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Recensione Dungeons 3

di: Simone Cantini

Prima che Peter Molyneux si friggesse il cervello e iniziasse a dedicarsi allo sviluppo di roba decisamente discutibile, il suo nome era strettamente legato a quello di Bullfrog, mitico studio che a partire dalla fine degli anni ’80 si dimostrò praticamente infallibile ad ogni sua sortita: Syndicate (quello vero, non lo shooter di qualche anno fa!), Theme Park, Populous, il poco conosciuto Hi Octane e Dungeon Keeper rappresentano alcune delle punte diamante della ludoteca del team. Ed è palesemente a questo ultimo titolo che è ispirato il terzo capitolo della saga targata Realmforge, quel Dungeon 3 che negli ultimi giorni è riuscito allegramente a farmi ricordare i “bei tempi andati”.

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Il-Male-Che-Fa-Da-Sé-E-Fa-Per-Tre

Sono passati mesi da quando il signore del male è riuscito a sottomettere al proprio volere la totalità del mondo conosciuto, e da quel fatidico momento la noia ha iniziato a divenire la sua inseparabile ed inossidabile compagna. Fato vuole, come recita la tradizione, che esista però un misconosciuto anfratto non ancora toccato dalle sue infide grinfie, un’occasione più che ghiotta per lasciarsi alle spalle il tedio della quotidianità e riprendere così a corrompere gli animi dei giusti. E quale miglior vittima, da tramutare rapidamente nel nostro personale strumenti di conquista, dell’elfa oscura Talya, che dopo essere stata sedotta dalla infida influenza dell’oscuro signore, diverrà il tramite delle sue brame di conquista. Un incipit quanto mai banale, oggetto di palese scherno anche da parte del team, che servirà unicamente per dare il via alla corposa campagna di Dungeons 3, che saprà accompagnarci per molte ore grazie al suo rodato mix di elementi gestionali, RTS e tower defence, conditi  dalla consueta dose di azzeccatissimo umorismo. Dungeons 3, difatti, ricalca in pieno la duplice struttura portata alla ribalta dal suo predecessore, che ci vedrà impegnati nella costruzione del nostro personalissimo dungeon, da proteggere a colpi di trappole dagli attacchi delle forze del bene e da cui far partire alla conquista del mondo le truppe che assolderemo. Il primo aspetto di gameplay si baserà sull’impiego della nostra forza lavoro, gli stupidi Mocciolosi, tramite i quali potremo andare a scavare il sottosuolo in cerca di preziosissimo oro, oppure semplicemente per ricavare gli spazi adatti alla costruzione delle varie strutture. Niente che non si sia già visto in altri gestionali, pertanto dovrà essere nostra cura provvedere alla ricerca e alla successiva realizzazione di allevamenti di tacchini per sfamare le truppe, edificare alloggi e dare vita ad un nutrito set di attività accessorie tramite le quali potenziare la nostra forza lavoro, il nostro esercito e poter sviluppare le più letali trappole difensive. Seppur semplificato a causa della presenza di un’unica risorsa da dover controllare (l’oro che dobbiamo recuperare scavando), tutto si è rivelato estremamente funzionale e ben implementato, anche grazie ad un set di comandi decisamente intuitivi e ben costruiti attorno all’utilizzo tramite il pad.

 

Il-Male-Che-Si-Divide-Su-Tre-Fronti

Una volta stabilizzata l’architettura del nostro dungeon sarà nostro compito difenderlo dagli attacchi delle forze ostili: in questo caso Dungeons3I si comporta alla stregua dei più classici dei tower defence, in cui potremo unicamente contare (in automatico) sulle trappole realizzate e sull’efficacia delle truppe che avremo deputato alla difesa. In simili frangenti il sistema si è rivelato invero un po’ pigro, costringendoci talvolta a prelevare di peso i soldati che sembrano non essersi accorti della minaccia incombente: niente di così irreparabile, ma è palese come in caso di attacchi massicci sia doveroso seguire gli eventi con un occhio di riguardo. Ovviamente, dato che la miglior difesa è l’attacco, non potremo illuderci di portare a casa la partita unicamente bivaccando nel nostro rifugio sotterraneo. Ecco quindi che, una volta assemblata la nostra combriccola di mostri, dovremo avventurarci all’esterno, quasi sempre con l’obiettivo di fare piazza pulita di tutte le strutture e le forze del bene, il tutto spostando il focus su di una gestione semplificata delle meccaniche RTS: in pratica basterà selezionare le nostre forze ed indirizzarle verso l’obiettivo, lasciando alla loro intelligenza artificiale il lavoro sporco. Le nostre uniche possibilità di intervento sono legate ad alcuni incantesimi che Talya potrà lanciare. Niente di eclatante, sia ben chiaro, ma è evidente come dovendo convivere con altre due realtà ludiche, la scelta di non appesantire troppo anche questo aspetto della produzione si è rivelata assai funzionale. Diciamo che Dungeons 3 non rappresenta lo stato dell’arte in nessuna delle sue tre distinte anime, ma non per questo la scelta di giocare facile ha finito per penalizzare la somma delle parti, dato che il mix di generi è risultato nel complesso ben bilanciato ed estremamente godibile.

Il-Male-Che-Non-Si-Prende-Troppo-Sul-Serio

Una volta che ci saremo stancati di conquistare questo nuovo spicchio di mondo, Dungeons 3 saprà comunque offrirci di che divertirci, il tutto grazie ad una modalità multigiocatore e alla possibilità di affrontare in singolo degli scenari generati in maniera procedurale. Si tratta di aggiunte piacevoli che riescono ad incrementare in maniera convincente la già succulenta offerta della produzione Realmforge. Torna anche il consueto, e ricco di citazioni legato all’universo nerd, umorismo che da sempre contraddistingue la saga e che, grazie al puntuale e spassoso commento della nostra fida voce fuori campo (ottimamente doppiata in italiano), ci porterà a sghignazzare in più di un’occasione. Simpaticissima, seppur non proprio originale, la direzione artistica generale, in grado di valorizzare un comparto tecnico non certo sbalorditivo, ma funzionale.

Dungeons 3 prosegue il citazionistico lavoro iniziato Realmforge, dimostrandosi ancora una volta un valido erede del compianto Dungeon Keeper. Le tre anime ludiche che convivono al suo interno non saranno eccessivamente complesse, ma pur assecondando i toni scanzonati della narrazione riescono a dare vita ad un gameplay divertente e stratificato. Insomma, se siete desiderosi di dare vita al dungeon dei vostri sogni, da cui partire alla conquista del mondo, sono davvero pochi i motivi che dovrebbero tenervi a distanza da Dungeons 3.