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Recensione Al freddo e al gelo con Winter Stars

Anche quest’anno è arrivato l’inverno e col clima gelato che la fa da padrone arrivano anche i titoli dedicati agli sport invernali, puntuali come sempre. Winter Stars di49Games è infatti l’ennesima fatica a tema sportivo del team tedesco, il primo dedicato alla nuova piattaforma di movimento Kinect.

di: Federico Lelli

Anche quest’anno è arrivato l’inverno e col clima gelato che la fa da padrone arrivano anche i titoli dedicati agli sport invernali, puntuali come sempre. Winter Stars di 49Games è infatti l’ennesima fatica a tema sportivo del team tedesco, il primo dedicato alla nuova piattaforma di movimento Kinect.

Una nuova stagione

Trattasi ovviamente della solita compilation di giochi invernali che comprende discipline olimpiche e sport estremi che spopolano nelle montagne e nelle località di villeggiatura innevate. Tralasciamo per il momento le modalità accessorie e lanciamoci direttamente nella carriera, dove troviamo come sempre il nostro team nel salotto della baita, pronto per l’azione.
Nonostante il cambio di titolo, infatti, Winter Stars si porta dietro tutta l’eredità dei vecchi titoli annuali della serie Winter Sports: stessa interfaccia, stesso motore grafico e stessi protagonisti.
L’avventura inizia con l’uscita di pista del nostro alter-ego, capitano e futuro manager della squadra, che decide di continuare la sua carriera allenando gli ex colleghi e cercando di ampliare il team in modo da coprire tutte le discipline possibili. Gli eventi iniziali, disposti secondo un sistema a percorsi con tutorial facoltativo (ma vivamente consigliato), saranno infatti incentrati su pochi sport per poi comprendere coppe sempre più lunghe e difficili. La trama, raccontata da brevi filmati in real-time all’inizio di ogni evento, è simpatica e offre almeno un motivo originale per affrontare coppe e sfide.

Ovviamente troviamo tutti gli sport del precedente capitolo: short track, pattinaggio artistico, biathlon, snowboard cross, bob a quattro, sci alpino freeride, sci alpino discesa, salto con gli sci e corse in motoslitta; a cui si sommano il parasky, che è una variante di sci con il paracadute, e il curling, vero sport simbolo delle ultime olimpiadi invernali.
La vera novità è pero il supporto per la periferica di movimento Microsoft che ha trasformato i vari giochi in prove di abilità fisiche. Molte delle discipline richiedono lo spostamento del corpo a destra e a sinistra per bilanciare l’atleta mentre quasi tutte hanno un indicatore di adrenalina che si può attivare puntando entrambe le braccia verso lo schermo. Ci sono ovviamente posizioni specifiche per ogni sport: nello short track ad esempio il movimento delle braccia tipico della corsa sarà fondamentale per velocizzare i movimenti dell’atleta, nelle discipline freestyle invece dovremo alzare le braccia sopra la testa per eseguire acrobazie casuali, degna di menzione inoltre la dinamica richiesta per sparare col fucile nel biathlon, con un braccio dritto a puntare il bersaglio e l’altro impegnato a sparare con un movimento dall’alto verso il basso.

Carriera finita?

Purtroppo la vera nota dolente del titolo è il gameplay, con un sistema di controllo raffazzonato e poco reattivo che risulta alla lunga più frustrante che competitivo. Al primo posto c’è sicuramente l’ottimizzazione riservata al Kinect che sembra rispondere in maniera piuttosto casuale e ritardata: nelle discipline più veloci la vera sfida sarà quella di indovinare quale degli input precedenti sia andato a buon fine e adeguare la posizione del nostro avatar di conseguenza; negli sport più rilassati sembrano esserci meno problemi ma è qui che spuntano le falle di game design offrendo mappature dei movimenti controintuitive, come nel curling che ci chiede tre diverse impostazioni prima di ogni tiro, o troppo semplicistiche, come nel pattinaggio artistico dove ripetiamo all’estremo le stesse 3/4 posizioni.

Gli stessi eventi hanno una curva di difficoltà abbastanza moderata anche se il rilevamento particolarmente “creativo” potrebbe mettere in difficoltà diverse persone in particolari sport: la possibilità di impostare la difficoltà verso il basso purtroppo non aiuta visto che la cosidetta modalità Famiglia è così facile che ci lascia veramente poco da fare, rendendoci praticamente degli spettatori. Il titolo soffre inoltre di un ritmo abbastanza altalenante quando alterna eventi lampo da pochi minuti a sport sfiancanti che possono durare anche 5/10 minuti.
Anche se per sbloccare tutti gli sport dobbiamo affrontare diversi eventi e nonostante la presenza di sfide aggiuntive riprese dai vecchi capitoli – time trial dove sfidare il tempo migliore, abaco dove contare i numeri che ci compaiono a schermo mentre gareggiamo, sfide con un numero di trick minimo, ecc – gli 11 sport annoiano presto visto il numero limitato di tracciati e variabili, e non aiutano la progressione neanche i pochi upgrade da comprare spendendo i punti delle vittorie.
Come se non bastasse anche l’interfaccia del menù è decisamente carente e imprecisa, con voci troppo piccole per essere selezionate e continue richieste di conferma; il tutto fa il pari con un reparto tecnico ereditato dai capitoli precedenti, già allora ampiamente datato e mediocre.
La modalità multiplayer locale, che richiede molto più spazio del solito, ci permette di giocare in due davanti alla tv a tutte le discipline senza cambiare di molto l’esperienza e offrendo un paio di varianti abbastanza incolori; ad aggiungere il danno alla beffa ci pensa il multiplayer online, dove è praticamente impossibile trovare avversari.

Discesa senza freni

Winter Stars non riesce a divertire nè come simulazione, vista l’imprecisione dei comandi, nè come arcade, vista la ripetitività delle discipline, e finisce per annoiare presto anche i giocatori meno esigenti.
49Games apporta ben pochi cambiamenti al prodotto e non si tratta neanche di modifiche estremamente positive: la virata del titolo verso il mercato più casuale e remunerativo del Kinect poteva essere una bella idea se pensata con criterio ma in questo caso ci troviamo in mano una conversione depotenziata di un gioco già mediocre in partenza. Un buco nell’acqua… gelata.