Recensioni

NBA 2K14

Dopo aver giocato e recensito le versioni Xbox 360 e PS3, prendiamo finalmente in esame la versione dedicata a Xbox One, la quale presenta molte più differenze e particolarità di quanto ci aspettassimo.

di: Giovanni Manca

Nel pantagruelico banchetto cerimoniale allestito per rendere omaggio all’avvento della nuova generazione di console domestiche non poteva mancare il “Re” delle simulazioni sportive, NBA 2K sviluppato dal team californiano dei Visual Concepts per 2K Sports. Ancora più “Re” in questo fine 2013 grazie al testimonial che troneggia in copertina, King Lebron James. Dopo aver giocato e recensito le versioni Xbox 360 e PS3, prendiamo finalmente in esame la versione dedicata a Xbox One, la quale presenta molte più differenze e particolarità di quanto ci aspettassimo.

Una carriera per tutti

Fin dalle prime schermate appare evidente quanto si sia cercato di enfatizzare il salto generazionale: il filmato introduttivo ci catapulta direttamente sul campo con un montaggio da oscar che fa lustro della sensazionale grafica in-game grazie ai replay degli epic momentsdegli atleti più celebri. Il menù principale di gioco è stato semplificato con una struttura verticale che ricorda le console 16 bit ed è scomparso l’arzigogolato menù che si richiamava con lo stick analogico destro; i menu secondari si estendono invece orizzontalmente per tutta la larghezza dello schermo con uno scorrimento circolare che non ci ha fatto impazzire. Il tentativo di semplificare la navigazione non raggiunge però l’obiettivo di dare una maggiore intuitività al tutto, dal momento che, per trovare le varie modalità di gioco, occorre navigare un po’ a casaccio.
Ed è proprio navigando che ci accorgiamo di alcune mancanze relative alle modalità di gioco. È scomparso l’All Star Weekend, partita tra le stelle di Est e Ovest, gara del tiro da tre punti e contest delle schiacciate. Ci aspettavamo una rivisitazione in chiave next gen e un riscatto di quanto fatto in pessimo modo nella versione 2K13 ma le nostre speranze devono guardare al prossimo anno o ad un DLC. Non sono state implementate le modalità Playoffs e Association ma soprattutto la Lebron James: Path of Greatness, la modalità personalizzata dedicata a King James che ripercorreva in gran parte quanto visto per Jordan nell’edizione 2011 del gioco.

A questo punto, cosa rimane? NBA 2K14 in versione Xbox One è una proposta fortemente differenziata rispetto alle altre e propone delle caratteristiche e modalità di gioco differenti. NBA Today, ad esempio, è una finestra interessantissima sul reale campionato NBAche ci informa sui risultati della notte, sui migliori realizzatori, rimbalzisti, assist man e classifiche aggiornate. Non solo, la parte principale della videata è occupata da un player che ci mostra gli highlights della notte più importanti. Ovviamente, tale feature richiede che la console sia costantemente connessa alla linea internet. Volendo, è possibile giocare gli stessi match della notte.
Decisamente riviste MyPlayer e MyGeneralManager. La prima ripropone le caratteristiche di personalizzazione di un cestista agli esordi ma gli è stata data un’impronta spiccatamente cinematografica ed una regia che si focalizza sui momenti topici della carriera in modo da creare un’empatia sconosciuta alla produzioni precedenti. Rivivremo così l’ansia degli esordi, le rivalità con gli avversari, la fatica degli allenamenti anche affrontando delle situazioni slegate dal contesto sportivo, come veri e propri dialoghi con una varietà di protagonisti. Dunque non solo delle brutte conferenze stampa al termine dei match ma una vera e propria avventura sportiva che si avvale di un canovaccio molto stimolante e gradevole.


MyGM è sostanzialmente un’evoluzione di “Associazione” in cui si gestisce ogni aspetto della franchigia, sia dentro che fuori dal campo. Tutto o quasi ruota attorno al budget che, in qualità di general manager, siamo chiamati a gestire: una montagna di parametri e statistiche di cui tener conto per raggiungere gli obiettivi stagionali fissati dal consiglio di amministrazione: dovremmo così negoziare contratti, il prezzo dei biglietti per accedere all’impianto, inclusi i parcheggi, sempre sotto l’occhio attento del proprietario di turno. Non mancano ovviamente gli incontri con la stampa, i giocatori e la società piuttosto che proposte di ingaggio da parte di altre squadre.
Anche con Xbox One potremmo divertirci con NBA Blacktop, la partitella nel campetto di periferia 1vs1, 2vs2, 3vs3, 4vs4 e 5vs5. Purtroppo i giocatori più forti, per poter essere utilizzati, devo essere sbloccati spendendo i famigerati VC Points accumulati nelle altre modalità di gioco o mettendo mani al portafoglio, quello vero e non virtuale.

Fotorealismo ad un passo 

Lucidatevi le pupille e state attenti che la mascella non sbatta sul pavimento perché la realizzazione grafica di NBA 2K14 è davvero sensazionale. Almeno per quanto riguarda la console Microsoft: insieme a Ryse e Forza Motorsport 5 è il titolo che mostra veramente cosa ha in serbo per noi la nuova generazione di hardware. Il dettaglio dei volti, ma non solo, è impressionante, ad un passo dal fotorealismo; James, Harden, Durant, Bryant, Anthony vantano una cura maniacale che li rende difficilmente distinguibili dalla controparte reale se non fosse per alcune espressioni facciali ancora migliorabili. Attenzione però, ci teniamo a precisare che tutti i giocatori del roster NBA sono estremamente curati, come mai si era visto in nessuna produzione sportiva relativa a qualsiasi generazione e piattaforma. La magistrale modellazione dei giocatori ha però il difetto di evidenziare in modo negativo gli elementi di contorno, come il pubblico, il coach e i giornalisti a bordo campo; non stiamo affermando che siano realizzati in malo modo ma la differenza con quanto si muove sul parquet è abissale.

L’azione sul campo mostra quanto il lavoro di perfezionamento abbia coinvolto anche il motore fisico che, anche in questo caso, fa raggiungere alla serie un realismo senza precedenti: contatti e marcature molto più credibili, stoppate, deviazioni e palle recuperate più frequenti, inerzia dei corpi facilmente gestibile grazie ad una maggiore prevedibilità di comportamento. Il tutto condito da una serie di animazioni senza eguali, sia dei corpi degli atleti sia dell’abbigliamento. L’unico problema serio che abbiamo rilevato è la mancanza di alcune animazioni nelle situazioni di un’improvvisa palla vagante, in cui spesso i giocatori rimangono imbambolati e le conseguenti animazioni sono decisamente slegate dal contesto generale, come se dovessero tappare delle falle il prima possibile.

Buzzer in Better

NBA 2K14 pensato da Visual Concept per Xbox One è un’esperienza diversa rispetto a Xbox 360 e PS3, come avete capito, dal punto di vista sostanziale, concettuale e tecnico. Raffinando un gameplay già eccellente, è un titolo imperdibile per qualsiasi fan delle simulazioni sportive e non solo. Specificando che per fattore next gen vogliamo intendere quella serie di motivi che spingano al gran salto generazionale: per NBA 2K14 diciamo fattore next gen sì. Le motivazioni dovreste averle intuite dalla recensione ma vogliamo sintetizzare: è sì un gioco diverso rispetto alle altre versioni ma, soprattutto, è uno dei pochi che ci prende per mano in questa nuova era del videogioco domestico.

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