Recensioni

Recensione EA Sports UFC

Spesso, quando si discute con gli appassionati sull'opportunità di acquistare una PS4 o Xbox One, una delle argomentazioni di dubbio più valida è la rispettiva scarsa varietà dell'offerta ludica, soprattutto in relazione ad alcuni generi. Uno di questi è senza dubbio il fighting game che sulle gloriose PS3 e Xbox 360 può vantare degli eccellenti esponenti: nel tentativo di colmare questa lacuna, arriva EA Sports UFC, presentato per la prima volta a Los Angeles durante l'E3 2013. Finalmente anche la così detta "next gen" inizia a menar le mani: siete pronti?

di: Giovanni Manca

Spesso, quando si discute con gli appassionati sull’opportunità di acquistare una PS4 o Xbox One, una delle argomentazioni di dubbio più valida è la rispettiva scarsa varietà dell’offerta ludica, soprattutto in relazione ad alcuni generi. Uno di questi è senza dubbio il fighting game che sulle gloriose PS3 e Xbox 360 può vantare degli eccellenti esponenti: nel tentativo di colmare questa lacuna, arriva EA Sports UFC, presentato per la prima volta a Los Angeles durante l’E3 2013. Finalmente anche la così detta “next gen” inizia a menar le mani: siete pronti?

UFC?

Per comprendere bene quello che abbiamo tra le mani, una breve sintesi di quello che è successo negli ultimi anni, sia dal punto di vista della UFC che del percorso videoludico dedicatogli, è la cosa migliore. La Ultimate Fighting Championship è un’organizzazione di combattimenti MMA (arti marziali miste) che nasce nel 1993 negli USA, ispirandosi a ciò che in Brasile si faceva da diverso tempo soprattutto con gli show della famiglia Gracie, vera e propria leggenda di questo sport: organizzare dei combattimenti tra esperti di diverse arti marziali per stabilire quale fosse più efficace. Seppur caratterizzata da una storia parecchio controversa, la UFC acquisisce sempre più consenso e successo fino ad arrivare ad essere il punto di riferimento per l’universo MMA e ad acquistare altre organizzazioni prima “rivali”, come la WFA, il PRIDE, WECe la STRIKEFORCE. Ovviamente, un fenomeno del genere non poteva rimanere estraneo al mondo videoludico: dopo aver ricevuto in malo modo un due di picche da EA, il boss di UFC Dana White ottenne un accordo con THQ che affidò il gioco all’espertissimo team Yuke’s di Osaka, già responsabili di tutti i WWE e moltissimi fighting game fin dagli anni ’90. Dal 2009 THQ pubblica tre titoli, UFC Undisputed, qualitativamente eccellenti, ottenendo un notevole successo non solo tra i fan; nel 2013 THQ però dichiara fallimento e, dopo anni dal primo tentativo, UFC si accorda finalmente con EA per lo sviluppo di un nuovo titolo, dedicato esclusivamente a Xbox One e PS4. Almeno dal punto di vista dello sviluppo, non c’è nessuna relazione con i titoli precedenti nè con EA MMA, sviluppato in Florida da EA Tiburon e non da EA Sports Canada, come questo UFC. Dunque, siamo sostanzialmente davanti ad una vera e propria prima esperienza di programmazione sul tema.

