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Recensione Let Them Come

di: Simone Cantini
  1. L’aspetto non è tutto, non si giudica un libro dalla copertina, l’apparenza inganna, mogli e buoi dei paesi tuoi. Ehm, no, questo forse non c’entra proprio con Let Them Come. Gli altri modi di dire, invece, sono davvero calzanti se parliamo della produzione Tuatara Games, un titolo in grado di lasciarmi inizialmente basito, prevalentemente a causa di un impatto grafico non certo all’ultima moda, a cui si accompagna un gameplay apparentemente banale e privo di mordente. E invece, quando meno te lo aspetti, ecco che tutti i tuoi preconcetti esteriori finiscono felicemente per sgretolarsi al cospetto di una produzione ben più stratificata di quanto si possa inizialmente pensare.

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Nello spazio nessuno può sentirti sparare

Povero Rock Gunar, ultimo superstite di una nave spaziale oramai caduta preda della più classica delle invasioni aliene di scottiana memoria. Barricato in una sezione di quello che, fino a poche ore prima, era il suo banale posto di lavoro, il nostro improvvisato eroe potrà solo fare affidamento su di una provvidenziale mitragliatrice, recuperata non si sa bene come e divenuta in men che non si dica la sua ultima linea di difesa. Rinchiuso in un angusto corridoio, Rock dovrà falciare orde di letali creature, nel tentativo di liberare la sezione e farsi strada fino all’insperata via di fuga. Il gameplay di Let Them Come è alquanto semplice da descrivere, ma anche così dannatamente arcade che non saranno rare le volte in cui vi ritroverete a mormorare “ancora una e poi a letto”: in pratica non potremo fare altro che direzionare lungo l’asse verticale il fuoco della nostra mitragliatrice, con l’obiettivo di fare a pezzi le numerose ondate di creature che caratterizzano ciascun livello. In alternativa, quando la minaccia si farà più vicina, potremo contare su di un attacco corpo a corpo non certo irresistibile, ma comunque in grado di salvarci la pelle in più di una occasione. Riempito un apposito indicatore, inoltre, verremo ricompensati con dei bonus casuali, che potranno aumentare il nostro punteggio, il denaro raccolto, oppure fornirci delle letali armi di supporto a tempo. Si tratta di uno schema ludico alquanto elementare, ma che nasconde una profondità davvero inaspettata, in cui la morte giocherà un ruolo fondamentale. Sì, perché a dispetto delle sue premesse, il game over rappresenterà uno dei punti cardine del gameplay di Let Them Come, che in maniera analoga ai roguelike servirà soltanto per ripartire più skillati ed arrabbiati che mai. Inizialmente, difatti, Rock potrà contare unicamente su di una potenza di fuoco tutt’altro che irresistibile, capace di garantirgli soltanto una manciata scarsa di minuti di sopravvivenza. Soccombere sotto i colpi delle creature aliene, però, sarà utile anche per investire il denaro sanguinosamente accumulato, che potremo spendere tra una dipartita e l’altra per acquistare power up, munizioni speciali e nuove armi per il combattimento ravvicinato. Una volta potenziati a dovere non dovremo fare altro che riprendere la nostra sessione dal punto in cui l’avevamo interrotta, con la speranza di giungere al boss dello stage e poter così proseguire la nostra fuga verso la salvezza.

La musica nel sangue

L’incipit di questa recensione dovrebbe già aver messo in evidenza l’aspetto grafico non certo rivoluzionario di Let Them Come, produzione indipendente che ancora una volta sceglie la strada della pixel art volutamente old school. Invero si tratta di un riuscito omaggio alla mai troppo lodata epoca dei 16 bit, ma bisogna comunque riconoscere come, a dispetto di uno stile comunque ben definito e tutto sommato calzante, il primo impatto possa lasciare decisamente basiti. Soprattutto se si sceglie di utilizzare la produzione Tuatara Games come intervallo tra un blockbuster e l’altro. Notevole, invece, il comparto audio, la cui tracklist acida al punto giusto potrà essere rimpinguata man mano che avanzeremo nel gioco, così da poter mettere assieme un interessante set di brani in grado di amplificare la soddisfazione garantita dal falcidiare i nostri abominevoli nemici.

Let Them Come è il calzante esempio di titolo ipnotico, tanto semplice da metabolizzare quanto ostico da domare ed abbandonare, tipico esponente di come un concept apparentemente banale possa essere trasformato in un’idea così dannatamente divertente. La produzione Tuatara Games, come già detto, è il classico “giochino” in grado di trasformare i classici 5 minuti e via in sessioni enormemente dilatate, in cui la volontà di ucciderne ancora soltanto uno diventerà la vostra più fedele compagna di viaggio.