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PSP GO: Croce o Delizia?

Snellire, semplificare, ridurre i costi e incrementare l'appeal. Non e' una strana lista di cose che una donna dovrebbe seguire per migliorare il suo successo con gli uomini, ma da sempre sono le regole principali per il restyle di una console. Scopriamo insieme l'ultima PSP nel suo nuovo abito.

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

Subito si potrebbero levare alcune voci di dissenso, perlopiù incentrate sul discorso che una console deve essere funzionale ancor prima di tutto il resto.
Il discorso non fa una piega: inizialmente il posizionamento dei tasti ci lasciava moltissimi dubbi e pareva scomodo all’inverosimile, specie per quanto riguardava l’analogico.
Anche in questo caso, la prova pratica era il modo migliore per diradare queste nubi.
Così, appena aperta la PSP Go, subito i nostri occhi son caduti sulla strana disposizione dei comandi, disposizione che si rivela però molto ma molto funzionale: l’analogico è facilmente raggiungibile, complice anche lo scarso spessore della console, e i tasti, nonostante la loro corsa ridotta, mantengono comunque una certa sensibilità.
Lo spostamento dei controlli per volume e luminosità non crea problemi, mentre apprezzatissimo è stato il posizionamento del tasto PS (ex Home) che adesso non può più essere premuto per sbaglio. Infine i due dorsali hanno una modularità decisamente incrementata, utile soprattutto nei giochi di guida. La nuova conformazione permette di premerli e utilizzarli con qualsiasi impugnatura possibile e immaginabile.
Se il fattore “fruibilità fisica” della console non desta ulteriori perplessità, passiamo ad analizzare il comparto tecnico.
Prima di tutto possiamo dirvi che la nuova portatile non è affatto una “PSP 2”, i giochi sviluppati da ora in avanti si avvieranno infatti anche su PSP di vecchia data, scelta questa decisamente apprezzata. I miglioramenti comunque non mancano: in primis la memoria interna da 16 giga, oltre che comoda, è veramente prestazionale e garantisce tempi di caricamento inferiori alle Memory Stick high speed o mark 2.
Lo schermo della PSP Go, sebbene più piccolo, garantisce luminosità, contrasto e colori decisamente migliori rispetto ai vecchi pannelli. Insomma, modifiche senz’altro gradite e non di poco conto.

Nessuno (niente) è perfetto

Vi anticipiamo subito che non staremo qui ad etichettare la nuova portatile Sony come un capolavoro privo di difetti, anche perché questi non mancano mica. La batteria non removibile è ovviamente uno di questi, non tanto per l’impossibilità di usare la famosa Pandora (non era utilizzabile nemmeno sulle PSP 3000 che pure avevano la batteria intercambiabile), quanto per il fatto che ogni accumulatore col passare del tempo perde prestazioni, e nel caso specifico ci si troverà a dover ricorrere all’assistenza, che nel migliore dei casi ci priverà della nostra PSP per qualche tempo. Insomma una scelta quanto mai dubbia, forse legata al fatto che una batteria saldata occupa meno spazio rispetto ai classici pack, permettendo quindi dimensioni inferiori, ma mettendo in primo piano una decisione obiettivamente sbagliata e scomoda. Rimanendo in tema di scelte strane, ci lascia veramente smarriti il passaggio da Memory Stick Pro Duo a M2 (micro), cambio che rende inutilizzabili le vecchie schedine di memoria, fra l’altro non proprio a buon mercato. Anche in questo caso possiamo pensare che la scelta di Sony sia legata alla riduzione degli ingombri, ma rispetto alla batteria pare una scusa ben più blanda e meno credibile. Ad ogni modo i 16 GB di memoria già disponibili ci salvano, almeno per un po’, da spese impreviste.

Fino ad ora abbiamo parlato delle banalità ma adesso è arrivato il momento di andare a toccare il tasto dolente.
UMD si, UMD no: la nuova PSP supporta solo il digital delivery tramine PSN, nulla di male nel 2009 (a parte per chi ancora non ha linee decenti in Italia), in fin dei conti si riducono notevolmente dimensioni e peso, oltre che consumi e nel contempo i tempi di caricamento.
Vi starete chiedendo dove risiede il problema… beh, domanda lecita la vostra. Il dramma sta nella scelta di Sony di non rilasciare un convertitore che provvedesse a rendere utilizzabili gli UMD posseduti sulla nuova portatile. Le motivazioni della scelta sono sotto gli occhi di tutti: con un convertitore già disponibile sarebbe stato forse troppo semplice per il mondo underground ingannare la PSP e fargli leggere copie pirata come versioni legali, ma in questo modo si discrimina l’utenza che rimane nell’impossibilità di usare i propri giochi regolarmente acquistati.
Se la multinazionale vorrà ascoltare i propri clienti, le vie di uscita non mancano di certo: dal distribuire un convertitore solo ai centri assistenza e permettere di ricevere una copia digitale legale a chi si presenterà col proprio UMD e prova d’acquisto, fino al permettere, tramite connessione USB di una vecchia PSP, di scaricare la versione digitale del vecchio UMD dal PSN. Queste vie di uscita ci paiono onorevoli e tutt’altro che odiose. Speriamo che il decrypt del firmware della nuova PSP a pochi giorni dalla sua uscita ammorbidisca un po’ Sony che, pur essendo nel giusto, potrebbe voler anticipare la nascita di un convertitore “homemade” rilasciandone uno ufficiale, facendo un gradito regalo a tutti coloro che hanno deciso di dargli fiducia comprando la sua ultima creatura.

A mente lucida

La PSP Go è un gioiellino sotto molti aspetti, non ultimo il prezzo, abbastanza salato ma in parte giustificato dalla indubbia qualità costruttiva e dalle modifiche apportate come la memoria interna e lo schermo di pregevole resa visiva.
Prezzo però che, alla luce dei difetti elencati, può risultare molto antipatico, specie a chi ha parecchi UMD e giustamente vorrebbe poterli utilizzare.
Se cercate una PSP rapidissima, bella e costruita in modo impeccabile, la Go è ciò che fa per voi. Forse però, volendovi dare un consiglio, sarebbe meglio aspettare qualche mese, in attesa di vedere come si evolverà la situazione, correndo a comprarla nel caso in cui esca un convertitore per UMD.
Concludendo, la “nuova” portatile Sonyè sicuramente un bell’oggettino, con un appeal altissimo e una qualità generale innegabile. Il passaggio però non è assolutamente obbligato, anzi le vecchie versioni si trovano ad un prezzo molto competitivo e non hanno nulla da invidiare (sotto il profilo gioco) all’ultima nata. Regolatevi quindi di conseguenza, ma di certo non fareste un cattivo acquisto, ma specie in questi periodi di crisi la scelta migliore dipende da voi e dalle vostre finanze.

 

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