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Recensione NBA 2K18

di: Luca Saati

Se con gli sportivi dedicati al calcio ci sono lotte continue tra gli utenti che preferiscono PES o FIFA, con i videogiochi dedicati al basket, complice anche l’assenza di un competitor veramente all’altezza, sono tutti d’accordo: NBA 2K è la serie migliore in assoluto. I livelli d’eccellenza raggiunti da 2K e Visual Concepts sono stati addirittura d’ispirazione per altri sportivi, basti vedere EA Sports che sta introducendo la modalità carriera cinematica in ogni suo videogioco, da FIFA a Madden NFL. Nonostante un livello ormai assoluto, 2K e Visual Concepts non stanno a guardare e migliorano anno dopo anno la loro creatura anche in punti che credevamo non necessitavano di essere migliorati.

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Gameplay e grafica

Pochi ritocchi dal punto di vista della giocabilità, ma abbastanza significativi da rendere l’esperienza di gioco ancora più profonda e realistica. Il primo cambiamento vede coinvolti i tiri a canestro con una nuova barra a forma di mezza luna posta non più ai piedi dei giocatori ma all’altezza della loro testa. Un cambio all’apparenza inutile ma che in realtà consente di non allontanare mai lo sguardo dall’esecuzione del tiro dato che negli scorsi anni era normale distogliere l’attenzione dal movimento delle mani per guardare la barra posta più in basso. Ma non si tratta solo di un cambiamento estetico e funzionale dato che questa nuova barra richiede ancora più precisione che in passato e, soprattutto, le giuste dinamiche per andare a canestro. Mai come quest’anno infatti, in NBA 2K18 la pressione degli avversari influisce sul tiro in un modo ancora più pesante tant’è vero che dopo ogni conclusione il gioco fa un velocissimo resoconto in cui ci dice non solo se abbiamo lasciato la levetta analogica destra in ritardo, anticipo o con un tempismo perfetto, ma anche il tipo di contrasto del nostro oppositore. Come potete dunque immaginare, la nuova dinamica di tiro è stata affiancata da un’intelligenza artificiale ancora più attenta in difesa in grado di farci sudare a ogni azione per fare canestro.

Graficamente NBA 2K18 continua sull’incredibile strada tracciata dal suo predecessore. A dirla tutta, anche qui migliorare non era semplice, eppure è stato fatto un altro miracolo dagli sviluppatori con animazioni ancora più fluide e uguali alla realtà, modellazione poligonale degli atleti impeccabile, arene meravigliose e un’atmosfera straordinaria grazie a un pubblico coinvolgente che ci fa sentire come sul parquet. Impeccabile il comparto sonoro, a partire dal già citato pubblico, per poi passare alla telecronaca in inglese e alla soundtrack dei menù che comprende brani di vario genere e di artisti come Kendrick Lamar, Future, e X Ambassadors. L’unico difetto che ci ha infastidito un po’ riguarda i caricamenti un po’ lenti e troppo frequenti.

La Mia Carriera

La modalità carriera di NBA 2K18 è stata completamente rivista abbandonando la linearità che l’ha contraddistinta negli anni passati. La trama non ci vede più cercare fortuna tramite i soliti Draft dopo qualche partita nei college, ma propone qualcosa di nuovo mettendoci nei panni di DJ, un ragazzo che ha giocato a basket per poi abbandonarlo per dedicarsi alla musica salvo poi cambiare nuovamente idea dopo due anni. Il tutto inizia in un importante torneo di basket di strada dove l’osservatore della nostra squadra preferita, che sceglieremo all’avvio della carriera, ci propone un provino. Dopo questa prima parte introduttiva ecco quindi che finiremo in una squadra di NBA con il pubblico diviso, tra chi non ci crede all’altezza per via del nostro passato e chi invece vuole darci fiducia. Spetta quindi a noi dimostrare quanto valiamo dando così inizio alla cosiddetta “Road to 99” che ci chiederà di migliorare le statistiche del nostro giocatore dall’iniziale 60 a 99. Si tratta insomma di una carriera molto lunga che richiede decine e decine di ore di gioco per poter essere portata a termine.

La prima novità che risalta all’occhio è la presenza del Quartiere, un hub in cui troviamo anche altri giocatori che collega diverse zone come la casa, l’ufficio dell’agente, la palestra in cui allenarsi, il negozio NBA, Foot Locker, il tatuatore, il barbiere e infine i campetti dove giocare in multiplayer con altri utenti nel basket da strada. La presenza di questo hub consente di vivere questa esperienza nel modo più congeniale a noi, la trama infatti non è invasiva come negli anni precedenti con alcune cutscene opzionali che si avviano solo quando si raggiunge un determinato luogo. Qualche novità anche per lo sviluppo del personaggio che presenta un nuovo sistema che si affianca a quello già visto in passato che prevede di spendere le monete per migliorare le statistiche. In pratica adesso tramite qualsiasi tipo di attività, dalla partita di NBA, di strada o l’allenamento, ci permette di guadagnare punti esperienza che vengono accumulati da una barra che, una volta raggiunta il 100%, aumenta il potenziale del nostro personaggio consentendoci quindi di potenziare ulteriormente quelle statistiche che avevamo già portato al massimo. In più il nostro stile di gioco rende ancora più personale la progressione, ad esempio se siete i tipi da fare molte triple, ecco che il cartellino per i tiri dalla distanza accumula esperienza e, una volta completo, se ne crea un altro donando nuove abilità al nostro avatar.

