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Recensione Metrico

di: Simone Cantini

Avete presenti quelle tediosissime slide capaci di rendere ancora più soporifere le insopportabili riunioni lavorative, quegli ammassi digitali di grafici a colonna, smorti diagrammi a torta e incomprensibili stime? Evidentemente negli uffici di Digital Dreams devono essere state una molesta presenza nel corso degli ultimi anni, al punto da spingere i ragazzi olandesi ad esorcizzare un simile feticcio rendendolo il nucleo focale del loro Metrico, bizzarro ed originale crossover tra un puzzle game ed un platform. Da pochissimo disponibile tramite il PSN (tra l’altro gratuitamente per chi è membro del PlayStation Plus), scopriamo assieme come questa nuova esclusiva indipendente sia stata realmente pensata con in mente PS Vita.

X 308; Y -2014

Mi immagino le vostre espressioni nel leggere il titolo di questo paragrafo. Con tutta probabilità sono identiche a quella che mi è comparsa in volto non appena terminata l’installazione di Metrico: nessuna interfaccia complessa (anzi, manca proprio del tutto!) accompagna il vagabondare del nostro avatar, del quale potremo unicamente determinare il sesso e che dovremo accompagnare lungo sei differenti mondi ricolmi di dati e statistiche, la cui comprensione sarà indispensabile per venire a capo di ognuno dei molteplici livelli di gioco. Superato lo spaesamento iniziale e comprese le capacità del nostro ignoto passeggiatore, ci renderemo conto che ogni nostra azione, passo od input tattile andrà ad influenzare la conformazione delle strutture interattive, indispensabili per raggiungere l’uscita. C’è un fossato che ci sbarra la strada? Molto probabilmente una serie di salti in uno spot preciso ci permetterà di estendere un ponte. Come fare per far calare la percentuale riportata su quella colonna e, di conseguenza, diminuirne l’altezza? Forse basterà ruotare la nostra console, oppure inquadrare un determinato colore tramite la fotocamera di PS Vita. Mi rendo conto che messo così il gameplay di Metrico possa apparire alquanto fumoso ma, una volta entrati dentro il meccanismo che regola questo stilizzato universo, lo spaesamento iniziale lascerà rapidamente il passo alla sorpresa, scaturita dall’intelligenza con cui sono stati progettati i differenti stage e dall’indubbia originalità di fondo della produzione Digital Dreams.

Salta, gira, tocca, inquadra

Un’esclusiva, almeno per me, per reputarsi tale deve essere progettata avendo in mente in maniera chiara le possibilità garantite dalla macchina su cui sarà chiamata a girare. E Metrico riesce a rispettare in pieno questo mio personalissimo ed imprescindibile assioma. La maggior parte delle produzioni create unicamente per l’handheldSony, ad esclusione di Tearaway e di Frobisher Says!, sembrano essere irrispettosamente cieche al cospetto delle feature hardware presenti nella console. Per questo ho apprezzato tantissimo il fatto che Metrico sfrutti nel corso delle sue (ahinoi) 5 ore scarse di durata tutte le possibilità di input permesse da PS Vita: sia che si parli di giroscopi, front e rear pad, ma anche della bistrattata fotocamera, ognuno di questi strumenti avrà un ruolo preponderante nella risoluzione di alcuni degli enigmi, segno evidente di come il team abbia realmente progettato Metrico senza sottovalutare minimamente ogni aspetto della macchina. E questo, dopo anni di sterili compitini, può solo far piacere, anche se fa nascere una domanda scomoda: possibile che ci sia voluto un piccolo studio indipendente per utilizzare degnamente tutto ciò? Ma questa è un’altra storia…
La non eccessiva grandezza del team si rispecchia, come accade nella maggior parte delle produzioni indie, anche sul versante estetico che, nonostante una aspetto fortemente minimal, non manca comunque di una sua propria personalità e di uno stile ben congeniato e fortemente in linea con gli aspetti ludici della produzione. Ottimo il comparto sonoro che, seppur volutamente lontano dalle pompose partiture orchestrali dei progetti ad alto budget, grazie alla collaborazione con i Palmbomen propone un gustoso mix di brani elettronici. Che giustamente, ad inizio gioco, ci viene consigliato di ascoltare tramite un buon paio di cuffie. Questi ultimi due aspetti, tanto per mettere in piedi un paragone tangibile, mi hanno fatto tornare alla mente il (per il sottoscritto) capolavoro di Queasy GamesSound Shapes. Se c’è un elemento sul quale potrei avere da ridire è la durata complessiva dell’avventura di Metrico, che può essere tranquillamente portata a termine in poco meno delle già citate 5 ore e che, se si esclude alcuni bizzarri collezionabili presenti nei vari livelli, non offre alcun motivo per essere affrontata nuovamente. A meno che quel curioso evento (che non vi dirò) che si verifica alla fine di ognuno dei 6 mondi di gioco non nasconda un qualche recondito significato che verrà svelato tramite un immancabile add-on.

Scommessa vinta, da parte di Sony, quella di puntare sull’ennesimo titolo indie? Seppur non completamente posso dire senza dubbio di sì. Metrico è sicuramente un prodotto originale, per certi aspetti davvero diverso e che ha il grande pregio di essere un titolo giocabile unicamente sulla console che lo ospita in esclusiva. Certo non è lunghissimo e alcuni elementi hanno restituito un certo senso di incompiutezza, ma sono fattori che non sminuiscono più di tanto la bontà della produzione Digital Dreams. E visto che siamo in tema di statistiche e ammennicoli vari, perché non leggere giusto un paio di righe più in basso l’immancabile voto. Numerico anche esso, ovviamente.