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The Last of Hype

La perfezione, nei videogiochi, esiste? Quest'anno è uscito un titolo che sembrava aver risolto questo dilemma stando alle recensioni uscite poco prima del D1. Una sfilza di 10 che già consacravano il GIOCO PERFETTO, il titolo simbolo di questa generazione di console e non solo. Come avrete capito stiamo parlando di The Last of Us, ultima fatica di Naughty Dog di cui potete leggere anche la nostra recensione e ci scuserete se non gli abbiamo messo 10 anche noi come gran parte delle testate più autorevoli del pianeta.

di: Simone "PulpGuy88" Bravi

La perfezione, nei videogiochi, esiste? Quest’anno è uscito un titolo che sembrava aver risolto questo dilemma stando alle recensioni uscite poco prima del D1. Una sfilza di 10 che già consacravano il GIOCO PERFETTO, il titolo simbolo di questa generazione di console e non solo. Come avrete capito stiamo parlando di The Last of Us, ultima fatica di Naughty Dog di cui potete leggere anche la nostra recensione e ci scuserete se non gli abbiamo messo 10 anche noi come gran parte delle testate più autorevoli del pianeta.
Questo articolo non vuole smentire nè contestare nè insinuare niente. Serve solo a farvi capire che talvolta, vista l’indubbia bontà di una produzione, del coraggio degli sviluppatori nel voler proporre qualcosa di “diverso” un recensore può soprassedere su alcuni difetti, seppur evidenti, e trovarsi ad assegnare un voto dettato più dal cuore che dalla ragione. Dopotutto nel nostro settore l’oggettività non è mai esistita e probabilmente non esisterà mai.

Cosa possiamo dire di diverso su The Last of Us quindi? E’ un brutto videogioco? Ha deluso clamorosamente le aspettative? Niente affatto. Il titolo in questione è un ottimo videogame, probabilmente migliore di tantissimi altri titoli del genere e sicuramente sopra la media.
Cos’è allora che va a cozzare con quella sfilza di 10 che tutti quanti abbiamo visto e commentato? La normalità.
TLOU è un videogame NORMALE, che è diverso dal dire che è un videogame come un altro. Normale nel senso che è un videogame che ha dei difetti e pertanto non è perfetto.

Vuoi per il concept di base, palesemente riciclato da I Am Alive, piccolo grande capolavoro di Ubisoft che oltretutto accentuava infinitamente di più l’elemento survival mettendo realmente il giocatore spalle al muro in molteplici occasioni, vuoi per la storia, che si preannunciava essere il punto di forza della produzione ed invece evidenzia ancora una volta uno dei più grandi limiti di Naughty Dog (come visto già nei vari Uncharted) che nemmeno stavolta riescono a stupire e entrare nel cuore del giocatore.
Ancora potremo entrare nel tecnico se volete, evidenziando come manchi totalmente l’effetto sorpresa in TLOU. La presenza di nemici gode sempre e comunque di un accompagnamento sonoro che ci mette in guardia e ci permette di studiare adeguatamente la situazione e l’ambiente circostante.

L’esplorazione, nella maggior parte dei casi, non ci espone ad alcun pericolo, costringendoci a vagare per edifici abbandonati per cercare risorse senza incontrare l’ombra di un nemico o, peggio ancora, senza mai darci la sensazione di sentirci in pericolo.
Impossibile poi soprassedere su una delle lacune più grandi del titolo: l’intelligenza artificiale. Direte:”ma come? Se è uno degli elementi più osannati all’unanimità?”. Certo, i nemici sono svegli e ci danno la caccia come se non ci fosse un domani. Ma questo vale solo per il povero Joel. Tutti i personaggi non giocanti che ci affiancheranno infatti (Ellie su tutti) possono anche imbastire la macarena davanti ai nemici, senza essere minimamente calcolati.

Tornando poi sulla parte survival: dov’è precisamente? Joel dopo poche ore di gioco si trova già con un arsenale da Marine nel suo zainetto e le munizioni non mancheranno di certo così come la continua presenza di armi contundenti potenziabili che in più di un’occasione ci permetteranno di continuare ad accumulare preziosi proiettili. Il crafting oltretutto ci permetterà di creare ulteriori scorte con le tonnellate di materiali che rimedieremo nelle location così da non rimanere mai a corto di medikit, bottiglie molotov e bombe artigianali assortite.

Non vogliamo andare avanti a cercare ulteriori “magagne” nel titolo Naughty Dog. Questa non è una caccia alle streghe e continuare significherebbe andare a cercare davvero il pelo nell’uovo di una produzione che sicuramente rasenta standard qualitativi che altri videogame si sognano.
Tuttavia in questa, come in altre situazioni che sicuramente si ripresenteranno in futuro, bisogna rimanere con i piedi per terra e soprattutto analizzare un videogame in maniera razionale, ovviamente dopo averci buttato testa e cuore, l’impatto iniziale infatti è ciò che ci fa amare i videogame e senza di quello non avremo la minima motivazione per continuare a giocarli.
The Last of Us, come tanti altri, è un ottimo videogame che merita assolutamente di essere giocato. E’ un peccato che non sia il gioco perfetto ma allo stesso tempo è motivo di esaltazione. Se giochi come questo rappresentano ancora la “normalità” ci sarà da divertirsi!