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Crackdown 2

Pacific City e' cambiata. La metropoli era decadente, morta. Tra le strade c'e' odore di guerra. Nell'aria si respira angoscia e paura, i cittadini sono distrutti dalle continue scorribande dei mostri generati dalla Sci-Gen. Pacific City trema. La citta' e' sull'orlo del declino da quando l'organizzazione The Cell sta conquistando poco alla volta quel poco di liberta' rimasta alla citta'. L'agenzia e' cambiata, in peggio. Non ha piu' potere, le sue basi sono distrutte e gli agenti rimasti sono quasi tutte reclute. L'agenzia e' viva ed e' pronta a combattere per la salvaguardia della citta'.

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Pacific City è cambiata.
La metropoli era decadente, morta, tra le strade c’è odore di guerra. Nell’aria si respira angoscia e paura, i cittadini sono distrutti dalle continue scorribande dei mostri generati dalla Sci-Gen. Pacific City trema. La città è sull’orlo del declino da quando l’organizzazione The Cell sta conquistando poco alla volta quel poco di libertà rimasta alla città. L’agenzia è cambiata, in peggio. Non ha più potere, le sue basi sono distrutte e gli agenti rimasti sono quasi tutte reclute. L’agenzia è viva, seppur non al meglio, viva e pronta a combattere, pronta a dare il meglio di sé per la salvaguardia della città.

La città della pace, la città della guerra

Circa tre anni fa approdava su Xbox 360 un gioco rivoluzionario e dannatamente divertente, questo titolo prendeva il nome di Crackdown . Il sandbox sviluppato da Realtime Worlds era in grado di miscelare azione, semplicità e insana distruzione, il tutto in una città che si estendeva in orizzontale quanto in verticale. Oggi quella stessa città è pronta a divertirci ancora, infatti grazie al lavoro di Ruffian Games, Crackdown 2 è quasi pronto al lancio. Per l’occasione ecco il resoconto della nostra prova dimostrativa.

La demo ci lancia direttamente nell’azione, veloce, frenetica e adrenalinica, queste le uniche parole per descrivere la versione prova di trenta minuti. Bastano pochi secondi e siamo già a sparare, un’altra manciata di secondi e fioccano le prime esplosioni. Intorno a noi corpi di soldati senza vita, intorno a noi una metropoli vastissima, apparentemente tanta carne al fuoco ma così poco tempo per cuocerla. Ci lasciamo condurre dalla demo negli obiettivi messi a disposizione: riconquista di avamposti, gare con l’auto, gare sui tetti, riparazione impianto contro i freaks, ovvero i mostri che abbiamo già imparato a conoscere nel primo capitolo. I primi obiettivi sono piuttosto semplici, ci sono varie postazioni marcate con una C sull’HUD di gioco e una volta arrivati su una di queste piattaforme basterà chiamare i rinforzi in elicottero tramite un apposito tasto. Tutto facile direte voi? Assolutamente no. Ogni postazione è ben difesa e nell’attesa che i rinforzi arrivino, l’area diventerà satura di nemici. Una pioggia di proiettili incombe sullo schermo ma, per fortuna, i nostri soldati geneticamente modificati resistono a questo ed altro. Passata in rassegna questa prima fase ci dirigiamo verso un impianto indispensabile per il contenimento dei mostri. Ma prima di poter terminare questo obiettivo dobbiamo necessariamente attivare tre punti per l’energia per poi recarci nel luogo segnalato dalla mappa. Ed è qui che inizia il bello, prima che la missione possa concludersi, un’orda di nemici ci si parerà contro.

Se i soldati di The Cell ci sono sembrati tanti i freaks sono addirittura troppi. Invaderanno praticamente ogni centimetro dello schermo senza darci tregua. Affrontarli con armi convenzionali è praticamente impossibile ed ecco che per l’occasione ci viene regalata un arma capace di abbatterne uno o anche più in un solo colpo.

Parlando invece delle corse non c’è molto da dire, soliti checkpoint a tempo limitato. Divertenti sì, ma forse più adatti per spezzare il ritmo della narrazione durante la campagna del gioco in versione completa. Il tempo scorre veloce così come il gioco e, proprio nel più bello, i trenta minuti a nostra disposizione finiscono, lasciandoci comunque il tempo di fare qualche doverosa considerazione generale. Crackdown 2 è decisamente fluido, veloce, i momenti di pausa durante le missioni sono davvero pochi, anzi non ci sono affatto. Spesso sarete circondati e dovrete aggirare gli avversari, trovare punti dove poter recuperare le energie perse, in poche parole dovrete sopravvivere. L’intelligenza artificiale è ora più curata e precisa: i nemici utilizzano meglio il territorio circostante per ripararsi dai proiettili e per colpirci alle spalle. La meccanica degli scontri a fuoco è quindi più matura senza però snaturare la sua anima decisamente arcade. Non proprio esaltante è il lock-on automatico che talvolta mira avversari lontani non curandosi di quelli più vicini.

I potenziamenti sono rimasti inalterati, solite sfere da raccogliere, con l’aggiunta di sfere ottenibili solo online e sfere che dovremmo letteralmente catturare perché mobili.
In generale il gioco, per quanto mostrato nella demo, presenta poche novità. L’impatto, pad alla mano, è lo stesso di tre anni fa, quasi ci sembra di rivedere il primo capitolo di Crackdown solo con un aspetto grafico diverso. La vera novità è rappresentata dalla modalità online, disponibile sia in co-op che in competitiva. In questa versione ci è concesso provare solo la cooperativa. Questa veloce prova, sfruttando altri trenta minuti della demo, ci ha letteralmente estasiati. Tutte le esperienze in single player si amplificano e il divertimento si moltiplica. Poter girare per la città insieme ai compagni è dannatamente appagante. La sessione scorre veloce, come il sangue su schermo del resto. Ogni sparatoria diventa così un momento di coesione e anche di ilarità, ogni attimo è impreziosito dalla possibilità di poter condividere l’esperienza di gioco con gli amici.

Time is Out

Altri trenta minuti finiscono lasciandoci il tempo di apprezzare non solo la modalità online ma anche il panorama. Iniziamo a concentrarci sulle animazioni che ci ricordano molto quelle del prequel fatta eccezione per combattimenti corpo a corpo in cui sono ora più performanti. L’aspetto tecnico è difficile da paragonare, il passaggio ad un cel-shading più marcato ha fatto sì che alcuni elementi grafici siano ora più marcati e particolareggiati, mentre altri, invece, più grossolani. In particolare gli effetti luce poco incisivi si sono dimostrati, in questa demo, non adeguatamente realizzati. Aspetto positivo è che il motore grafico sembra reggere bene ogni situazione ma anche per questo bisogna attendere la versione completa.
Il tempo passato con Crackdown 2 è stato sicuramente piacevole, il feeling con il titolo è rimasto inalterato e i suoi punti di forza sono stati riproposti con una carica nuova. Purtroppo già da questa demo si evince che le vere novità potrebbero essere poche, probabilmente si poteva osare di più proponendo qualcosa di diverso
Pacific City è cambiata, ma la sua anima no. Pacific City è diversa, ora bisogna aspettare l’uscita del gioco per sapere quanto diversa sia.

 

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