Questa nuova strada intrapresa dalla modalità Carriera ci ha convinto pienamente, probabilmente chi ha apprezzato la storia più cinematografica degli ultimi anni resterà un pochino deluso da una sceneggiatura un po’ troppo diluita. Ma in generale il lavoro svolto a tutto tondo può dirsi riuscito grazie a una maggiore libertà nella progressione.

Il Mio GM

Anche nella carriera manageriale di NBA 2K18 è stata introdotta una storia sulla falsariga di quanto visto negli ultimi anni con quella giocatore. Intitolata “Il Nuovo Capitolo”, la storia ci mette nei panni di una ex promessa dell’NBA che dopo un infortunio al ginocchio è stata costretta ad abbandonare il parquet. Sei anni dopo il protagonista viene assunto come GM di una squadra di NBA con l’obiettivo di portarla a competere per il titolo. In questo caso quindi possiamo vivere l’esperienza da una prospettiva opposta rispetto a quella di un giocatore, lavoreremo dietro le quinte e gestiremo ogni aspetto manageriale della squadra. Come ne La Mia Carriera, anche in questo caso la storia cerca di non essere troppo oppressiva offrendo sempre una grande libertà e non influendo minimamente nel draft, nel mercato e nelle decisioni contrattuali.

Guardando alla parte di giocato vero e proprio, Il mio GM prende quanto di buono fatto negli scorsi anni espandendolo ulteriormente supportando i cambiamenti del contratto collettivo NBA 2017, integrando la G-League con tanto di contratti doppi, la moratoria per accordarvi con i giocatori all’inizio della free agency, lo stash internazionale, nuovi strumenti per osservare i giocatori, scambio dei diritti di draft, rinuncia ai diritti dei giocatori, generazione delle classi draft migliorata e nuovi elementi di personalizzazione che consentono di creare nuove divise e cambiare nome all’arena. Il Mio GM raggiunge quindi vette di profondità assolutamente incredibili offrendo così ai fan dell’NBA un ventaglio di possibilità enormi con cui divertirsi per altre decine di ore.

La Mia Squadra

Dulcis in fundo troviamo La Mia Squadra, la versione Ultimate Team di NBA 2K18 che consente di creare la propria squadra tramite le figurine. Quest’anno tra le novità troviamo l’introduzione di una nuova modalità, chiamata Pack & Playoff, che si ispira al draft dei classici giochi di carte collezionabili in cui creare la miglior squadra possibile con i pacchetti di figurine che ci vengono messi a disposizione. Per scegliere i giusti giocatori bisogna fare in modo di allineare il loro stile con quello degli allenatori in modo tale da assicurarvi un’efficacia maggiore. Pack & Playoff ci vede impegnati in quattro turni di playoff più le eventuali finali. Ovviamente più si va avanti e più i premi saranno maggiori.

Altra novità riguarda l’introduzione di un tetto salariale basato sull’uso delle varie carte: di conseguenza più i giocatori utilizzano una carta e più cresce il salario richiesto per poterla schierare in campo. Ma non è finita qui perché troviamo anche un nuovo livello di rarità per gli allenatori, la possibilità di utilizzare carte bonus durante i timeout, migliorie per le case d’aste che adesso sono aggiornate in tempo reale e consentono ad esempio di impostare un’offerta massima, un calendario di 30 partite offline, la possibilità di sfidare le squadre All-Time con i migliori giocatori della storia e obiettivi che vi guidano passo passo in La Mia Squadra. Insomma come le altre due modalità descritte poco più sopra, anche La Mia Squadra si conferma assolutamente valida e longeva grazie ai suoi numerosi contenuti offerti.

Commento finale

Anche quest’anno NBA 2K18 si conferma il videogioco più completo per gli amanti del basket grazie a un gameplay straordinario e modalità tutte di assoluto valore e in grado di accontentare tutti i tipi di giocatori. Che voi siate fan di MyCareer, MyGM o MyTeam, in NBA 2K18 vi divertirete per decine e decine di ore con una sola di queste modalità superando tranquillamente le centinaia di ore se deciderete di esplorare l’intera offerta ludica. Insomma stiamo parlando di un must have, un gioco imprescindibile che, siamo sicuri, non deluderà nessun giocatore.