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Recensione Last Day of June

di: Gianmarco Forcella

Last Day of June, prodotto da Ovosonico, team italiano dietro Murasaky Baby, è finalmente approdato sullo store digitale di PS4 e il nostro Gianmarco “St Jimmy” Forcella è pronto a raccontarci di quest’avventura!

E se…

… si potessero modificare degli eventi per cambiare il corso del tempo? In un certo senso, si potrebbe dire che questo è il tema centrale di Last Day of June: ma andiamo con ordine.

Il gioco ha come sfondo la storia d’amore tra Carl e June, vicende che verranno però bruscamente interrotte per un tragico evento che porterà alla morte di lei ed alla paralisi della parte inferiore del corpo per lui.

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Improvvisamente, un giorno, avvicinandosi ad uno dei dipinti che la moglie aveva fatto prima di morire, Carl riesce a tornare indietro nel tempo e a rivivere quel fatidico momento.

Già da quanto si può intuire, l’ultima fatica di Ovosonico rientra in quelle avventure totalmente interattive in cui “tecnicamente” si sarebbe solo spettatori. La scelta del virgolettato è voluta: lo studio italiano, in una mossa a nostro parere interessante, decide invece di mettere al centro il giocatore, spingerlo a risolvere degli enigmi o dei puzzle in modo da poter aiutare Carl a riabbracciare la sua June.

L’atmosfera giusta

La peculiarità di Last Day of June risiede, però, anche nella potenza dei sentimenti che la narrazione e l’ambiente di gioco riescono a trasmettere. A cominciare dalla casa del protagonista: un tempo piena di oggetti, simbolo di speranza, e poi completamente vuota, ad indicare il fatto che Carl abbia lentamente perso la voglia di vivere o ogni ragione per farlo.

Molto toccante è anche la colonna sonora del gioco, realizzata assieme a Steven Wilson dei Porcupine Tree, che regala al gioco il tocco di malinconia e nostalgia giusto per coinvolgere i giocatori.

In termini di grafica, invece, Last Day of June adotta uno stile che è una via di mezzo tra il cartone animato e dei disegni che, a nostro parere, regala quel tocco di innocenza e purezza in più all’opera di Massimo Guarini e compagni.

Il potere di cambiare il destino

Di base, però, cosa si deve fare?

Abbiamo precedentemente detto, difatti, che il giocatore è chiamato a risolvere degli enigmi per permettere a Carl di salvare la sua amata. Questo avviene vivendo la vita di quattro vicini di casa, rispettivamente “Il Ragazzo”, “La migliore amica”, “Il Cacciatore” e “Il vecchietto”: ognuno di questi personaggi è strettamente collegato alla coppia e la modifica della loro giornata si ripercuoterà sulla sorte di June.

Ciò, però, non accadrà sempre al primo tentativo: molto spesso sarà necessario compiere delle azioni nella giornata di un personaggio e poi rivivere i ricordi di un altro ancora per poter andare avanti nella trama. In questo caso, lo studio italiano ha diligentemente evitato di creare una ridondanza nella storia ed ha quindi impedito di rivivere momenti già vissuti, come può essere l’aprire una porta.

Esperimento riuscito?

Last Day of June è un titolo che ha catturato, fin dal suo annuncio, la nostra attenzione per la sua semplicità. Giocandolo, ci siamo resi conto di avere tra le mani un piccolo gioiello dell’industria videoludica di uno studio che ha deciso di osare, unendo al filone poetico del videogioco un concentrato unico di emozioni scaturite sia dal design del gioco sia dalla musica.

E non è l’unico pregio di cui l’ultima fatica di Ovosonico si avvale. Ciò in cui eccelle questo titolo, è il trasmettere emozioni nella progressione della storia e lasciare al giocatore qualcosa, ovvero il chiedersi cosa si farebbe per salvare qualcuno che si ama dal profondo del proprio cuore. E, in questo, Last Day of June prende per mano il giocatore fin dall’inizio e lo porta con lui in questa avventura, facendogli provare le stesse emozioni che Carl sperimenta nel corso dell’avventura.

Insomma, dopo aver debuttato con Murasaki Baby, Ovosonico ritorna sul mercato videoludico con quello che è senz’ombra di dubbio un titolo molto ambizioso che riesce a conquistare fin dal primo istante.