Recensioni

Recensione Down the Rabbit Hole

di: Simone Cantini

A dispetto di una fama notevole e, soprattutto, di un universo sicuramente in grado di legarsi assai bene al mondo dei videogiochi, quello tra Alice nel Paese delle Meraviglie ed il nostro passatempo preferito non può certo considerarsi un matrimonio solido e duraturo. Ad eccezione del lavoro svolto da American McGee, difatti, sono pochissime (per non dire meno) le trasposizioni videoludiche dell’opera di Lewis Carroll degne di essere anche solo menzionate. Sarà riuscito Down the Rabbit Hole, titolo disponibile per PlayStation VR, a ribaltare un poco questa situazione?

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

È tardi, è tardi!

Incredibile a dirsi, ma l’avventura di Down the Rabbit Hole prende il via proprio da una caduta, quella di una ragazza, che per inseguire il suo animaletto Patches finirà per sprofondare all’interno della casa del Bianconiglio. Davvero difficile da prevedere, non trovate? Per fortuna il capitombolo sarà attutito da una pila di lettere, contenenti gli inviti alla festa della Regina di Cuori, i quali finiranno per sparpagliarsi all’interno del Paese delle Meraviglie. Preoccupato per l’ira funesta della sovrana, dato che sarebbe spettato a lui consegnare le preziose missive, sarà proprio l’ansioso coniglio ad incaricarci di recuperare quanto perduto, dandoci appuntamento al castello dell’iraconda reggente. Ecco, quindi, che ci troveremo a girovagare, nei panni della giovane, in questo bizzarro mondo, popolato delle strampalate creature create dalla fantasia di Lewis Carroll, alle quali si aggiungeranno alcuni personaggi inediti, come il problematico 4 e ½, una carta da gioco ghettizzata proprio per il suo non rappresentare un valore intero. Questi sarà l’altro elemento giocabile, che in alcune porzioni dell’avventura diverrà indispensabile per risolvere determinate situazioni ed enigmi. Sarà proprio questa alternanza di ruoli a ricoprire uno degli elementi portanti del gameplay di Down the Rabbit Hole, che nelle circa due ore necessarie a giungere ai titoli di coda ci presenterà davanti un’esperienza in terza persona che, per certi aspetti stilistici, non può che ricordare l’eccellente Moss, pur risultando privo di combattimenti ed incentrando il tutto sulla soluzione di puzzle. Un’idea senza dubbio interessante e vincente, ma che però cade in maniera evidente vittima della propria esigua longevità che, al netto della ricerca di tutti gli inviti (indispensabili per assistere al vero finale), è risultata davvero un po’ troppo compressa, soprattutto alla luce del divertimento e delle idee messe in campo dal team: non nego che avrei preferito raddoppiare la mia permanenza all’interno del Paese delle Meraviglie.

Colorato girotondo

Peculiarità del titolo Cortopia è, senza ombra di dubbio, la struttura dei vari livelli di gioco, che ci verranno presentati all’interno di un ambiente circolare, che potremo ruotare afferrando con il DualShock le radici e gli appigli che saranno sempre presenti a video. La circonferenza ludica sarà, quindi, suddivisa in alcune stanze collegate tra loro, al cui interno troveremo uno o due enigmi da risolvere, tutti generalmente di buona fattura e che, nel caso di alcuni forzieri, richiederanno di scrutare attentamente l’ambiente per poter recuperare gli indizi necessari al reperimento delle varie combinazioni. L’idea è sostanzialmente molto semplice nella concezione, ed è pertanto innegabile come gran parte del fascino di Down the Rabbit Hole derivi senza dubbio della sua messa in scena alquanto originale, complice anche l’immersività garantita dal visore Sony che, pur non essendo affiancato da una gameplay in prima persona, si rivelerà indispensabile per poter scovare tutti i segreti che il gioco ha da offrire, data la possibilità di sbirciare fisicamente in ogni anfratto del Paese delle Meraviglie ideato dai ragazzi di  Cortopia. A colpire in positivo, difatti, è anche l’aspetto grafico del titolo che, al netto di ambientazioni estremamente complesse in quanto a mera conta poligonale, riesce a regalarci un quadro estetico semplice ma efficace, oltre che dotato di una propria personalità. Nella norma il comparto audio, privo di guizzi memorabili, caratterizzato da un doppiaggio in lingua inglese, ahinoi non supportato da sottotitoli nella nostra lingua.

Sicuramente piacevole e caratterizzato da alcune intuizioni assai felici, struttura dei livelli in primis, Down the Rabbit Hole è un titolo PSVR sicuramente solido nella concezione e nello sviluppo, che paga però il prezzo di una longevità purtroppo non certo stellare. Due ore, considerato anche il modo assai piacevole con cui scorrono via, sono davvero un po’ pochine per dirsi pienamente soddisfatti di questa visita al Paese delle Meraviglie, che avrebbe sicuramente meritato una permanenza decisamente un po’ più corposa. Per quanto breve, però, l’esperienza confezionata da Cortopia è sicuramente piacevole e degna di essere vissuta, a patto di essere consci che questa sortita assomiglia più ad una gradevole serata, piuttosto che ad un sostanzioso week end.