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Recensione Insorgi con Assassin’s Creed 3

Il sangue non mente. Scritto nel DNA c’è la vita dei nostri antenati. Il nostro codice genetico ci racconta le gesta di chi ci ha preceduto, degli uomini che col sangue e attraverso il sangue hanno cambiato silenziosamente la storia. Il loro era un grande ordine, oggi giorno invece solo uno sparuto manipolo di uomini pronti, ancora una volta, a dare la vita per il credo. Assassini: questo era il loro nome. Col tempo il loro messaggio è diventato sempre più flebile eppure è ancora qui, resiste nonostante il passare degli anni. Qui, nel nostro sangue, nei nostri ricordi, torniamo a rivivere ciò che è stato. L’animus è pronto. La lama fremita. Il cuore batte. Il tempo è giunto…

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Il sangue non mente. Scritto nel DNA c’è la vita dei nostri antenati. Il nostro codice genetico ci racconta le gesta di chi ci ha preceduto, degli uomini che col sangue e attraverso il sangue hanno cambiato silenziosamente la storia. Il loro era un grande ordine, oggi giorno invece solo uno sparuto manipolo di uomini pronti, ancora una volta, a dare la vita per il credo. Assassini: questo era il loro nome. Col tempo il loro messaggio è diventato sempre più flebile eppure è ancora qui, resiste nonostante il passare degli anni. Qui, nel nostro sangue, nei nostri ricordi, torniamo a rivivere ciò che è stato. L’animus è pronto. La lama fremita. Il cuore batte. Il tempo è giunto…

Calma signori, il viaggio è lungo. Seduti comodamente nel nostro Animus abbiamo vissuto storie lunghissime, attraverso i ricordi impressi nel nostro codice genetico siamo stati in varie parti del globo, seguendo la scia di sangue che Templari e Assassini si portano dietro. Abbiamo riscritto la storia signori e ora siamo qui per scoprire se riusciremo mai a vedere l’epilogo di questo millenario racconto.
I ragazzi di Ubisoft, anno dopo anno, secolo dopo secolo, hanno messo a punto un canovaccio narrativo unico. Da Altair a Ezio, senza dimenticare il più “attuale” Desmond. La trama del gioco si snoda tra passato e presente, tessendo di volta in volta una rete di eventi sempre più complessi e affascinanti. Da un lato la sanguinaria lotta tra le due fazioni, da un altro un antico e misterioso popolo, ormai praticamente estinto, che ha disseminato per il pianeta potenti manufatti al solo scopo di salvaguardare il mondo. Ed è proprio da qui che riparte il nostro viaggio. La missione di Desmond si svolge all’interno di una misteriosa grotta, nella quale sembrano celarsi tutte le risposte ai nostri interrogativi ma soprattutto qui vi sono riposte le speranze dell’umanità. Ebbene sì, proprio come predetto dai Maya il mondo, così come lo conosciamo, potrebbe svanire in tempi brevi. Desmond è chiamato ancora una volta a tornare indietro nel suo passato per trovare – letteralmente parlando – una chiave e scoprire come salvare il mondo. Se questo vi sembra complesso, non dimenticate l’intera avventura di Connor, vero protagonista di questo nuovo capitolo. In realtà, il gioco inizia in maniera molto diversa da quanto ci si aspettava, sappiate solo che le sorprese non mancheranno. Per cui vi diciamo solo che nei panni di Connor vivremo quasi per intero la Guerra d’Indipendenza americana, andando – in maniera del tutto fantasiosa – a svelare alcuni retroscena su questi importanti eventi storici. Il ritmo degli eventi è serrato, passando da un personaggio all’altro rimarremo sempre più affascinati da questa storia senza tempo. Ogni snodo narrativo regala nuove risposte e al tempo stesso crea nuove domande; con un pathos e un’immedesimazione senza pari Assassin’s Creed 3 ci incolla allo schermo come mai nessun capitolo della saga è riuscito a fare fino a questo momento.

