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Recensione Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno

di: Simone Cantini

Questo anticipo di primavera 2018 si apre con uno dei titoli maggiormente attesi dal popolo degli amanti dei jrpg: parliamo, infatti, di Ni No Kuni 2, sequel non sequel di uno dei ruolistici giapponesi che più di ogni altro è riuscito a lasciare un segno all’interno della ludoteca PS3. Sorretto dalla caratterizzazione ancora una volta curata dal character design Yoshiyuki Momose, il lavoro firmato Level-5 sarà in grado di bissare il successo di pubblico e critica riscosso dal precedente episodio?

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Roba di un altro mondo

Abbandonate le ridondanti cinematiche che accompagnano quasi sempre la comparsa del menu iniziale di gioco, Ni No Kuni 2 si apre in maniera decisamente diretta e sbrigativa: un breve filmato ci mostra Roland, uno dei presidenti del nostro mondo, venire trasportato nell’altro mondo del titolo, poco prima che un misterioso attacco missilistico si abbatta sulla nostrana città verso cui è diretto. Superato l’iniziale spaesamento, Roland si ritroverà, decisamente ringiovanito, nella stanza del principe Evan di Gatmandù, proprio mentre il regno è preda di un colpo di stato. Sono sufficienti pochissimi istanti per far sì che i due si ritrovino a fuggire disperatamente dalle guardie di Ratoleon, ex consigliere del defunto sovrano, nonché artefice del suo assassinio. Ha inizio così il lungo viaggio di crescita del giovane Evan che, mosso dalla volontà di riportare la pace nel suo mondo, si ritroverà a fondare un regno tutto suo, con lo scopo di fungere da ideale ponte tra le altre potenze di Ni No Kuni, che cercherà di far alleare tra loro tramite un trattato. Purtroppo però, come spesso accade, una forza malvagia si frapporrà tra Evan ed i suoi ideali, un oscuro figuro che mira a plagiare i cuori dei regnanti e ad impossessarsi dei loro dearchi, potenti entità divine che, in comunione con ciascun sovrano, ne proteggono il regno. La trama, per quanto non certo originalissima, si presta comunque a qualche spunto più interessante della media e riesce ad intrattenere ed incuriosire quanto basta il giocatore, soprattutto grazie ad un ritmo perfettamente calibrato ed avvertibile già nelle battute iniziali. Se c’è un pregio che possiamo attribuire a Ni No Kuni 2, difatti, è il suo essere quanto mai diretto ed immediato, risparmiando al giocatore le sin troppo spesso tediose e inutilmente dilatate sequenze puramente introduttive. Nel nostro caso sono sufficienti pochissimi minuti per ritrovarsi immediatamente immersi nel gameplay del titolo, sacrificando magari qualche cinematica in più in favore di un giocato più corposo e consistente. La stessa progressione degli elementi, inoltre, non si prende pause lunghissime prima di introdurre tutti i vari elementi che vanno ad arricchire l’esperienza, evitando di centellinare fastidiosamente gli sviluppi ludici. Parimenti, il grindiing ossessivo, croce e delizia di ogni jrpg, è dosato in maniera sapiente, al punto che nel corso dell’avventura mi sono ritrovato soltanto due volte a dover investire una mezzora scarsa nel livellamento del mio party. Questo, però, si riflette in negativo sulla difficoltà generale che, almeno per quanto riguarda la main quest, si attesta su livelli invero un po’ bassini. Per gli amanti delle sfide, quindi, non resta che gettarsi a capofitto nei numerosi scontri opzionali con creature decisamente più ostiche del normale che, oltre a richiedere una preparazione maggiore, non si risparmieranno di omaggiare i temerari con equipaggiamenti decisamente utili.

 

Motore, azione!

Scendendo più nel dettaglio riguardo al gameplay, fa piacere notare come Ni No Kuni 2 cerchi in tutti i modi di smussare le criticità che avevano afflitto la sua precedente incarnazione, in primis stravolgendo e migliorando a 360° il combat system. Dite pure addio al fastidioso sistema adottato in passato e date calorosamente il benvenuto ad uno schema che, strizzando palesemente l’occhio al pubblico occidentale, vira prepotentemente in direzione dell’action. Gli scontri avvengono tutti in tempo reale, con il nostro party composto da tre individui (di 6 disponibili in totale) che potrà contare sulla classica accoppiata attacco normale/pesante (legati alla pressione di Quadrato e Triangolo), a cui si aggiungono quattro incantesimi richiamabili premendo il grilletto destro. Su questi avranno una diretta influenza i Cioffi, spiritelli elementali che ricalcano in tutto e per tutto entità del folklore nipponico e che sono chiamati a sostituire i Famigli. I Cioffi agiranno autonomamente e saranno ciascuno caratterizzato da differenti abilità, sia offensive che difensive. Inoltre potremo interagire con loro in alcuni momenti degli scontri, così da scatenare le loro potenzialità più importanti. In alternativa, a patto di avere equipaggiato un incantesimo legato al loro elemento, saremo in grado di assorbirli per modificare e potenziare gli effetti della magia. Il numero di Cioffi in cui è possibile imbattersi (oppure creare) è davvero elevato, così come il numero di differenti combinazioni che è possibile schierare in battaglia, grazie alla facoltà di aggregarne fino a quattro alla nostra squadra. Interessante, inoltre, la possibilità di equipaggiare fino a tre armi contemporaneamente, switchabili in tempo reale, ognuna delle quali si potenzierà ad ogni fendente andato a segno e, una volta caricata, sarà in grado di amplificare la potenza degli incantesimi. Grazie a questo mix di elementi, i vari scontri finiscono per risultare sempre interessanti e divertenti, facendo registrare un marcato picco verso l’alto in occasione degli scontri con i dearchi, ognuno dei quali presenta delle strategie di approccio uniche e ben congeniate.

