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Recensione Far Cry 3: l’isola su cui tutti vorremmo giocare

Un'offerta ludica a tutto tondo con Far Cry 3

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Oggigiorno, soprattutto nel campo degli FPS, riuscire a distinguersi è particolarmente difficile, vuoi per i tanti titoli in uscita, vuoi perché ormai le idee iniziano a scarseggiare. Far Cry e in particolar modo Far Cry 3, entro certi limiti, ha sempre offerto una versione “alternativa” di questo genere, puntando più sull’esplorazione e sugli scenari aperti, piuttosto che in combattimenti frenetici in angusti corridoi. Ubisoft, con questa terza incarnazione, promette di innalzare all’ennesima potenza gli aspetti che ne hanno decretato il successo in passato. Scopriamo insieme se è il caso di affrontare l’isola di  Far Cry 3 con la nostra recensione. Rook Island ci attende…

La storia di come una vacanza ti cambia la vita

Una vacanza da sogno, così avevano programmato. Il sapore della libertà, il magnifico spettacolo che solo la natura quasi incontaminata può offrire e poi quella voglia di avventura che solo uno spirito vivo è capace di affrontare. Praticamente un sogno ad occhi aperti. Questo è l’inizio del viaggio di Jason e dei suoi amici, viaggio che poi si è tramutato in un incubo. Rook Island, posto apparentemente innocuo ma che in realtà nasconde più insidie di quanto si possa immaginare. Una volta approdati sull’isola il gruppo di amici viene fatto prigioniero da Vaas, spietato capo di un cartello della droga. Ben presto una spensierata vacanza diventa una terrificante lotta alla sopravvivenza, Jason scoprirà sulla propria pelle cosa significa lottare, scoprirà che la vita tranquilla fatta finora non è niente in confronto a quanto avverrà sull’isola. Morte, vendetta, tragedia, paura; i momenti passati sull’isola stravolgeranno letteralmente la sua esistenza. Con una mano di ghiaccio Rook Island gli porterà via tutto quello cui tiene di più. E questo è solo l’inizio. Alla scoperta di un animo guerriero, il nostro protagonista risveglierà la sua forza attraverso antichi tatuaggi tramandati dalla tribù locale, con l’unico scopo di vendicarsi e portare in salvo gli amici dispersi.
Stavolta Far Cry offre un impianto narrativo di spessore, con una trama corposa e divinamente raccontata. La sapiente mano di Ubisoft è palese, un po’ ovunque avvertiamo quello stile – ormai inconfondibile – che ci ha già emozionato nella serie Assassin’s Creed. Pad alla mano si sente che dietro questo titolo c’è qualcuno che le storie le sa raccontare. Tra combattimenti folli, paesaggi mozzafiato e quel pizzico di mistero ed esoterismo che non guasta mai, Far Cry 3 è capace di accontentare tutti i palati, lasciando spazio a poche considerazioni negative. Il plot è avvincente e si alterna benissimo con un gameplay ricco e variegato. Jason è un ragazzo come tanti, impossibile non immedesimarsi e non provare un’empatica simpatia per questo personaggio, nonostante a conti fatti non sia poi dotato di un così grande carisma. Strizzando l’occhio alle produzioni televisive più disparate (impossibile non pensare a Lost), il comparto narrativo riesce nel duro – e forse sottovalutato compito – di intrattenere il giocatore fino ai titoli di coda, senza mai annoiare con momenti poco ispirati.

