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Dying Light 2, un report svela alcuni preoccupanti retroscena sullo sviluppo e su Techland

di: Luca Saati

Un report del portale The Gamer rivela alcuni retroscena sul controverso sviluppo di Dying Light 2. Nel report vengono citate 10 fonti anonime tra attuali ed ex dipendenti di Techland. Uno studio rovinato “da una gestione autocratica, una scarsa pianificazione e una cultura del lavoro tossica causata dai dipendenti”.

Nel report vengono citati alcuni episodi: un artista che ha consegnato alcuni lavori non apprezzati dalla dirigenza con insulti che arrivavano alla sfera personale; casi di discriminazione sessuale; favoritismi nei confronti della moglie del CEO che è l’unica donna nel consiglio d’amministrazione.

I dirigenti inoltre non ascoltano i consigli degli sviluppatori più esperti creando una separazione netta tra le due parti rallentando all’infinito lo sviluppo di Dying Light 2. Questa situazione inoltre sta portando a un esodo di massa visto che solo negli ultimi due mesi almeno 20 sviluppatori hanno lasciato Techland con conseguente ricostruzione di diverse parti del gioco e una storia rimaneggiata sei volte o più. Sembra addirittura che al momento non sembra esserci neanche un’idea del periodo di uscita di Dying Light 2.

Interpellato sulla questione, il CEO Pawel Marchewka ha respinto tutte le accuse:

“Realizzare giochi è difficile ed è normale che a volte sia necessario cambiare posto di lavoro e cercare nuove sfide. Mi dispiace che alcuni nostri dipendenti ci abbiano lasciato e abbiano deciso di lavorare fuori da Techland, ma auguro a tutti il meglio.”