Sprawl and brawl o sei morto

Come abbiamo accennato, i combattimenti dentro gli ottagoni nascono per mettere a confronto diverse arti marziali: boxe, wrestling, karate, jiu jitsu, muay thai, judo fino a diventare una vera e propria arte marziale “personalizzata” in cui gli atleti attingono da tutte le discipline le mosse che ritengono più efficaci e letali. Facile capire quante tecniche e mosse il videogiocatore sia chiamato a padroneggiare in un titolo come UFC, ma non è il caso di preoccuparsi per tale complessità: un efficacissimo tutorial ci accompagna per mano illustrandoci con chiarezza tutte le tecniche, dalle più semplice a quelle più complicate, sia di attaco che di difesa. Il sistema di controllo principale è quello collaudato negli altri giochi dedicati alle MMA e, di conseguenza, acquisire familiarità è un lavoro di pochi minuti: ogni singolo pulsante frontale del pad controlla il movimento di un diverso arto, il tipo di colpo eseguito è relazionato alla distanza dell’avversario, al movimento dello stick sinistro, alla pressione contemporanea di uno dei pulsanti dorsali, alla posizione del corpo rispetto all’ottagono. La tipologia dei colpi dipende ovviamente dalla specializzazione del fighter mentre la loro velocità e pesantezza dalle categorie di peso. Fino a che si rimane in piedi, si può scegliere un approccio intuitivo, sperimentando pugni, calci, gomitate e ginocchiate stando attendi a non sprecare troppe energie e a pararsi dagli affondi dell’avversario mentre le cose si fanno più complicate in posizione di clinch o, soprattutto, quando si subisce un takedown e lo scontro si sposta a terra, sul tappeto. In queste situazioni, sia che la proiezione sia stata subita in difesa o eseguita in attacco, è fondamentale riuscire ad ottenere una posizione dominante sull’avversario per tempestarlo di colpi o costringerlo ad una sottomissione, oppure per rialzarsi e proseguire il combattimento in piedi se non si possiedono buone qualità di westling o jiu jitsu. E’ proprio nel combattimento a terra che EA Sport UFC è un lontano ricordo dei tecnicismi e virtuosismi dei tre Undisputed di Yuke’s, preferendo un sistema di difesa e attacco più semplice: le combinazioni da eseguire con il controller sono sempre abbastanza facili e degli indicatori su schermo mostrano quando, come e dove spostare le levette per tentare di avere la meglio., risultato che spesso dipende più dai parametri del lottatore e dalla sua resistenza più che dalla efficacia delle tecniche. Questo nuovo sistema, meno esigente, allarga sicuramente il ventaglio di giocatori in grado di divertirsi ma non può non far storcere il naso agli integralisti delfighting game puro. Il gameplay è divertente, curato, sicuramente stimolante, con una equilibrata curva di apprendimento ma non certamente privo di lacune, anche importanti, causate a nostro modo di vedere da scelte che hanno dato priorità alla spettacolarità piuttosto che alla simulazione. I colpi portati alla figura e soprattutto i calci bassi, se nella realtà assumono un’importanza strategica rilevante, in quanto indeboliscono la resistenza e la mobilità, del titolo EA hanno scarsa utilità, non fanno danni e non sbilanciano mai o quasi mai l’atleta che li subisce; al contrario i colpi portati alla testa possono avere conseguenze devastanti, sia con conbinazioni veloci sia cercando un unico colpo definitivo, con il risultato, non poco frequente, di veder l’incontro concluso dopo pochi secondi dall’inizione del primo round. Questo dà al combattimento un’indubbia spettacolarità ma rischia di renderlo “prevedibile”: uno striker specializzato nel combattimento in piedi, considerata l’inutilità di determinati colpi, mirerà quasi sempre alla testa, mentre un esperto di lotta sul tappeto tenterà il takedown ad ogni costo. Se un giocatore umano può essere imprevidibile e cercare di andare oltre questi schemi, la IA, denominata per l’occasione da EA MMAi, zoppica proprio a causa di queste tattiche “obbligate”. In conclusione, un ottimo inizio per EA Sports che ha comunque del lavoro da fare per raggiungere le vette su cui troneggia UFC 3.