Killing in USA

Facciamo una premessa: Assassin’s Creed 3 è a tutti gli effetti un capitolo della saga Assassin’s Creed. Prima di trarre conclusioni affrettate vogliamo dire che questa non è la più grossa ovvietà della storia ma è un modo come un altro per dire a chi si aspettava qualcosa di completamente diverso, faccia meglio a volgere il suo sguardo altrove. Assassin’s Creed è essenzialmente fedele a se stesso, non cerca di mostrarsi come qualcosa che non è, né sarà mai. Con questo non vogliamo dire che le novità non sono bene accette, ma troviamo più coerente cercare di migliorare usando le basi a disposizione piuttosto che stravolgere completamente il concept di gioco, almeno fin quando la serie non si avvia ad un completo reboot. Terminata questa filippica veniamo a noi e iniziamo proprio da quello che è il punto dolente della saga: i combattimenti. Da sempre gli scontri di Assassin’s Creed hanno diviso il pubblico tra detrattori e fedelissimi; vuoi per l’eccessiva facilità vuoi per la semplicità con cui è possibile uccidere, i combattimenti sono stati tanto odiati quanto amati. Volendo essere obiettivi il problema principale, oltre che la ripetitività, è sempre stato la totale mancanza di sfida. Sappiamo bene che i protagonisti sono Assassini addestrati, nessuno lo mette in dubbio, però vedere più di venti nemici stare lì fermi a farsi massacrare come nulla fosse ci pare un po’ eccessivo. Gli sviluppatori hanno pensato quindi di alzare leggermente il tasso di sfida. I nemici, seppur non ancora organizzati tatticamente, infliggeranno più danni e, a seconda del grado, saranno anche capaci di contrattaccare e/o di schivare gli attacchi di Connor. Di base la formula è sempre la stessa: un tasto per colpire, uno per il contrattacco e un altro per disarmare il nemico. Con il giusto tempismo e con la giusta “mossa” ogni avversario è una preda facile, solo stavolta ci sarà bisogno di una maggiore attenzione, considerando che l’energia vitale di Connor non è grandissima come quella dei suoi predecessori. In poche parole siamo sicuri che chi ha apprezzato i combattimenti continuerà a farlo, chi invece è sempre rimasto deluso, troverà sì un livello di difficoltà leggermente più alto, ma allo stesso modo non cambierà la sua opinione in merito.
Tra le introduzioni in tal senso ci sono le armi da fuoco e un hud di gioco più snello. L’interfaccia è stata rivisitata in favore di una maggiore immediatezza e semplicità. Le armi da fuoco invece, seppur ben inserite nel contesto, non sempre sono comode da usare, vuoi per la lentezza vuoi perché è molto più facile eliminare gli avversari usando il sistema classico, questi nuovi strumenti di morte si rivelano semplicemente una simpatica aggiunta.
A stupire ancora una volta è la grande varietà di missioni, principali e non, cui prenderemo parte. Nonostante gli anni e le dovute ripetizioni, Assassin’s Creed 3 non stanca ma anzi riesce ad tenerci incollati come non mai. Le quest principali brillano per completezza e difficoltà: tanti obiettivi diversi e un ottimo level design fanno la felicità di ogni giocatore. Raggiungere il 100% di sincronizzazione non è mai stato così impegnativo; in più di un’occasione saremo costretti a ripetere la missione per ottenere il risultato migliore. C’è da dire che spesso, se non fosse per questo aspetto, completeremo le sezioni in completa disinvoltura. Le missioni migliori, come è lecito aspettarsi, sono quelle in cui, dovendo eliminare un bersaglio, abbiamo anche l’obbligo di non venire scoperti. Le sequenze stealth, nonostante non siano ai livelli di altri titoli, offrono un’esperienza di gioco davvero notevole. Attraverso un semplice sistema di copertura, è possibile rimanere all’angolo di qualsiasi sporgenza, attirare l’attenzione di un nemico e colpirlo quando meno se l’aspetta. L’intelligenza artificiale, ancora una volta, non brilla più di tanto, per fortuna le guardie saranno più sensibili alle nostre azioni e un minimo errore farà scattare i dovuti allarmi.
Stesso discorso anche per le scalate, ormai un marchio di fabbrica. Semplici come sempre, le arrampicate della saga sono rimaste pressoché invariate. A cambiare “se vogliamo” è solo la location, non più edifici sfarzosi ma montagne e alberi. Immersi nella natura, saltare da un appiglio all’altro è sempre un ludico piacere.
Nel complesso l’intero concept di gioco non offre particolari innovazioni. Partendo dalle solide basi gli sviluppatori si sono limitati a rifinire qualche dettaglio qua e là, mettendo nelle mani dei fan un capitolo degno del retaggio che porta e, soprattutto, riuscendo nella difficile impresa di non far venire a noia una formula, riproposta con cadenza annuale, che potrebbe anche stancare unicamente per non essere cambiata poi così tanto nel corso del tempo.