Ibridi videoludici

Il discorso è praticamente sempre lo stesso, e quasi ci stiamo stancando di sentirlo. La cantilena, a seconda delle varianti suona più o meno così: nel corso degli ultimi anni il genere più diffuso è stato sicuramente quello dei First Person Shooter, tanti giochi ma davvero poche idee hanno fatto sì che il mercato diventasse saturo e venissero rilasciati giochi praticamente uguali. Questo, volenti o nolenti, è uno stralcio delle dinamiche che hanno interessato il settore videoludico da qui a questa parte. Il collegamento è quindi spontaneo visto che, a conti fatti, anche Far Cry 3 si ritrova nella medesima categoria di titoli.
Accanto a prodotti più o meno riusciti, il mercato – e mai come quest’anno – ha sfornato ibridi, in cui elementi presi da altri generi si amalgamano per offrire un pacchetto ludico quanto meno più avvincente rispetto alla “serie di corridoi in cui si spara e basta”. Attingendo a piene mai dai free roaming, senza dimenticare velleità ruolistiche, sono nati prodotti come Far Cry 3 oppure il divertentissimo Borderlands 2. Detto questo definire l’ultima fatica Ubisoft, un semplice first person shooter è quantomeno riduttivo. Il contesto videoludico in cui cerca di inserirsi ha effettivamente poco da spartire con Call of Duty, ma anzi tenta di creare una dimensione propria, facendo la felicità di chi è alla ricerca di un prodotto completo sotto tutti punti di vista.
Solidità e buone idee al servizio dell’utenza, è questo il punto di forza di Far Cry 3. Come già detto nel paragrafo precedente, Jason è alla ricerca dei propri compagni. L’isola offrirà al giovane tutto ciò di cui ha bisogno e meno male aggiungeremo, visto che, entro certi limiti, il vero protagonista del gioco è proprio l’isola stessa. Oltre come semplice scenario, la nostra location tropicale sarà meta non solo delle missioni principali ma anche di tutta una serie di operazioni collaterali da portare a termine.
Il proseguimento della trama è costituito da missioni di vario genere, affrontabili sia usando un approccio più stealth e soft sia invece sfoderando il miglior arsenale a nostra disposizione. Grazie a cut-scene ottimamente realizzate, flashback e più in generale una cura artistica ottima, l’avventura risulta piacevole e appagante.
Proseguire senza ritegno, dimenticandosi di tutto ciò che l’isola ha da offrire, non solo ha la pecca di non far vivere appieno il titolo ma anche l’aggravante di perdersi tutti i potenziamenti e quindi proseguire un po’ a fatica nei frangenti più impegnativi. L’intera area di gioco è dominata, come detto, da un cartello della droga, infatti, un po’ come visto in Assassin’s Creed dovremo liberare alcuni avamposti e installare delle base operative, garantendoci l’accesso a negozi, missioni bonus e checkpoint. Stesso discorso per le torri radio, molto simili alle sincronizzazioni, offriranno invece la possibilità di sbloccare la mappa per intero. Le offerte ludiche non finiscono qui: corse su vari veicoli, oggetti curativi, armi da sbloccare, animali da cacciare, missioni simili a contratto d’assassini e tante altre prove, completeranno un gameplay piuttosto vario. Un po’ più noiose invece le raccolte dei vari collezionabili un po’ abusate e ridondanti nell’economia di gioco. Anche la componente da RPG è ben realizzata, avanzando di livello, infatti, sbloccheremo tre tipologie di tatuaggi che ci garantiranno i power-up più disparati divisi su tre diverse categorie, certo non ha lo spessore di gioco di ruolo puro, ma la scelta è piuttosto soddisfacente.
Più in generale Far Cry 3 è un first person shooter di buona fattura. La fisica delle armi non è paragonabile a Call of Duty o Battlefield, ma anzi si pone a metà tra uno shooter puro e un titolo che fa delle sparatorie un elemento di contorno. Pad alla mano le soddisfazioni sono comunque tante, vuoi per buon sistema di mira, vuoi per un sistema di difficoltà ben bilanciato, che non sfocia mai in mattanze prive di strategie e poco stimolanti.

