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Recensione Cobalt

Dopo uno sviluppo alquanto travagliato ed una versione alpha rilasciata qualche tempo fa su PC, Cobalt approda finalmente su Xbox One. Vediamo insieme di che si tratta e se vale la pena aprire il portafogli.
Il titolo realizzato da Oxeye Game Studio si presenta come un platform 2D con elementi tipici degli shooter a scorrimento orizzontale, giocabile sia in single-player che in cooperativa. La storia vede protagonista lo strampalato agente Cobalt, intento ad esplorare un pianeta sconosciuto per fare luce sulle origini della propria specie. Il gioco offre anche diverse attività collaterali, proponendo un buon numero di modalità multiplayer e una serie di sfide.

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Dopo uno sviluppo alquanto travagliato ed una versione alpha rilasciata qualche tempo fa su PC, Cobalt approda finalmente su Xbox One. Vediamo insieme di che si tratta e se vale la pena aprire il portafogli.
Il titolo realizzato da Oxeye Game Studio si presenta come un platform 2D con elementi tipici degli shooter a scorrimento orizzontale, giocabile sia in single-player che in cooperativa. La storia vede protagonista lo strampalato agente Cobalt, intento ad esplorare un pianeta sconosciuto per fare luce sulle origini della propria specie. Il gioco offre anche diverse attività collaterali, proponendo un buon numero di modalità multiplayer e una serie di sfide.

Rotola e schiva

Il sistema di combattimento di Cobalt alterna scontri corpo a corpo all’uso di armi da fuoco e il lancio di oggetti esplosivi, il tutto demandato a tre differenti tasti frontali. Superare indenni ogni livello richiede un approccio più o meno strategico, preferire il faccia a faccia col nemico presenta notevoli rischi e i sistemi di allarme diffusi in molte strutture obbligano il giocatore ad eliminare gli avversari senza fare rumore, possibilmente sorprendendoli alle spalle. E’ anche e soprattutto una questione di tempismo: schivare i proiettili o le granate e rispedirle al mittente esibendosi in una capriola, è senza alcun dubbio la peculiarità principale del gameplay messo a punto dagli sviluppatori e non è detto che vi vada sempre bene, specie quando la potenza di fuoco del nemico si fa più minacciosa.
L’arsenale a nostra disposizione per fare della mattanza il nostro passatempo preferito è piuttosto variegato e vanta decine di armi ed altrettanti oggetti e persino il jet pack per raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Non mancano fasi di gioco decisamente frustranti, spesso basta un nonnulla per fallire. La noia più grande è quindi dover ripartire dal checkpoint più recente e dover ripercorrere una sezione che poco prima ci aveva fatto parecchio sudare. Insomma, qualora non si fosse capito, Cobalt sa essere decisamente punitivo e la curva di apprendimento è tanto bastarda e schizofrenica da fare imbestialire anche il giocatore più mansueto, complice soprattutto un sistema di controllo poco “amichevole” e un gameplay forse un po’ troppo “farcito” di meccaniche e tecniche avanzate che snaturano in buona parte la salda appartenenza ad un genere ben preciso. Un titolo ambizioso, non c’è che dire, ma dalla personalità borderline. Per certi versi, la frenesia di Cobalt trova il suo migliore punto di appoggio nelle diverse modalità multigiocatore, che vi garantiranno alcune ore di spensierato divertimento in compagnia dei vostri amici. Dal classico deathmatch alla modalità Sopravvivenza alla Gears of War, con tanto di potenziamento e personalizzazione del proprio alter-ego.

Ma tu chi sei?

Tirando le somme, Cobalt è quello che potremmo definire uno strambo “platform d’azione”. Indubbiamente particolare, questo è certo, ma secondo il nostro modesto parere è vittima di troppe idee messe a cuocere nello stesso pentolone. Così strabordante di ambizione da aver perso di vista la propria identità. In multiplayer sa anche essere divertente, come peraltro già fatto notare, ma ciò purtroppo non basta per condannare ai lavori forzati i vostri polpastrelli, soprattutto considerando la macchinosità del sistema di controllo e la frustrazione che ne scaturisce negli spezzoni più impegnativi. Comunque provatelo, non si sa mai.