Reality Show

Il roster dei fighters è notevole, ben 97, i leggendari Royce Gracie e Bruce Lee sono sbloccabili, altri verranno resi disponibili come DLC nel corso di questi mesi. Come ormai da tradizione per qualsiasi titolo sportivo non manca la possibilità di creare da zero i lottatori grazie al canonico editor made in EA che, onestamente, necessità di una bella rinfrescata e boost di opzioni: si tratta in effetti di scelte preconfezionate, che non danno la possibilità di personalizzazioni più “spinte”, come la regolazione delle dimensioni e proporzioni in modo accurato sia degli aspetti morfologici sia, ad esempio, dei tatuaggi. A parte le modalità di gioco veloce e le “sfide” (anche queste ormai immancabili), i lottatori cosi creati possono essere protagonisti della modalità carriera, alla cui struttura si è cercato di dare un’impronta originale senza comunque riuscirci. Tutto ha inizio con la nostra partecipazione nel reality show “The Ultimate Fighter”, in onda da circa dieci anni e attualmente su FOX, il cui successo di pubblico ha contribuito a salvare laUFC stessa. L’obiettivo è quello di dinstinguersi dagli altri partecipanti, battendoli in combattimento, ed entrare a far parte dei professionisti, la UFC. Le vicende, narrate da dei filmati in cui è protagonista la facciona di Dana White, inizialmente si fa piacere, ma dopo i primi combattimenti si fa tutto molto ripetitivo e poco stimolante; a migliorare la situazione non contribuiscono gli allenamenti/tutorial tra un incontro e l’altro, sepur utili per crescere di livello ed aumentare le abilità, e i continui filmati che enfatizzano l’evolversi dello show. Davvero inacettabile la perdita di tempo tra un incontro e l’altro, dovuta a dei caricamenti continui e prolungati: la versione in nostro possesso è quella digitale ma non crediamo che con la versione disco le cose possano migliorare.
Se le modalità single player deludono, entusiasma invece la struttura studiata per le competizioni online. A parte la possibilità del match veloce non classificato e la sfida ad amico in lista, è la modalità “Campionati” che si rivela il cuore di tutta l’esperienza di gioco, una vera e propria carriera, gestita partecipando ad incontri singoli di qualsiasi categoria di peso ed a tornei il cui accesso è vincolato al livello raggiunto: l’esperienza accumulata nell’ottagono permette infatti di guadagnarsi i colori delle cinture fino ad arrivare a quella nera, necessaria per partecipare ai tornei più importanti. Tali competizioni hanno una scadenza reale precisa, dopo la quale le stesse si riaprono dando la possibilità di prendersi le giuste rivincite. Nei nostri test il matchmaking ha funzionato alla grande e mai abbiamo rilevato lag preoccupante, tale da inficiare la giocabilità. E’ evidente che EA ha puntato le sue carte migliori sul comparto online, in grado di far dimenticare (quasi) la monotonia delle modalità single player.

Octagon: a pochi passi dalla realtà

Forse sarà un caso oppure per la facilità tecnica di riprodurre uno spazio relativamente limitato ma i titoli dedicati alle arti marziali, almeno negli ultimi anni, dalla serie UFCdi THQ a Fight Night di EA, hanno sempre segnato delle tappe importanti verso il fotorealismo videoludico. In questo senso, EA Sport UFC alza di parecchio l’asticella diventando parametro di riferimento per tutte le produzioni future. Il titolo sfrutta il quello che è il fiore all’occhiello di EA Sports, il motore IGNITE, presentato nel maggio 2013 e che ha esordito nei tre titoli sportivi rilasciati per il day one delle nuove console, FIFA, Madden e NBA Live, deludendo un po’ le aspettative. UFC rivitalizza l’entusiamo dando credito a quanti sostennero che le prime produzioni fossero il frutto di un lavoro affrettato e di una conoscenza acerba delle nuove tecnologie. La ricostruzione poligonale degli atleti è davvero straordinaria, ricchisima di dettagli ed elementi dinamici che incantano la vista: sudore che avvolge il corpo e sprizza ad ogni contatto, muscoli che si contraggono ad ogni colpo portato o subito o quando ci si prepara ad un’azione particolare, espressione del viso che cambia in modo credibile in relazione agli eventi, effetti dei colpi ottimamente riprodotti su tutto il corpo, dalle lacerazioni al viso ai rossori degli ematomi sul busto, schiena e gambe. Il tutto impreziosito da effetti luce che esaltano la morfologia curatissima dei lottatori. Molto buone anche le animazioni anche se, da questo punto di vista, si può fare ancora meglio: se, ad esempio, non può non esaltare veder le contrazioni dello stomaco dell’atleta supino sul tappeto non si può certo chiudere un occhio sull’imprecisione delle collisioni poligonali. Spesso non si riesce a capire se un colpo è andato a segno o meno oppure non si riesce a valutare l’effettiva pericolosità degli stessi; oltretutto, quando la IA deve reagire ad una situazione “intricata” (ad esempio, nel combattimento in piedi quando i fighter eseguono in contemporanea gli stessi colpi) oppure le animazioni che legano vari colpi sono piuttosto tentennanti. Concludiamo sottolineando come in alcune circostanze la visuale venga impallata dalla struttura dell’octagon.

Vinca il migliore

Lo abbiamo detto parecchie volte in occasione di recensioni per Xbox One e PS4 e rischiamo di essere ripetitivi: se avete solo una di queste due console, vuoi perchè le precedenti le abbiate buttate o regalate al vostro cuginetto paccioccoso, UFC è l’unico esponente del suo genere e siete appassionati, non avete alternative. Per tutti gli altri, il titolo EA Sports è da prendere in serie considerazione nonostante gli alti e bassi che caratterizzano ogni aspetto della produzione, dal gameplay alle modalità di gioco fino ad arrivare alla realizzazione tecnica.