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Recensione Assassin’s Creed: Syndicate

Eccoci con il consueto appuntamento annuale a cui ci ha abituato la prolifica Ubisoft.
Ormai arrivato al suo nono capitolo Assassin's Creed ha assunto i contorni di una serie televisiva dove ogni anno cambiano setting, protagonisti e storia, mentre l'universo generale rimane un punto fermo. Non è così errato interpretare in questo modo la saga: se infatti nei primi capitoli avevamo come collante tra gli episodi il personaggio di Desmond che fungeva da protagonista assoluto, dal quarto capitolo tramite un intelligente escamotage, Ubisoft abbatte la quarta parete rendendo i giocatori stessi protagonisti nella veste di giocatori appunto.

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara

Eccoci con il consueto appuntamento annuale a cui ci ha abituato la prolifica Ubisoft.
Ormai arrivato al suo nono capitolo Assassin’s Creed ha assunto i contorni di una serie televisiva dove ogni anno cambiano setting, protagonisti e storia, mentre l’universo generale rimane un punto fermo. Non è così errato interpretare in questo modo la saga: se infatti nei primi capitoli avevamo come collante tra gli episodi il personaggio di Desmond che fungeva da protagonista assoluto, dal quarto capitolo, complice un plot twist che non sto a spoilerare (che ben conoscete se vi trovare a leggere questa recensione), tramite un intelligente escamotage, Ubisoft abbatte la quarta parete rendendo i giocatori stessi protagonisti nella veste di giocatori appunto. Nel quarto capitolo (sesto contando Brotherhood e Revelations) scopriamo che l’Abstergo, la nemica storica della serie e nuova veste dei templari, è riuscita a memorizzare la maggior parte dei ricordi degli assassini all’interno di un enorme server. Sfruttando una sussidiaria chiamata Abstergo Entertainment crea finti videogiochi in realtà virtuale con il solo scopo di scandagliare i ricordi per trovare i frutti dell’Eden. In Rogue e Unity, rispettivamente il quinto e il sesto capitolo, ci troviamo a che fare con Helix, il sistema cloud messo a punto dalla Abstergo Entertainment che abbiamo visto in anteprima in Black Flag.
Nel frattempo la lotta tra assassini e templari continua ma in quanto giocatori rimaniamo più in disparte e subiamo il conflitto decisamente più grande di noi.
Syndicate non fa eccezione.
Nuovamente di fronte al sistema Helix, ci tuffiamo nei ricordi degli assassini di turno con l’obiettivo di trovare i frutti dell’Eden. Cosa faranno dell’informazioni che riusciremo a scoprire e chi ne trarrà vantaggio non è dato sapere, almeno inizialmente.

London Calling

Assassin’s Creed: Syndicate ci porta nella fumosa Londra del 1868, un momento delicato della capitale del Regno Unito. La tensione sociale è alle stelle, gang spadroneggiano per le strade e la povertà dilagante porta all’esasperazione il popolo, pericolosamente sul punto di esplodere.
Come da tradizione, l’ambientazione è la vera protagonista anche di questo capitolo.
Il colpo d’occhio ovviamente non è impressionante come la poetica Parigi di Unity, ma Londra si difende benissimo, offrendo strade piene di carrozze, marciapiedi con tante persone (non le folle viste nel precedente capitolo, ma di questo parlerò dopo), capannoni industriali, e zone residenziali che vanno dagli sporchi bassifondi alle ville degli abitanti più danarosi, ed un Tamigi anche troppo trafficato.
La città è divisa in quartieri sotto il controllo dei Blighters, sarà compito dei due protagonisti Jacob e Evie, i fratelli assassini che ci troveremo a guidare in questo capitolo, liberarla per raggiungere il gran maestro templare che tiene in scacco la capitale inglese. Infatti una delle novità di quest’anno è proprio la presenza di due assassini invece che uno. La differenza principale tra i due è di tipo caratteriale, infatti mentre Evie vuole continuare la ricerca dei Frutti dell’Eden iniziata dalla congrega, Jacob punta alla conquista di Londra mettendo in piedi una gang chiamata Rooks.
Controllare un fratello o l’altro non porta grandi cambiamenti al gameplay, un’occasione sprecata in questo senso, anche se è possibile svilupparli in modo diverso così da avere due approcci differenti per le varie situazioni che ci troveremo ad affrontare. Personalmente da navigato giocatore di ruolo, ho sviluppato Jacob come picchiatore, rispecchiando la sua voglia di sterminare i templari e prendere il controllo della città, mentre ad Evie ho dedicato le abilità furtive e di assassinio, vista la sua missione di realizzare la volontà della congrega.

Guerrieri…giochiamo a fare la guerra?

