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Assassin’s Creed Mirage ha una scala più intima e focalizzata rispetto all’ultima trilogia

di: Luca Saati

Con la cosiddetta trilogia delle origini partita nel 2027 con Origins e proseguita poi con Odyssey e Valhalla, Assassin’s Creed ha cambiato profondamente la formula di gioco innestando una fortissima componente RPG e ingigantendo a dismisura le dimensioni non solo della mappa, ma dei contenuti in generale.

Sebbene queste caratteristiche sono sempre state elogiate, è anche vero che dopo tre capitoli così ricchi, i giocatori si sono un po’ stancati dell’eccessiva mole di contenuti che possono spaesare in un primo momento e venire alla noia sul lungo periodo.

Assassin’s Creed Mirage è stato pensato proprio per questo, per offrire un capitolo più in linea con i primi episodi della saga piuttosto che con la trilogia più recente. Lo ha dichiarato il creative director Stéphane Boudon in una recente intervista a GamesRadar:

“La creazione di Mirage è stata la convergenza di diversi feedback. Ovviamente, il primo viene dalla nostra community: Origins, Odyssey, Valhalla sono tutti grandi giochi con la promessa di vivere un viaggio epico. I loro obiettivi sono stati calibrati per soddisfare queste ambizioni mentre tutti abbracciano le meccaniche degli RPG. Ma tra i nostri fan, abbiamo iniziato a sentire il desiderio di una storia guidata dai personaggi, incentrata sui pilastri fondamentali dei primi AC in una scala più intima.”

Boudon ha proseguito affermando che la potenza delle nuove console consentirà di creare un’esperienza più densa e profonda con un’ambientazione molto più coinvolgente e ricca di dettagli:

“La maggiore potenza hardware e l’estesa esperienza che abbiamo sviluppato ci consentono anche di avere una mappa più ricca e densa rispetto ai primi AC, e questo significa per noi maggiori opportunità di gioco, più interazioni tra i sistemi, più profondità. Significa anche dettagli incredibili e coinvolgenti trattare Baghdad come uno dei personaggi principali di Mirage.”