Mille modi per ammazzare il tempo

E poi? Una tonnellata di missioni aggiuntive. Bisogna fare i complimenti a UbisoftAssassin’s Creed 3 è davvero ricco. Per quasi tutta la durata dell’avventura, vi sentirete quasi obbligati a portare a termine delle side-quest. Ogni frangente di gioco diventa l’occasione adatta per spostarsi più in là nella mappa, per scoprire qualche nuovo territorio di caccia; in men che non si dica entrerete nel tunnel del “ancora uno e poi smetto”. Le idee vincenti sono due: varietà e semplicità. L’esempio lampante di questa filosofia sono le piume e gli altri oggetti disseminati per le aree di gioco. Se in passato la mole di “lavoro” da fare rendeva la cosa difficile e noiosa, stavolta la modesta quantità di oggetti e il diverso impegno per raccoglierli non stancherà il giocatore. Accanto alle onnipresenti piume, ci saranno dei manufatti da scambiare con un vecchio pirata e degli scrigni da scassinare: attraverso un semplice minigioco – non propriamente riuscito – è possibile violare qualsiasi serratura. Gli altri gingilli invece sono direttamente collegati a quella che è forse la più grande novità: le fasi a bordo della nave. Se nei passati mesi avete deciso di non informarvi sul gioco, sappiate che in Assassin’s Creed 3 prenderemo parte a parecchie battaglie navali, sia come missioni principali che secondarie. Guidare il nostro vascello (potenziabile in tutte le sue parti) è davvero esaltante. Ci aspettavamo uno stile di gioco approssimativo e mal riuscito, invece le nostre scorribande marine sono piuttosto piacevoli. La nave potrà viaggiare a due diverse velocità e sarà direttamente influenzata dalle condizioni metereologiche e pur non essendo simulative, queste fasi risultano essere coerenti e piacevoli. Talvolta è richiesta una guida millimetrica in anfratti rocciosi, altre volte ci daremo alla pazza gioia in grosse battagli navali. Da assassino a pirata il passaggio è tanto breve quanto piacevole.
Il grosso delle altre side-quest è offerto dalla tenuta; stavolta non solo soldi da spendere ma intere missioni da compiere. Nel corso dell’avventura arricchiremo il personale della nostra casa, e ognuno di essi ci fornirà delle missioni; completandole aumenteremo il valore della nostra dimora e, come se non bastasse, potremo produrre e vendere gli oggetti più disparati. Quello che stupisce sono le piccole sotto-trame che andremo a vivere e che ci faranno immergere ancora di più nel contesto di gioco.
Se ciò non bastasse ritornano gli adepti, i forti templari, le consegne, i contratti di assassino, la caccia, gli esploratori, armi e vestiti e chi più ne ha più ne metta. Senza dimenticare alcuni minigiochi in stile dama, le possibilità offerte, e relativa longevità, sono così elevate che è quasi impossibile enunciarle tutte.
Completa il pacchetto l’online. A differenza di altri titoli Assassin’s Creed 3 cerca di inserire il multiplayer in un contesto narrativo ben definito, gli animus che fanno da sfondo alla vicenda sono letteralmente offerti da Abstergo al grande pubblico. L’idea degli sviluppatori, inoltre, è quella di far continuare la trama del multi con il passare dei mesi, rilasciando di volta in volta materiale nuovo.
Di base però le uccisioni in rete sono sempre le stesse. Le migliorie fatte sono state quasi esclusivamente per le modalità, tra queste spicca Branco, in cui in una sorta di Orda, la squadra è chiamata ad eliminare quanti più nemici per ottenere punteggi sempre più alti. Interessanti anche Predominio e Assalto al manufatto; nella prima bisogna difendere il proprio territorio dagli assalti nemici, la seconda invece è una sorta di cattura della bandiera in salsa Assassin’s Creed. Tra le aggiunte c’è la variabilità delle condizioni atmosferiche (viste anche nel single player) e un miglior sistema di crescita. Ci riserviamo comunque di spendere parole più approfondite quando il gioco sarà uscito, vista l’ovvia moria di giocatori online prima che il titolo sia definitivamente rilasciato.
Di fatto Assassin’s Creed 3 è il più ricco e vario della saga, difficilmente tra offline e online vi annoierete, vista la grande varietà e l’immensa quantità di missioni da portare a termine.