La liberazione della città passa attraverso varie missioni secondarie che indeboliscono la presa dei Blighters sul quartiere. Potremo liberare i bambini sfruttati nelle fabbriche, uccidere i templari che si aggirano per le strade, catturare i ricercati per conto della polizia o catturare le roccaforti nemiche per darle in mano ai Rooks. Queste azioni attireranno l’attenzione del capo del quartiere portandoci ad una vera e propria guerra tra bande. Queste sezioni sono molto spettacolari e ci portano a confrontarci con boss piuttosto agguerriti e piuttosto ben caratterizzati, per essere boss da una botta e via ovviamente.
Soprattutto in queste sezioni possiamo saggiare il sistema di combattimento leggermente rivisto. La velocità dei nostri colpi è aumentata vertiginosamente e completare una combo da 10 colpi è questione di un attimo. Parlo di soli 10 colpi perché è il numero necessario per sbloccare i colpi più devastanti. Come già anticipato, salendo di livello potremo sbloccare un ampio ventaglio di abilità, molte delle quali dedicate al combattimento. Una serie di queste trasformeranno il nostro eroe in una macchina da guerra inarrestabile, pensate solo che potremo atterrare un nemico con successo, portare in agonia un successivo con un solo colpo e così via in successione. Inoltre sono presenti combo devastanti che causano un ammontare di danni vertiginoso, molto spettacolari a vedersi, grazie soprattutto ad un nuovo set di animazioni. Vedere Jacob stordire l’avversario con una testata, spingerlo, gettare una bomba fumogena per portarsi alle spalle del nemico e sparargli con la fida pistola è sempre fonte di soddisfazione.
Se è pur vero che, come succede sin da Black Flag, i nemici hanno smesso di aspettare pazientemente il loro turno e cercano di trarre vantaggio dalla nostra attenzione su un altro avversario, queste abilità portano ad abbassare notevolmente il livello di sfida. Certo un numero importante di nemici ci metterà sempre sul chi vive, soprattutto affrontando avversari di livello alto che con pochi colpi ben piazzati portano la nostra vita a livello di guardia.
Non ci sono solo le abilità e una nuova velocità a riscrivere leggermente il nostro sistema di combattimento. Fa la sua comparsa il rampino, preso in prestito dalla serie Batman a vederne il funzionamento. Questo accessorio installato nel nostro fido guanto, accanto alla lama celata ci permetterà di salire molto velocemente sui palazzi, permettendo così di far cadere un baluardo della serie: le lunghe ed estenuanti arrampicate. Il rampino non si rivelerà solamente un sistema di spostamento veloce ma anche una scappatoia dalle situazioni più calde, basterà infatti puntare il nostro sguardo verso l’alto e premere il pulsante assegnato per ritrovarci in cima al palazzo con buona pace dei nostri inseguitori.
Come ben sappiamo, Assassin’s Creed non è solo scazzottate ma soprattutto azione stealth. Compare così la modalità furtiva con cui il nostro eroe si accuccia e sfrutta ogni possibile riparo per evitare di essere visto. In questa modalità un cerchio intorno al personaggio segnala eventuali pericoli fuori dalla nostra vista tramite onde sonore che ci indicano se la provenienza è sopra o sotto di noi. Ho trovato questa soluzione perfettamente in linea con le abilità dei personaggi e la loro natura, seppur semplifichi ulteriormente le nostre sfide.

Satisfaction

Il nuovo capitolo della serie si dimostra quindi decisamente vario e ben confezionato.
Il colpo d’occhio è chiaramente un passo indietro rispetto a Unity, ma in quel caso Ubisoft aveva fatto un palese passo più lungo della gamba presentando un motore fin troppo acerbo, portando ad un D1 disastroso, che nonostante le numerose patch abbiano corretto la maggior parte delle cose, ancora si porta sulle spalle. Con Syndicate Ubisoft va più sul sicuro, abbassando leggermente le pretese, abbandona le folle numerose a favore di un’umanità meno densa ma più viva, così come la qualità visiva generale perde quel fascino che aveva il capitolo parigino. Parliamoci chiaro però, Syndicate rimane una delle produzioni più impressionanti di questa generazione, parlando di open world. Questi compromessi hanno portato una maggiore fluidità ed un framerate ancorato a 30fps quasi in tutte le occasioni. I talebani dei 1080p dovranno un’altra volta ingoiare bocconi amari, anche questa volta la risoluzione sarà di 900p.
Ancora una volta Ubisoft dimostra di saper orchestrare un’ottima avventura, abbandona le velleità multiplayer viste nel capitolo precedente per imbastire un classico gioco per giocatore singolo, dove perdersi tra le decine e decine di missioni secondarie, fermarsi a guardare il Tamigi e apprezzare la cura e la sapiente mano con cui viene confezionato ogni capitolo della serie Assassin’s.
Certo, anche questa volta la nostra avventura non è esente da bug, ma la loro presenza è in numero e gravità la medesima di qualsiasi open world abbia avuto la gioia di giocare.
La storia che ci troveremo a vivere è forse meno impattante di quelle precedenti ma rimane ben narrata e ambientata in una delle ambientazioni più inflazionate e allo stesso tempo più affascinanti che ci siano: una Londra vittoriana con qualche deviazione steampunk. Come da tradizione non mancheranno gli incontri con personaggi storici come Charles Darwin o Dickens che avranno un ruolo più o meno importante nelle nostre vicende.
In conclusione posso tranquillamente dire che questo nuovo appuntamento con la serie del credo degli Assassini mi ha soddisfatto se non a pieno, molto più di quanto sperassi.
Rimane quella sensazione nello stomaco già avuta con Black Flag: cosa sarebbero questi due giochi se non fossero vincolati ad essere degli Assassin’s Creed?

  • Ambientazione affascinante

  • Continua il coinvolgimento in prima persona del giocatore

  • Nuovo sistema di spostamento veloce

  • Le carrozze sono molto divertenti

  • Visivamente impressionante con framerate finalmente costante o quasi

  • Due protagonisti con differenti caratteri…

  • …ma identico gameplay

  • La parte del presente è molto passiva

  • Downgrade rispetto a Unity

  • Storia meno intensa dello standard