 

Il mio cavallo per un regno

Limitarsi a rinnovare il combat system, comunque, avrebbe finito per risultare una mossa decisamente pigra per Level-5. Ecco, quindi, che il team nipponico ha visto bene di introdurre alcune interessanti variazioni sul tema, utili sia in termini di pura narrazione che, soprattutto, di gameplay. La più marcata è rappresentata dalla necessità di edificare il nostro regno, attraverso un meccanismo che richiama, per quanto in maniera molto più esile, i classici gestionali. Una volta fondato il proprio dominio, Evan dovrà provvedere alla costruzione delle varie strutture, siano esse forge, laboratori magici o semplici fattorie, che poi dovrà dotare della forza lavoro appropriata. Questa potrà essere reclutata per mezzo di un bizzarro figuro, portando a temine alcune semplici fetch quest. Fatto ciò potremo impiegare i nostri nuovi sudditi per sviluppare incantesimi inediti, armi ed oggetti, che poi potremo acquistare a nostro piacimento. Il sistema richiama in parte quanto visto in White Knight Chronicles 2 (sempre ad opera di Level-5) e pur non risultando particolarmente invasivo finisce per rappresentare una piacevole e gradita digressione alla classica progressione. Sul fronte puramente battagliero occorre evidenziare anche la presenza di una piccola sezione simil RTS, che ci proporrà alcune battaglie in cui dovremo far scendere in campo fino a quattro distinte truppe. Queste si disporranno attorno alla figura di Evan che, muovendosi, dirigerà i loro attacchi contro le forze avversarie, in una maniera che richiama molto quanto visto in Pikmin e Little King Story. A chiudere il cerchio delle novità ci pensa l’Equalizzatore, una sorta di pannello di controllo tramite il quale è possibile, spendendo i punti guadagnati grazie ai combattimenti più ostici, intervenire su alcuni parametri delle battaglia, magari aumentando il danno contro un particolare tipo di creature, scegliere di ricevere meno denaro in favore di un maggior quantitativo di esperienza e molto altro ancora. Non mancano, ovviamente, numerose missioni secondarie, utili per recuperare risorse, ma anche solo per esplorare (grazie a nave ed aeronave) il mondo di gioco.

Impatto smorzato

A dispetto di quanto è possibile ammirare in video ed immagini, a lasciare il segno in maniera più blanda è il comparto estetico di Ni No Kuni 2. Fermi, abbassate pure quel sopracciglio comprensibilmente aggrottato e lasciatemi spiegare. È innegabile come il lavoro svolto da Momose e soci si attesti su ottimi livelli, ma memori dell’impatto avuto dal precedente episodio penso fosse lecito aspettarsi un guizzo in più in questo senso. La riduzione delle cinematiche, per quanto salutare in termini di puro gameplay, ha finito per appiattire un po’ troppo la sensazione di trovarsi al cospetto di un anime dello Studio Ghibli (invero non più direttamente coinvolto nella realizzazione artistica del titolo), così come la presenza di moltissimi dialoghi privi di doppiaggio. Sotto questi aspetti, pur attestandosi il tutto su livelli più che buoni, il sentore di avere tra le mani un lavoro un po’ troppo sbrigativo e meno curato del passato è forte, così come evidenziano le goffe transizioni che sanciscono la fine degli scontri con i vari boss. Son dettagli, sia chiaro, ma vista la bontà generale della produzione finiscono per saltare evidentemente all’occhio, pur senza inficiare troppo il giudizio complessivo.

Ni No Kuni 2 ci è proprio piaciuto e, almeno a livello personale, ho finito per apprezzarlo molto di più del suo illustre predecessore che, sempre a mio avviso, deve la maggior parte della sua gloria alla sua eccellente direzione artistica. Con questo secondo capitolo, salutato in maniera un po’ troppo evidente lo Studio Ghibli, i ragazzi di Level-5 hanno giocoforza spinto sul pedale della sostanza, presentandoci un jrpg sorretto da un ritmo invidiabile, che evita di perdersi in inutili lungaggini e ci propone un rinnovato combat system davvero convincente e dinamico. Da non sottovalutare sono anche le esperienze accessorie che vanno ad affiancare il core gameplay, capaci di spezzare felicemente l’incedere più classico. Certo, forse questa immediatezza ha finito per rendere l’esperienza complessiva un po’ troppo facilotta per i veterani del genere, ma anche per questi non dare una chance a Ni No Kuni 2 rappresenterebbe un’onta davvero difficile da giustificare.