Anteprima

MediEvil

di: Simone Cantini

Se penso al debutto di Sony nel mondo delle console, non posso che legare l’avvento di PS1 a quello di una serie di personaggi che finirono per ritagliarsi il loro bravo spazio all’interno del pantheon videoludico: da Crash a Spyro, passando per Parappa e Specter, la grigia scatoletta del colosso nipponico è stata in grado di regalarci un nutrito gruppetto di mascotte davvero irresistibili. Tra queste, come ha dimostrato nel corso degli anni il mormorio dei fan, si può tranquillamente inserire il dinoccolato Sir Daniel Fortesque, protagonista di quel MediEvil pronto a tornare, lucidato per l’occasione, anche su PS4. E visto che anche il sottoscritto è assai legato al titolo che fu di Studio Cambridge, non mi sono certo lasciato sfuggire la possibilità di provare la demo da poco rilasciata sul PSN.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Si torna in scena

La versione dimostrativa che è possibile scaricare fino al prossimo 6 ottobre, a pochi giorni di distanza dal debutto ufficiale di MediEvil, ci permette di giocare per intero i primi due livelli del titolo, oltre che di mettere le mani sull’elmo di Sir Daniel, un oggetto che potremo importare nel titolo completo. Dopo un’introduzione che ricalca fedelmente quella originale, tanto per testi che per cinematiche, saremo finalmente pronti a prendere il controllo de “l’eroe di Gallowmere, ferito a morte durante la prima carica”, oggi come 21 anni fa. Bastano pochissimi secondi, se si è fan del brand sin dalle origini, per sentirsi subito a casa, complice anche un doppiaggio che in queste battute iniziali recupera parte delle (non certo irresistibili, diciamocelo) tracce audio italiane originali. Trattandosi di un gioco che ha ben due decadi sulle spalle, oltre che di un semplice remake grafico, controlli e gameplay sono rimasti gli stessi, pertanto ci troveremo al cospetto di un action/adventure dalle meccaniche molto elementari, che al giorno d’oggi è innegabile possano attrarre solo un pubblico di nostalgici e/o giovanissimi. I ragazzi di Other Ocean, però, pur scegliendo saggiamente di non stravolgere la struttura di MediEvil, hanno comunque pensato sdi smussare alcuni elementi, come il sistema di selezione delle armi, oltre che di ampliare un poco l’offerta complessiva, grazie alla presenza di un’enciclopedia e di un nuovo set di informazioni testuali. Al di là di tutto, però, in questa breve porzione di giocato che mi ha visto attraversare la cripta di casa Fortesque ed il cimitero di Gallowmere, non ho fatto altro che vagare in cerca delle immancabili pietre runiche, indispensabili per aprire i vari passaggi, il tutto mentre mi facevo strada a suon di fendenti attraverso orde di non proprio amichevoli non morti. Il feeling, nella sua schematicità, è rimasto il medesimo di quando avevo poco più di 20 anni, ma non ho potuto fare a meno di constatare come, al di là dell’affetto che nutro per Sir Daniel, il tutto sia scorso sin troppo liscio sotto gli input del pad: sarebbe comunque stato sciocco pensare il contrario, visto che parliamo comunque di un titolo appartenente ad un’era videoludica fa, per di più figlio di un vero e proprio debuttante del settore, ma anche innegabile come la prova mi abbia lasciato a tratti alquanto indifferente.

 

 

La polvere del tempo

Trattandosi, come già ampiamente detto, di un remake tecnico, a colpire maggiormente di MediEvil è senza dubbio il rinnovato comparto grafico che, innovando senza snaturare lo stile originale, riesce rendere giustizia a quell’alone a tratti mistico che avvolge le nostre memorie digitali. Quel poco che è stato possibile scorgere di Gallowmere e dei suoi abitanti, difatti, risulta decisamente soddisfacente, pur non sperticandosi in chissà quali mirabolanti evoluzioni tecniche. Su PS4 Pro, dove ho testato la demo, il frame rate è apparso sin da adesso solido, con solo qualche sobbalzo causato da una telecamera a tratti un po’ troppo schizofrenica, e dalla mancanza dell’oramai consueto lock sui nemici: una vera normalità oggi ma alquanto inconsueto nel 1999. Sospendo, invece, fino al lancio definitivo il giudizio sul sonoro che, sebbene ripresenti le partiture originali ovviamente riarrangiate con suoni attuali, sembra avere le idee meno chiare in merito al doppiaggio nostrano, dato che affianca nuove tracce ad alcune legate all’episodio originale, famoso per un doppiaggio non proprio indimenticabile. Certo, non eravamo al livello del tragicomico lavoro fatto con Metal Gear Solid, ma è anche vero che mi risulta ancora oggi difficile dimenticare l’accento bergamasco degli abitanti di Gallowmere.

Dalla demo provata sembra proprio che non sia trascorso neppure un giorno dal debutto di MediEvil, tanto nel bene quanto nel male. Le note positive sono da ricercare senza dubbio in un personaggio a suo modo iconico dell’universo PlayStation, ottimamente caratterizzato e dalla simpatia travolgente, oltre che calato all’interno di un action/adventure semplice ma divertente. Il rovescio della medaglia, però, sembra risiedere proprio in questo suo strizzare con insistenza l’occhio ad un passato videoludico decisamente distante dagli standard attuali, elemento che potrebbe scoraggiare chi non ha ritagliato nel proprio cuore un posticino per Sir Daniel. Vero è che parliamo sempre di un titolo venduto a prezzo budget, ma il rischio che si finisca per trovarsi al cospetto di una produzione tutta basata sull’effetto nostalgia è, ahimè, alquanto marcato. Vediamo, a questo punto, come si comporterà la release finale.