Hands-On

Doom Beta

di: Simone Cantini

C’è voluto un po’, visto che si parla di quasi 2 anni dal momento dell’annuncio, ma alla fine Bethesda è riuscita a far godere la closed beta di Doom a tutti coloro che avevano prenotato a suo tempo Wolfenstein: The New Order. Rispetto all’alpha test di qualche mese fa ci sono stati un po’ di cambiamenti sul giocato, che noi baldi ragazzi di Console Tribe non abbiamo mancato di testare sul campo.

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Piccoli passi avanti

Non era questa la prima volta che entravamo in contatto con il fu quarto capitolo di Doom. Qua, difatti, vi avevamo dato un breve assaggio della prima prova tangibile dell’atteso sparatutto targato id Software. Il nocciolo ludico, almeno in questa sessione beta, non è certo cambiato, dato che è stato possibile unicamente sperimentare ancora una volta una porzione del comparto multiplayer. Non per questo, però, il codice non ci ha riservato qualche nuova e piacevole feature inedita. Oltre al classico deathmatch a squadre, difatti, la beta ha messo a disposizione un’ulteriore modalità riservata all’esperienza multigiocatore, ovvero Via della Guerra. Sotto questo nome si nasconde una interessante variante del canonico Conquista e Difendi, qua reso un po’ più movimentato dal fatto che in tutta la mappa sarà presente unicamente un’unica zona di conquista. Questa però non sarà fissa, ma si sposterà per tutta la durata del match lungo un percorso prestabilito, elemento capace di rendere decisamente più ostica e movimentata la difesa di tale porzione  sensibile. Pensare di camperare selvaggiamente nel tentativo di respingere gli avversari, difatti, si è rivelato praticamente impossibile, complice il perenne mutare della conformazione della porzione di mappa interessata dal conflitto. A complicare le cose, inoltre, ci penserà una feature interessante: lasciare completamente sguarnita l’area di difesa, difatti, farà calare rapidamente la percentuale di possesso in favore della squadra attaccante, costringendo così il team difensore a suddividere con intelligenza le forze in campo tra coloro che presidiano e coloro incaricati di braccare gli avversari. La beta ha fornito anche l’occasione di testare una nuova mappa, Infernale, anche essa caratterizzata da numerosi dislivelli e voragini letali e da una struttura decisamente intricata, seppur non particolarmente estesa. Il nuovo test è servito anche a toccare con mano il sistema di progressione del comparto multiplayer, legato ai canonici punti esperienza, il cui accumulo è legato, oltre alle classiche uccisioni, anche al compimento delle consuete missioni peculiari legate al soddisfacimento di specifici task. Aumentare di livello non andrà ad impattare sulle performance belliche del nostro personaggio, almeno non direttamente: ogni passaggio di grado, difatti, servirà prevalentemente a sbloccare nuovi elementi di personalizzazione estetica per il nostro marine. Tali modifiche interesseranno le componenti dell’armatura, la loro colorazione e le varie livree. A tali varianti sia andranno ad aggiungere i Moduli Hack, bonus monouso che è possibile assegnare al proprio personaggio nella partita successiva: questi garantiranno boost esperienza per ogni uccisione, incrementi temporanei di armatura, oppure la possibilità di visualizzare l’energia residua degli avversari. Il loro utilizzo, pur non stravolgendo completamente il corso degli scontri a causa della loro durata non certo eccessiva (parliamo di circa 60 secondi ciascuno a match), riescono a movimentare un minimo un comparto multiplayer che, almeno in queste due prove, si è rivelato un po’ troppo canonico. Laddove la beta non ha riservato sorprese, purtroppo, è in merito alla presenza di nuove Rune Demone: oltre al già sperimentato Revenant, difatti, non è stato possibile testare con mano ulteriori incarnazioni infernali.

Il prezzo della fluidità

Sul versante tecnico questo nuovo incontro con Doom non ha riservato particolari soprese. Il netcode, grazie anche ai server dedicati, è risultato impeccabile, così come rapido è apparso il matchmaking. L’engine gira fluidamente a 60 frame al secondo anche nelle situazioni più caotiche, ma tale velocità non è esente da difetti, dato che l’immagine patisce un po’ di tearing in alcune situazioni. Restano ancora decisamente troppo old school le animazioni dei vari personaggi: va bene che parliamo di Doom, ma quell’alone che fa tanto anni ’90 stona un po’ ai giorni nostri. La stessa resa estetica complessiva ha mantenuto tutte le perplessità già emerse in occasione dell’alpha: pur presentandosi in maniera pulita la ruvidità di alcune texture, la resa delle ombre e di alcune strutture poligonali lasciano un po’ interdetti. L’ultima critica mi sento, inoltre, di muoverla al doppiaggio italiano ascoltato in questa beta: lo speaker che sottolinea i momenti salienti dei match non si può proprio sentire…

Immaginarsi particolari stravolgimenti quando si parla di un nome storico come Doom è decisamente ardito e la beta del titolo id Software ha confermato in pieno questo pensiero. Certo, due modalità ed altrettante mappe sono un po’ pochine per emettere un giudizio definitivo, ma al netto di alcune piccole modifiche ad un concept sin troppo rodato, il multiplayer di Doom si presenta ad oggi privo di particolari guizzi creativi. Per il verdetto finale, però, toccherà come sempre aspettare il test della versione finale, che non mancheremo certo di proporvi.