Recensioni

Recensione Moero Crystal H

di: Simone Cantini

Il mercato giapponese è un fitto sottobosco di produzioni quanto mai variegate, capaci di spaziare dalle classiche avventure care ai jrpg, action ipertecnici e horror dalle atmosfere quanto mai peculiari e riconoscibili. Tutti generi che, nel corso degli anni, sono riusciti ad attecchire felicemente anche in occidente, con schiere sempre più numerose di fan pronti a sostenere simili titoli. Non mancano, però, lavori di stampo innegabilmente nipponico, dotati di peculiarità che, almeno secondo il sentimento popolare degli abitanti del Sol Levante, li rende assai poco appetibili al di fuori dei patri confini. È per vero, però, che il pubblico nostrano ha saputo dimostrare, in più di un’occasione, il proprio affetto per le follie che accompagnano tali software, non mancando di approcciarvisi anche grazie all’import, rinunciando però a giocarli in una lingua comprensibile. Ci sono però publisher, come nel caso di EastAsiaSoft, che sono pronti a scommettere su questo amore, facendo sbarcare in occidente giochi come Moero Crystal H che, almeno fino a qualche tempo fa, sarebbe stato anche solo utopico pensare di giocare in inglese.

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Mutandine ricamate

Il mondo di Airea è davvero assai bizzarro, con un equilibrio che si basa sulla pacifica coesistenza delle Mutandine della Luce e del Reggiseno dell’Oscurità. Grazie alla loro presenza, umani e monster girl vivono in armonia su questo fluttuante continente. Purtroppo, però, la situazione è destinata a cambiare bruscamente, come scoprirà il nostro eroe Zenox, che giunto in città alla ricerca del padre scomparso, finirà per imbattersi in una misteriosa figura, responsabile del furto del suddetto reggiseno. Toccherà, quindi, a lui e alla monster girl Luanna, coadiuvati dalla libidinosa simil foca Otton, cercare di recuperare il maltolto, liberando nel contempo le varie monster girl da una presenza oscura che le ha rese quanto mai ostili. Completamente fuori di testa, come solo le storie create dai ragazzi di Compile Heart sanno essere, la narrativa di Moero Crystal H non si presta certo a chissà quali pindarici voli narrativi, ma riesce a sostenere a dovere le atmosfere ecchi della produzione, fornendo i giusti escamotage per mettere su schermo tantissime donnine poco vestite. Per la gioia dei nostri polsi ed avambracci. Il tutto calato all’interno di una struttura dungeon crawler vecchio stile, in cui ci avventureremo lungo livelli (fortunatamente non generati in maniera procedurale) a caselle, popolati da creature quanto mai sessualmente allusive e provocanti monster girl. Il gameplay, in simili frangenti, è quello classico in prima persona, con lo schermo che sarà occupato dall’ambiente e dagli avversari. Per quanto concerne il combat system, il tutto è regolato da una gestione a turni, che ci permetterà di poter sfruttare al meglio la particolare conformazione del nostro party: Zenox, difatti, non avrà un ruolo attivo negli scontri, i quali saranno gestiti dalle monster girl presenti in formazione (fino a 5), che potranno contare su attacchi fisici ed abilità. L’unico maschietto del gruppo, pur presente nella turnazione, potrà utilizzare i consumabili, oppure accumulare potere ad ogni turno, che potrà poi essere utilizzato per potenziare le ragazze, o per farle agire anticipatamente. Un sistema interessante, per quanto molto classico, ma che è ulteriormente impreziosito dalla peculiare modalità con cui potremo sconfiggere le monster girl ostili. Queste potranno essere tolte di mezzo semplicemente azzerando i punti vita, ma se invece opteremo per distruggere le parti del loro vestiario, ecco che avremo accesso ad un minigioco, tramite il quale dovremo toccare i punti sensibili del loro corpo, così da liberarle dall’influenza negativa e poterle così reclutare. Inutile dire come il tutto sia condito da immagini ammiccanti, che pur non sfociando mai nel nudo, faranno la gioia di tutti i fan delle waifu.

Beato tra le donne

Avendo a disposizione un corposo numero di monster girl da fare nostre (siamo oltre le 80), è lecito aspettarsi anche una gestione stratificata del party, elemento che caratterizza in modo interessante Moero Crystal H. L’hub centrale, difatti, vedrà la presenza di una locanda, presso la quale dimoreranno le varie ragazze, con cui potremo interagire facendo loro regali, così da aumentare il grado di affinità. Farlo sbloccherà un ulteriore minigioco, che ci vedrà utilizzare un’astronave dalla inconfondibile forma fallica, tramite la quale dovremo dissolvere gli abiti delle pulzelle, in cerca di cristalli, che permetteranno di accedere a dungeon unici, indispensabili per sbloccare nuove abilità e funzioni. Entrare in confidenza con le monster girl, ed omaggiarle di peculiari set reperibili nei labirinti, ci consentirà di modificare il loro vestiario e di conseguenza la build (ce ne sono 4 per ogni monster girl), ciascuna dotata delle proprie statistiche e skill, che potremo anche combinare se avremo sbloccato il cristallo apposito. Presente anche un sistema di power up degli equipaggiamenti, oltre che una serie di feature utili a “toccare” con mano le forme delle nostre eroine, così da aumentare il grado di affinità. Doveroso notare, inoltre, come ciascun membro attivo del party possa scegliere fino a due ragazze inattive come elementi di supporto, così da fornire ulteriori boost ed abilità. Insomma, a livello puramente ludico e concettuale, Moero Crystal H funziona in modo egregio, pur non facendo nulla per ostentare in modo sfacciato la sua volontà di sommergere il giocatore con tanto fanservice, non rendendo però questo l’unico obiettivo della produzione Idea Factory. Laddove si potrebbe storcere la bocca, è nella non certo felice ottimizzazione delle sezioni touch con la console in modalità docked, ma trattandosi di un porting di una produzione nata su PS Vita, era davvero difficile aspettarsi di meglio. Nulla da dire, invece, se giocheremo il tutto in portabilità, situazione che rende ancor più giustizia alle splendide illustrazioni che accompagneranno i momenti più piccanti, oltre che i ritratti delle varie monster girl. Un ultimo appunto va riservato alla disposizione dei punti di salvataggio nei vari dungeon, che è risultata davvero sballata, al punto da rendere sin troppo ostiche le prime ore di gioco.

Troppo nipponico per essere vero, eppure Monster Crystal H è realtà anche in occidente, pronto a rapire occhi e mano (ehm) dei giocatori. La produzione Compile Heart ci regala un dungon crawler vecchio stile, che pur presentando una dose massiccia di fanservice erotico, non sacrifica sull’altare delle monster girl il gameplay che, al netto del suo essere molto canonico, non mancherà di divertire i fan del genere, oltre che delle waifu poco vestite. Fiaccato da qualche limite progettuale in modalità docked, Moero Crystal H non soffre di alcun tipo di problema se approcciato in mobilità, consegnandoci un’esperienza visivamente appagante, oltre che divertente.