Nuove frontiere

Visivamente parlando le differenze sono pochissime. Il motore grafico, il nuovo e pubblicizzato Anvil Next, è stato leggermente rivisitato eppure cos’è che rendono questo terzo capitolo così diverso?
Ancora una volta l’arte attecchisce sulla nostra immaginazione più di quanto una mole di poligoni non possa fare. L’impatto iniziale, a onore del vero, lascia un po’ sbigottiti. Quando passano, seppur virtualmente parlando, circa trecento anni e ci troviamo in un continente completamente diverso è impossibile non soffrire di un po’ di “spacetime lag”. Siamo ancora un po’ insofferenti per le nuove ambientazioni quando veniamo chiamati in causa per compiere i primi assassini. Ci guardiamo intorno ed è tutto diverso: niente più palazzi sfarzosi, niente più simbolismi religiosi ma solo legno e mattone, davanti a noi solo il continente americano. Le ore passano, i morti aumentano. Ci adattiamo, riusciamo a dimenticare il passato e guardare alla realtà attuale con occhio critico. Boston e New York sono sì diverse, ma ugualmente stupende. Però il nostro cuore da giocatore batte ancora di più nei terrori di confine, in una natura incontaminata del tutto inedita per la serie. Quasi ci sembra di ritrovarci nelle immense praterie tipiche di alcuni giochi di ruolo. E’ lì che Assassin’s Creed 3 mostra tutte le sue novità artistiche, è lì che ci conquista. Il cambio di data e di atmosfere poteva rappresentare uno dei motivi cardine dell’eventuale fallimento del titolo, invece, ancora una volta, la serie sotto questo punto di vista regala emozioni a go go, affascinandoci grazie a scorci paesaggistici vivi e ricchi di dettagli. Pianure, vallate, montagne, ruscelli e piccoli laghi costruiscono un terreno fertile per le avventure di Connor. Non di meno le città, ancora più vive grazie alla maggiore diversificazione dei passanti (ci saranno anche dei bambini) e alla vasta presenza di bestiame e fattorie.
Sul versante prettamente tecnico, come già detto, il titolo non presenta particolari novità. L’aspetto grafico è sicuramente piacevole da vedersi, considerando anche la mole di poligoni cui l’engine è chiamato a caricare. Pensate poi alle diverse condizioni climatiche, ad uno studio della fisica leggermente più raffinato e qualche novità rispetto al passato appare più evidente. Da segnalare qualche imperfezione – più vistosa che in passato – della compenetrazione di oggetti e o personaggi; in particolare le vesti del giovane Connor sembrano avere la capacità di attraversa qualunque superficie come nulla fosse. Nella versione da noi analizzata, forse ancora non completamente ottimizzata, erano presenti anche altri piccoli difetti grafici (pop-up, freeze e glitch), tuttavia dovrebbero essere già risolti con una patch che verrà rilasciata insieme al gioco. Bellissime come sempre le animazioni, fluide e credibili nonostante le acrobazie disumane compiute dai nostri protagonisti. Da citare in positivo anche una mimica facciale (compresa sincronizzazione labiale) più completa, capace di mettere in scena un’espressività meglio definita e particolareggiata.
Sull’audio non c’è molto da dire: fa il suo dovere e lo fa incredibilmente bene. Musiche epiche come sempre ci accompagneranno per tutta la durata dell’avventura. Se a questo aggiungiamo il buonissimo – seppur non privo di difetti – doppiaggio in lingua italiana capirete che il comparto sonoro di Assassin’s Creed 3 merita a pieno titolo i nostri più vivi complimenti.

Uniamoci al credo

Siamo sinceri: dopo tanti anni ci aspettavamo un capitolo deludente. La saga è ormai entrata a far parte dell’immaginario collettivo della stragrande maggioranza dei giocatori. Quando in futuro investiremo il nostro tempo – e i nostri soldi – in nuove IP ricorderemo davvero con piacere ciò che Assassin’s Creed ha saputo regalarci. Questo terzo capitolo non è certamente esente da difetti, ma riesce laddove Revelations aveva fallito: non stancare il giocatore. Il merito più grande da attribuire ad Ubisoft è infatti la capacità di saperci tenere incollati allo schermo, di farci perdonare il battle system non proprio entusiasmante e più in generale quella mancanza di grosse innovazioni in parte tanto attese. Assassin’s Creed 3 porta con sé un retaggio importante, lo esalta e lo mostra al grande pubblico in tutta la sua spettacolare essenza.
Tralasciando tutte le aggettivazioni ormai inutili, concludiamo, nella maniera forse più banale che esista ma probabilmente anche la più giusta: questo titolo merita di essere giocato, merita di essere vissuto. Il resto, come si suol dire, è storia.