Recensioni

Earthlock: Festival of Magic

di: Simone Cantini

Ricorrere a Kickstarter quando i fondi a propria disposizione non sono certo ingenti è una pratica sempre più comune, soprattutto se parliamo di team piccoli ed indipendenti come Snowcastle Games. E se oggi è possibile giocare al loro Earthlock: Festival of Magic è proprio grazie ad una lunga campagna di crowdfounding che, dopo un annuncio forse un po’ troppo prematuro, è riuscita finalmente a far sbarcare, inizialmente solo su Xbox One, questa nuova esperienza ruolistica.

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Una storia come tante

L’originalità della scrittura non è certo il punto di forza di Earthlock: Festival of Magic, dato che la trama ci vedrà ovviamente impegnati nell’ennesimo tentativo volto a scongiurare la fine del mondo. E per farlo potremo contare su di un party composto da elemento quanto mai eterogenei, le cui fonti di ispirazione spaziano da oriente ad occidente senza apparente soluzione di continuità: l’eroe di turno, la guerriera ribelle e l’immancabile animale antropomorfo sono solo un esempio di questo cast non certo memorabile, ma comunque funzionale e stilisticamente accattivante. Di tutta altra pasta, fortunatamente, il combat system chiamato a strigare i numerosi  scontri che costelleranno le circa venti ore necessarie a giungere ai titoli di coda. Sfruttando un mai troppo inflazionato sistema a turni, le azioni dei nostri personaggi potranno essere regolate da differenti stance, che potremo variare in qualsiasi momento di modo da adattare i nostri pattern di attacco alle molteplici caratteristiche degli avversari. Importante sarà anche la gestione della sinergia tra i vari membri del party che, se opportunamente curata facendo combattere vicino i personaggi, permetterà di accedere a particolari mosse dalla potenza decisamente ragguardevole. L’aspetto tattico in Earthlock: Festival of Magic pare, quindi, decisamente curato e sarà necessario padroneggiarlo in maniera convincente se si è seriamente intenzionati a giungere all’epilogo. Gli scontri, difatti, si sono rivelati quanto mai ostici, prevalentemente a causa di una maldestra gestione del bilanciamento generale, fattore che costringe ad un grinding sin troppo selvaggio se si vuole procedere agevolmente. Importante, però, oltre alla mera forza bruta, sarà sviscerare resistenze e debolezze degli avversari, di modo da poter utilizzare di volta in volta le migliori contromosse offensive. Interessante è anche il sistema di progressione dei nostri personaggi, la cui crescita sarà regolata da una sorta di scacchiera all’interno della quale sarà possibile investire i punti guadagnati grazie agli scontri.

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Lo stile non basta

Cosa manca allora ad Earthlock: Festival of Magic per renderlo un RPG davvero imperdibile? La risposta risiede tutta nel suo incedere quanto mai blando e privo di mordente, carenze che derivano principalmente dalla sua scarsa ispirazione generale. Se è vero che gli scontri sono, pur al netto della loro difficoltà sbilanciata, divertenti ed appaganti, la mancanza di un forte collante in grado di spingere il giocatore ad avanzare nella narrazione finisce con il rendere i combattimenti una mera appendice, incapace di sostenere in maniera autonoma l’intera produzione Snowcastle Games. Lo stesso versante tecnico pare soffrire degli stessi difetti e, nonostante una direzione artistica comunque gradevole, è risultato privo di quel guizzo in grado di fargli compiere un salto di qualità palpabile. Come se non bastasse, al netto di una realizzazione tecnica non certo complessa, ci pensano anche inspiegabili rallentamenti a rovinare un quadro generale senza infamia e senza lode.

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Come oramai accade sin troppo spesso, una gestazione troppo complessa e travagliata non è riuscita a rendere pienamente giustizia alle idee del team di sviluppo. Pur presentando un combat system intrigante, Earthlock: Festival of Magic non è riuscito nell’impresa di creare un mondo sufficientemente complesso ed interessante da giustificare un valutazione sfavillante. La struttura ruolistica valida, difatti, devo scontrarsi con una narrativa non certo esaltante, elemento che potrebbe far disamorare troppo presto gli acquirenti della produzione Snowcastle Games.