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Recensione Anarcute

di: Luca "RukaManni" Manni

E se un giorno conigli, cani, gatti e pesci rossi etc, stanchi delle oppressioni umane e della loro condizione di semilibertà, scendessero in strada per combattere il “sistema” che li opprime, cosa accadrebbe? Non è semplice immaginare uno scenario del genere ma è innegabile che la conseguenza immediata non potrebbe essere altra se non il dilagare del caos in ogni angolo del globo. Fortunatamente si tratta di un assunto privo di ogni fondamento, una visione distopica che George Orwell, anche se in un contesto diverso, aveva descritto ne “La fattoria degli animali”.
Nell’universo videoludico esempi di protagonisti a quattro zampe (più o meno antropomorfi) ce ne sono a bizzeffe, basti pensare a Crash Bandicoot o al meno blasonato Tokyo Jungle. Ma lo studio francese Anarteam, un gruppo di soli cinque studenti, ha pensato di mettere in scena qualcosa di…diverso. Beh, diciamo che il presupposto alla base del loro progetto, Anarcute, è abbastanza atipico: trasformare in anarchici rivoluzionari dei teneri animaletti antropomorfizzati per farli lottare contro un governo che si è imposto loro con la forza.
Di certo anche la scelta del nome per questo titolo (Anar – cute) non ha nulla di casuale…

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KAWAII!

Come si diceva poc’anzi, lo scopo del giocatore sarà quello di guidare la rivolta di queste piccole creaturine contro il “regime” (The Brainwash Patrol) che, con la forza si è imposto in ogni angolo del mondo. Ciascun livello di cui è composto il gioco (quattro in totale, più un quinto bonus), infatti, è ambientato in una città differente con una progressione lineare che porterà le anarchiche bestiole a liberare capitali come Tokyo o Parigi.
Fin dalle prime battute il gameplay di Anarcute richiama, in maniera nemmeno troppo velata, al capolavoro di Platinum Games, Wonderful 101.
Partendo con un singolo animaletto, di scenario in scenario sarà indispensabile rinfoltire il proprio esercito reclutando le nuove leve che sonnecchiano beatamente lungo le strade al fine di aumentare la propria forza distruttiva e completare così i semplici task richiesti dal gioco. Tanto più numeroso è il gruppo che si riesce a formare, tanto maggiori saranno i danni che si riusciranno a portare a segno sbloccando al contempo tutta una serie di abilità che aumenteranno in maniera esponenziale la pericolosità della propria squadra. Abbattere palazzi o scatenare onde d’urto sono sole alcune delle capacità che la schiera di anarchici può acquisire e senza le quali sarebbe impossibile superare gli ostacoli ambientali che Anarcute frappone tra il giocatore e il suo obiettivo. Ma gli animaletti in questione non si limitano soltanto a questo: ciascuno scenario è infarcito di elementi distruttibili e utilizzabili per poter essere lanciati contro il nemico di turno. Una volta che il giocatore vi ci passerà sopra, ciascuna bestiola se ne armerà automaticamente. Spendendo le monete ottenute al termine di ciascun livello, come se tutto questo potere distruttivo non fosse sufficiente, sarà possibile sbloccare, all’apposito distributore presente nella lobby di gioco, particolari bibite (qualcuno ha detto Red Bull?) che incrementeranno le statistiche del proprio gruppo per tutta la durata dello scenario successivo.

Anarcute

Carini vero?

Elefantini, coniglietti e pesci rossi sono soltanto alcuni dei personaggi che possono essere arruolati nell’esercito ribelle. Purtroppo la maggior parte di essi è stata ridotta in prigionia dai Brainwash Patrol, ma sarà sufficiente liberare l’apposito animale dalla gabbia nella quale è stato rinchiuso per utilizzarlo liberamente nelle future incursioni. Prima di avviare ogni singolo scenario si potrà poi selezionare, sempre nella lobby del gioco, quali bestiole schierare e reclutare sul “campo di battaglia” creando eserciti variegati o perché no, anche mono-razza(“De gustibus non disputandum est”). Persino l’abbigliamento della propria schiera di animaletti è modificabile a proprio piacimento ma in quel caso sarà necessario completare ciascun livello con la massima valutazione possibile per poter ottenere ottenere i vari capi di vestiario con cui agghindare le giovani reclute. Ovviamente si tratta di orpelli puramente estetici ma che in un gioco che si chiama Anar-cute, trovano una ragion d’essere accentuando il contrasto tra coniglietti e cagnolini kawaii e la loro natura anarchica e ribelle.
Se, almeno inizialmente, potrebbe sembrare sufficiente premere a ripetizione il tasto Attacco per sbaragliare le truppe nemiche e conquistare la città, dopo poco tempo ci si rende conto che un approccio più ragionato diventa indispensabile per avere la meglio senza sacrificare i propri compagni o incappare in trappole da cui difficilmente si può uscirne vivi. Senza contare i terrificanti boss di fine livello che, di volta in volta, richiederanno strategie sempre differenti per uscire vincitori.

UN PELO LEGGERMENTE… INFELTRITO

Se le traccie audio presenti in Anarcute risultano piacevoli ed orecchiabili fin da subito, è difficile apprezzare allo stesso modo il comparto grafico. Gli scenari, infatti, per quanto cambino veste con il passaggio da una capitale all’altra, finiscono per essere un po’ troppo uguali tra loro e lo stile eccessivamente minimal finisce per appiattire un’esperienza di gioco tutt’altro che banale.

Anarcute 2

CONCLUSIONE

Anarcute è un bel gioco. Divertente, e longevo, con un buon tasso di rigiocabilità ma che finisce per ripetere la medesima formula dal primo all’ultimo scenario, nonostante il crescendo di difficoltà e la presenza di agguerriti boss di fine livello. Certo, il gameplay offre un’ampia gamma di possibilità di approccio che parzialmente sopperisce a questo problema ma rimane ben percepibile la mancanza di varietà nei singoli piani di gioco.
Resta comunque una bella esperienza, soprattutto per chi, come il sottoscritto, ha avuto la fortuna di giocare alla piccola perla targata Platinum Games.