Un’offerta a tutto tondo

Abbiamo detto che Far Cry 3 non è esattamente il prototipo di un FPS ma, non per questo, è privo di una modalità multigiocatore, un must oramai non solo per il genere ma praticamente per ogni gioco. Anche sotto questo punto di vista gli sviluppatori si sono concentrati nell’offrire un pacchetto ludico a tutto tonto, ma vediamo nello specifico.
Per prima cosa è presente una modalità Cooperativa per quattro giocatori, qui alcuni – e folli – personaggi si trovano a dover affrontare le situazioni più disparate, ovviamente, risolvendo il tutto con la forza bruta. Di certo non è profonda come la campagna principale, però dobbiamo dire che questa coop ci ha soddisfatti.
Ben più ricca è la competitiva, che tra classici deathmatch e ruba la bandiera, vanta una buona quantità di modalità. Tra queste spiccano Domination e Firestorm. La prima è una variante in salsa Far Cry 3 di conquista, ancora più allettante è Firestorm, il cui nome dice praticamente tutto. Qui pioggia e fuoco entrano letteralmente in gioco, cambiando radicalmente le dinamiche dei match. Le squadre dovranno prima incendiare le postazioni nemiche e poi, tramite postazioni radio, chiamare i rinforzi per devastare il tutto col napalm. Volendo, se un nostro territorio è sotto attacco, si possono allertare i soccorsi aerei e far spegnere così le fiamme. Firestorm combina tatticità e imprevedibilità in una sola tipologia di scontro.
Da citare anche la presenza di killstreak e un ritmo di gioco serrato che non sfocia mai in un frag fest inutile e noioso.
Se ciò non bastasse gli sviluppatori hanno anche pensato ad un ricco editor di mappe, rivisto e migliorato rispetto al precedente capitolo. Le mappe, ovviamente, sono per le partite online ad esse è associato un sistema di rating semplice ed intuitivo.

Enjoy the island

Nei periodi di stress lavorativi e non, pensiamo sempre di rifugiarci su un’isola deserta. Lì, immersi nel verde e bagnati dal mare, ci sentiamo liberi. Paesaggi del genere ti scuotono sempre: questo è quello che riesce a fare anche Far Cry 3. Ogni punto in cui si posa il nostro sguardo è costellato da elementi di una bellezza unica e particolare. Piccoli anfratti rocciosi, un mare stupendo, colline, montagne e sobborghi rurali; il tutto per creare un look inconfondibile quanto affascinante. La direzione artistica rende il prodotto enormemente caratteristico: appare evidente una ricercatezza stilistica non indifferente. Ogni elemento è inserito in un contesto preciso. Il tutto poggia su un comparto tecnico di primissimo livello, pur non raggiungendo la magnificenza vista su PC, le versioni console sono davvero ottime. Considerando anche la vastità della mappa pare quasi incredibile un tale risoluzione grafica. A spiccare è la vivacissima e dinamica palette di colori, in costante evoluzione cromatica, Far Cry 3, stupisce per paesaggi illuminati anche grazie alla scelta delle tinte; da notare in positivo, il nero un po’ pesante su tutti contorni, che dona al titolo un aspetto leggermente cartoon ma al contempo credibile. Tra i pochi difetti c’è da segnalare lo scarso lavoro effettuato sui personaggi secondari, e il riproporsi – quasi fino alla nausea – di quei pochi NPC e nemici risulta abbastanza fastidioso.
A completare l’offerta ci pensa un ottimo comparto audio. La tracklist comprende campionature dei più diversi generi musicali, tutti ben inseriti nel contesto isolano. Un applauso, invece, andrebbe fatto al cast di doppiatori: voci scelte con cura certosina, danno letteralmente vita ai personaggi, mostrando ancora di più come una buona recitazione sia indispensabile per raccontare al meglio una storia.

All inclusive

Un successo? E’chiaro che dalle argomentazioni fatte, dai voti attribuiti, Far Cry 3 merita senza nessun timore una valutazione esageratamente positiva. Il titolo messo a punto da Ubisoft è capace di soddisfare i desideri più disparati, ricordandoci un po’ quelle tariffe telefoniche comprensive di tutti i servizi. Un trama ben scritta? C’è. Un gameplay ricco, corposo e variegato? Anche. Cooperativa? Certo. Multiplayer di buona fattura? C’è anche questo. Cosa manca? Difficile dirlo, probabilmente nulla e quei pochi difetti che il titolo porta con sé, non minano l’esperienza giocata. Far Cry 3 è una magnifica sintesi di tutto quello che i videogame moderni dovrebbero essere.
Rook Island… stiamo arrivando.