Speciale

Per le strade di Yakuza: alla scoperta della vera Kamurocho

di: Simone Cantini

Se avete mai avuto il piacere di visitare il Giappone, uno degli elementi sui cui è impossibile non focalizzarsi, soprattutto se si è appassionati di manga ed anime, è l’incredibile fedeltà con cui ognuno degli aspetti della terra nipponica venga riproposto all’interno di tali produzioni. Sia che si tratti di cibi, architetture o comportamenti, pur essendo una nazione tanto differente e così lontana da noi, viene quasi spontaneo sentirsi a casa, stupendosi non poco nel riconoscere in una manciata scarsa di secondi elementi che credevamo essere mere rappresentazioni stereotipate. Una simile fedeltà al luogo natio si ritrova anche in campo videoludico ed ha, forse, nella saga di Yakuza uno dei suoi esponenti di spicco. La Kamurocho virtuale, esatta trasposizione della Kabuchicho reale, rappresenta uno dei punti di incontro più macroscopici tra queste due distinte realtà, come ho potuto felicemente constatare durante la mia ultima scorribanda in terra nipponica. Muoversi quasi ad occhi chiusi per le strade di questo chiassoso quartiere, facendo unicamente affidamento sulla mia conoscenza della trasposizione digitale, ha sortito un effetto quasi straniante, ma dall’impatto emotivo davvero marcato. Riconoscere nella realtà angoli, scorci e persino negozi già teatro di tante allegre scazzotate in compagnia del buon Kiryu-chan, si è rivelato estremamente esaltante, facendomi sentire anche se solo per pochi istanti parte di quell’universo digitale che tante ore di divertimento è riuscito a regalarmi nel corso degli anni. E visto che oramai viviamo in pieno l’epoca dei social e della voglia di documentare ad ogni costo, ecco che vi propongo un piccolo tour della “vera” Kamurocho, accompagnandovi brevemente alla scoperta delle similitudini tra realtà fisica e digitale. Anche se gli odori e le sensazioni sono difficili da veicolare per mezzo di un breve video (ed una sparuta manciata di foto), spero che vi stupirete come me nel ritrovarvi a riconoscere una geografia fino ad oggi ritenuta soltanto immaginaria.

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