assistere ad un rapido scambio di battute. Questo, unito ad alcuni momenti caratterizzati da una lentezza dannatamente esasperante (sì, parlo con te arrivo a Facciata!), finisce con il dilatare un po’ troppo i tempi dell’azione, costringendo il giocatore a girare in tondo inutilmente prima di poter assistere ad una svolta degli eventi. Almeno per quello che riguarda la prima parte del gioco, con una seconda che, fortunatamente, aumenta sensibilmente il ritmo. Si tratta di scelte che Taro, però, attua in maniera consapevole, mosso come è dalla sua particolare visione del gaming: il designer prende il genere e ne mette volutamente in ridicolo alcuni degli aspetti più consolidati, dandoli in pasto al giocatore con un illusione di utilità, finendo però per trasformarli in degli aspetti fini a loro stessi, come se dovessero essere presenti per un qualche dogma divino. Spogliati di questa loro mitica sacralità, elementi come l’immancabile minigioco della pesca, la possibilità di coltivare il nostro orto, oppure le canoniche fetch quest dai contorni risibili, diventano gli emblemi di un modo di giocare che Taro tratteggia soltanto per definirne la loro marginalità: pur essendo presenti continuamente nell’economia ludica, difatti, le ricompense che otterremo portando a termine i vari compiti sono dannatamente marginali, orpelli utili soltanto a far lievitare il monte ore del gioco. D’altro canto il designer aveva già schernito simili espedienti in Automata, rendendo l’ottenimento del Trofeo/Achievement finale possibile anche solo sborsando il denaro ottenuto in-game.

Al passo dei tempi

A metà strada tra remake e remaster, i progressi compiuti rispetto all’installazione originale da NieR Replicant ver.1.22474487139 sono quanto mai tangibili, e seppur la produzione non ambisca a scalfire le vette dell’eccellenza tecnica, il quadro generale è tutt’altro che disprezzabile. Ci tengo a precisare che la mia prova è stata effettuata in retrocompatibilità su Xbox Series X, pertanto non ho idea di come il gioco possa girare su old gen, sebbene il gioco sia disponibile nativamente solo per le vecchie macchine. Sulla nuova macchina di casa Microsoft il tutto gira perfettamente, senza il benchè minimo rallentamento, supportando così in maniera egregia le movenze del nostro personaggio, tanto durante le fasi più rilassate che, soprattutto, in occasione dei numerosi combattimenti. Anche il restyling visivo è quanto mai apprezzabile, grazie ad una quantità di dettagli maggiore rispetto all’originale, sia per quanto riguarda i modelli di cast ed ambientazioni, che per quanto concerne la qualità generale delle texture. Tutto, a voler azzardare un paragone, mi ha ricordato a grandi linee la resa di The Last Guardian o del remake di Shadow of the Colossus. A voler essere proprio pignoli si potrebbe ridire qualcosa sul design generale di alcuni character secondari, davvero un po’ troppo anonimi, ma in generale il livello di dettaglio è comunque in linea con molte cose viste durante la generazione precedente. Colpisce nel segno anche la soundtrack, ma dato che ad occuparsene è il solito Keiichi Okabe sarebbe stato sciocco pensare altrimenti: epica e sontuosa, oppure delicata e malinconica, la colonna sonora riesce a sottolineare con perizia i vari passaggi dell’avventura, dando maggiore spessore a quanto scorre inesorabile sullo schermo. Ottimo anche il doppiaggio in lingua giapponese, che al solito preferisco per questo tipo di produzioni al voice over inglese (comunque presente), accompagnato da una localizzazione italiana che si prende qualche libertà, ma che è risultata comunque convincente. New entry in NieR Replicant ver.1.22474487139, oltre alle citate migliorie tecniche, è un quinto finale, che va ad approfondire la storia di Kainè successiva al D Ending.

E dopo oltre 1500 parole sono giunto, per vostra fortuna, a chiudere la mia personale disamina su NieR Replicant ver.1.22474487139, un titolo che, è bene chiarire subito, non raggiunge le vette di Automata, ma che è comunque fondamentale nella storia del brand, oltre che nel percorso creativo di Yoko Taro. Un titolo sicuramente non perfetto in quanto a ritmo e struttura, con alcune scelte autoriali che potrebbero far storcere un po’ troppo la bocca ai giocatori, ma che sono quanto mai caratteristica portante della visione creativa del designer nipponico. La riproposizione di questo classico incompreso, nonostante non riesca a rimediare a queste storture intrinseche (e volute), è stata comunque in grado di rivedere in toto il sistema di combattimento, così da conferire al tutto maggiore freschezza. Monumentale per quanto concerne la narrativa, nonostante l’espediente che costringe il giocatore a più run (per quanto leggermente differenti tra loro) per riuscire a sviscerarne ogni aspetto, il titolo Square Enix mette in scena le miserie umane in modo dirompente e spiazzante, dando vita ad un quadro malinconico e desolato, in cui niente deve essere mai dato per scontato. Un’opera senza dubbio complessa e difficile, sia da comprendere a pieno che da approcciare, ma che chiunque ama le produzioni giapponesi dovrebbe giocare almeno una volta (meglio due), anche solo per poterla inserire nel proprio personale curriculum di videogiocatore.